Fede e dintorni

S. Alfonso Maria de Liguori

S. Alfonso Maria de Liguori, Vescovo e Dottore della Chiesa; fondatore della Congregazione del Ss. Redentore. Missionario, vescovo, scrittore di oltre 120 opere, cantore del Natale, dell’Eucaristia e della Madonna con le sue numerose composizioni. La sua vita fu lunga, 91 anni: i passaggi significativi della sua vita li chiamava ”conversioni”: conversioni alla volontà di Dio che egli ha mostrato nella sua vita e nei suoi scritti. – Gregorio XVI il 26 maggio 1839 lo proclamò Santo. Il 23 marzo 1871 Pio IX lo dichiarò Dottore della Chiesa, e il 26 aprile del 1950 Pio XII lo proclamò Patrono dei confessori e dei moralisti.

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Quando si guarda in casa degli altri

L’abitudine di guardare in casa d’altri può avere diverse ragioni: una ragione buona è quella di un termine di paragone per potersi migliorare in senso buono: modi, urbanità, relazioni di vicinato; le ragioni cattive sono quelle di giudicare le loro vite, finendo col “farsi gli affari degli altri”. La tentazione di guardare e giudicare gli altri è sempre in agguato e bisogna stare attenti per non cadervi. Gesù avverte: “Non giudicate, per non essere giudicati voi stessi!” (cf Mt 7,1).

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Il paziente senza gambe

«Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto». Eppure le cose non stanno sempre così. Questa promessa non sembra trovare riscontro nella vita d’ogni giorno. Quante volte chiediamo a Dio qualcosa, che di fatto ci viene negata. Cosa ne è di questa promessa quando, ad esempio, si domanda con insistenza la guarigione di un figlio ammalato e poi sopraggiunge la morte, nonostante l’aver tanto bussato, tanto pregato? Così, l’estrema fiducia con la quale ci si è rivolti a Dio, può trasformarsi in rivolta contro di lui, perché non ha esaudito la preghiera sincera. – Spesso ci immaginiamo la preghiera come un modo per piegare Dio al nostro volere, e invece la preghiera ci vuole condurre alla piena fiducia in Dio, che aprirà strade che noi non pensavamo. – “Signore, guarisci questo malato!” e il Signore susciterà l’uomo diventerà strumento di guarigione.

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Il bisogno di samaritani oggi

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano Storie belle… per vivere meglio Il bisogno di samaritani oggi. I tanti fatti di cronaca riportati da media e le relative reazioni ci mostrano in che direzione sta andando la nostra umanità. – In particolare, un fatto successo a Crotone nei giorni scorsi ci pone la severa domanda: […]

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Signore Gesù insegnaci a pregare

Il “Padre nostro”: la splendida e unica preghiera che Gesù ci ha lasciato dovrebbe essere la preghiera sempre presente sulle nostre labbra, a cui attingere, preghiera piena di buon senso e di concretezza, di affetto e di gioia, di fiducia e di realismo, ci permette di rimettere al centro la nostra giornata. E alla fine essa ci metterà in una relazione diretta col Padre, non fermandosi più alle richieste di ciò che serve, ma sarà una preghiera fatta “gratis”, cioè per la sola gioia di entrare in relazione gratuita di amore col Padre.

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Un ladro bussò al paradiso

Tutti vogliamo andare in paradiso, ma molti trovano che è difficile. – Ma chi va in paradiso? … E quelli che ci sono, sono stati tutti dei santi? La storia dice che ci sono stati tanti che l’hanno “rubato” all’ultimo momento! – Sì, Il Paradiso è questione di misericordia. Fidiamo nella misericordia di Dio: egli ci farà entrare… Ma intanto facciamo tutto il possibile per meritarcelo! Dio guarda alla nostra fede e al nostro amore più che ai risultati delle nostre opere, perché le opere devono essere il segno della fede e dell’amore. Il risultato lo giudica Dio.

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Monasteri disponibili ad accogliere

Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la semplice e chiara lettera aperta delle Suore claustrali di 62 monasteri italiani al Presidente Mattarella sul tema dell’accoglienza dei migranti che si presentano alle nostre frontiere. Dopo discussioni senza fine, scontri politici e giudiziari che stanno mettendo a rischio anche l’idea stessa dell’umanità che accoglie chi soffre, occorre fare passi concreti, partendo magari anche dal basso col mettere a disposizione spazi di monasteri per l’accoglienza. Solo la paziente arte dell’accoglienza reciproca può mantenerci umani e realizzarci come persone.

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Suore e preti pro migranti arrestati

Nei giorni scorsi hanno vivamente colpito l’attenzione pubblica mondiale le immagini dell’arresto di suore e preti che protestavano contro le politiche migratorie del presidente USA Trump a Washington, dinanzi alla sede del Senato. Tutti avevano in mani foto di migranti, soprattutto bambini, che sono morti o soffrono per le condizioni di restrizione a cui sono sottoposti. Fermata anche una religiosa 90enne mentre recitava il Rosario. «Il trattamento inumano dei migranti, soprattutto i bambini al confine con il Messico, dovrebbe oltraggiare tutte le persone di fede… Questo trattamento non può continuare nel nostro nome».

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Famiglia e problemi

Non bisogna aver paura dei problemi che scaturiscono dal vivere insieme in famiglia. Tutti noi che siamo nati alla vita siamo coscienti che ciò è stato possibile perché i nostri genitori hanno dimostrato amore e sacrificio per noi. Oggi non si pensa più che è proprio l’unità dei membri della famiglia a garantire il superamento delle problematicità della vita: meno egoismo e più comunione. E Gesù è dentro la nostra casa.

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Un luogo dove curare le ferite della vita

Rodengo Saiano (Brescia) – I monaci dell’antica abbazia offrono un luogo e un tempo dove curare le ferite della vita. Essi si fanno un dovere accogliere e aiutare donne vittime di violenza in famiglia; ospitare e affiancare coppie di sposi in crisi; dialogare, faccia a faccia e tramite i social, con adolescenti immersi nella grande avventura di diventare grandi. E infine dare ascolto a cuori affaticati, feriti, d’ogni età, offrendo la pace che nasce da una vita nella quale si intrecciano Parola di Dio, liturgia, silenzio, fraternità, lavoro. Si può rinascere.

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50 anni fa anche la comunione sulla Luna

L’astronauta Buzz Aldrin con la borsa che conteneva il calice lunare durante il viaggio sulla Luna. Fu lo stesso pastore della sua parrocchia, Dean Woodruff della Webster Presbyterian Church, a concedergli una speciale dispensa per poter portare con sé l’eucaristia e comunicarsi da solo. – L’astronauta Aldrin fece la comunione sulla Luna, ringraziando Dio pochi minuti prima di scendere sul suolo lunare. Ancora oggi la Chiesa presbiteriana di Webster celebra annualmente la Domenica della comunione lunare.

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Insieme per costruire la vita

Il bene fatto insieme agli altri è preferibile a quello, ottimo, fatto da solo. La nostra forza sta nella nostra unione e questo comporta che a volte la propria idea, che si crede la migliore, la si rinunci a favore del lavoro di gruppo, a favore della vita in comunità. – Vivere in comunità è difficile, ma è la cosa migliore del mondo.

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Federer, la meraviglia del tennis

Il gioco del tennis si rivela sempre di più come un gioco che forma e forgia il carattere degli stessi giocatori. Solo raramente qualcuno trascende, per scusarsi subito. Dal gioco del tennis c’è tanto da imparare: stile di comportamento, correttezza, sportività, pazienza e sorriso anche dinanzi alla sconfitta. Al termine della Finale di Wimbledon 2019 vinta per la quinta volta da Novak Djokovic, n. 1 del mondo, la stampa ha voluto indicare come icona di meraviglia soprattutto il tennis di Roger Federer (38 anni!), e l’Osservatore Romano aggiunge: “quasi un’esperienza religiosa anche nella sconfitta”. Sembra una sorta di panegirico… ma il contenuto ci sta tutto.

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Angela, suora, medico e tante storie di dolore

Suor Angela Bipendu, 46 anni, congolese, da quindici vive in Italia, ha preso i voti tra le Discepole del Redentore e ha trascorso gli ultimi tre anni proprio accanto a coloro che chiama “ultimi tra gli ultimi”: rifugiati, richiedenti asilo, migranti. si imbarca perché la sua vita è degli altri. «Non è facile comprendere perché una suora lasci la sua comunità e si imbarchi: alcuni pensano che non sia opportuno. Accetto questa idea, ma io sento che devo fare qualcos’altro, perché la mia vita da religiosa non è mia ma degli altri».

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La Madonna del Monte Carmelo

La Madonna del Carmine è stata sempre rappresentata con Gesù Bambino in braccio o in grembo che porge lo ‘scapolare’ (tutto porta a Gesù), e con la stella sul manto (consueta nelle icone orientali per affermare la sua verginità). La sua ricorrenza liturgica è il 16 luglio, giorno in cui nel 1251, apparve al beato Simone Stock, porgendogli l’ “abitino”.

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Il vero modo di fare soldi

Agli antichi cercatori d’oro sono subentrati i patiti del gioco d’azzardo con le sofferenze che ne seguono. Sofferenze che finiscono col portare dolore e miseria nelle famiglie e colpire vittime innocenti, come i figli. Il lavoro è la vera forza ed energia che trasforma tutto in oro, ed esso non tradirà le aspettative. Ma è importante capire cosa alla fine veramente interessa. Gesù ci ammonisce: “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,19-23).

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Il mio prossimo in ogni tempo

Chi è il mio prossimo? Noi oggi vogliamo pensare a tutti gli immigrati e i rifugiati che arrivano da noi in cerca di un futuro per loro e le loro famiglie. Vogliamo pensare alle tante vittime della violenza razzista e dell’odio religioso. Vogliamo pensare a quanti dovranno vivere più poveri di affetto, perché hanno avuto ucciso un loro caro. Vogliamo pensare ai tanti anziani e ammalati abbandonati negli ospizi dai loro eredi, che nelle case ereditate ora vivono una nuova famiglia con cani e gatti. – Chi è il mio prossimo? Signore, donaci occhi per vedere veramente la sofferenza degli altri.

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Il bambino e il chirurgo

Quante belle storie si leggono a proposito; non solo bambini ma anche adulti che ritrovano la via del bene, la via di Dio, perché sollecitati dagli occhi innocenti di un bambino. Quanti adulti hanno da raccontare emozioni suscitate dalle loro parole innocenti. I bambini sono missionari per natura, perché portano il bello che hanno dentro e lo danno senza vergognarsi. Tra le Opere Pontificie è da tenere presente e promuovere l’Opera dell’Infanzia Missionaria o Santa Infanzia: i bambini diventano soggetti attivi dell’evangelizzazione.