L’Aquila. La Perdonanza Celestiniana è stata riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. La comunità aquilana è custode dal 1294 di questo rito annuale di riconciliazione che si svolge tra il 28 e il 29 agosto nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, a ricordo della elezione a Papa dell’eremita Pietro Angeleri, che prese il nome di Celestino V e concesse la Perdonanza. – La gioia del cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo della città: «Il perdono è una chiave necessaria per aprire la porta della pace: a livello comunitario e personale». Aggiunge il sindaco Pierluigi Biondi: «Ora grazie all’Unesco lo spirito di riconciliazione e la rinascita si fondono e sostengono, attraverso la Festa del Perdono, in una rinnovata dimensione di città di pace, aperta e solidale, pronta ad accogliere le comunità che vorranno con noi partecipare al bene dell’umanità».
Autore: Salvatore Brugnano
Dediche al ragazzo morto con la pagella cucita sul cuore
Ultimamente abbiamo assistito poi a una serie di dediche al triste evento del ragazzo annegato con la pagella cucita sul cuore: come la poesia del filosofo Aldo Masullo, vari murales, dediche scolastiche, ed anche una promessa di dedica di una scuola. Intanto si assiste al pellegrinaggio di mamme in cerca dei corpi dei propri figli annegati. – – Domani, venerdì 20 dicembre 2019, a Parabiago (MI) l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), insieme al liceo Cavalleri, ha ricorda questo ragazzo con una pietra d’inciampo, come invito al dialogo e all’accoglienza.
La correzione fraterna
Papa Francesco ammonisce: «Non si può correggere una persona senza amore e senza carità. Non si può fare un intervento chirurgico senza anestesia: non si può, perché l’ammalato morirà di dolore». La correzione è un atto di carità, perché ha lo scopo di togliere il male che c’è nel fratello e portarlo a trovare il bene. In questo Avvento, se dobbiamo correggere qualcuno, facciamolo con tutta carità.
Prepararsi bene al Natale
Arriva il Natale! E noi, i beneficiari del Natale, abbiamo un vero e proprio obbligo di festeggiare Lui, Gesù, nostro Signore, che ha lasciato il suo regno per venire a nascere in mezzo a noi, in una capanna, tra animali, povero tra i poveri, il più umile di tutti. Rallegriamoci e facciamo vera festa: questa è l’ora della sua grazia.
Novena di Natale con S. Alfonso
Se San Francesco di Assisi ha inventato il presepe, S. Alfonso de Liguori ne ha cantato tutto l’incanto con le sue belle canzoncine. Persino Giuseppe Verdi soleva dire che il Natale non sarebbe Natale senza “Tu scendi dalle stelle”.
Avvento 3, la domenica della gioia
“Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino”. – Oggi, terza domenica di avvento, celebriamo la domenica della gioia, dell’essere felici. E non una gioia a buon mercato come la intendiamo noi, ma una gioia che viene dal di dentro, in modo inaspettato. Basta stare attenti a quello che fa Dio in noi e attorno a noi. – Un motivo di gioia per la Chiesa e per il mondo in questi giorni è stato il 50° anniversario di sacerdozio di Papa Francesco. Una gioia interiore stargli vicino con la preghiera e sentire la sua affettuosa presenza di buon Pastore vicina a noi e in modo particolare vicina agli ultimi della terra.
Papa Francesco ha compiuto 50 anni di sacerdozio
Ieri, 13 dicembre 2019, Francesco ha compiuto 50 anni di sacerdozio, essendo stato ordinato nel 1969 e tra qualche giorno, il 17, compirà 83 anni. Nella chiesa una corale adesione di preghiere e di iniziative per festeggiare questa ricorrenza.- Mezzo secolo di sacerdozio. E’ il traguardo che Papa Francesco ha raggiunto. Infatti, il 13 dicembre del 1969 l’arcivescovo di Cordoba, monsignor Ramon José Castellano, lo ordinava sacerdote: aveva 33 anni.
Epicheia, una bugia o infrazione elegante?
Quante volte ci troviamo dinanzi a certe domande che non meritano la risposta secca “sì,sì,-no,no”. E noi non siamo tenuti a dire tutta la verità a tutti, perché non siamo davanti ad un magistrato. La sensibilità morale suggerirà quale via scegliere per evitare il male, soprattutto se di mezzo ci sono altre persone. Usare l’epicheia è lecito moralmente, ma bisogna avere il buon senso e una buona dose di virtù.
Imparare dagli emarginati
Quante volte abbiamo mancato verso queste persone: forse abbiamo avuto anche atteggiamenti di bullismo verso di esse, credendo di farci belli sulla loro pelle. Fortunatamente qualcosa sembra essere cambiato. – Bisogna imparare dagli errori commessi. Bisogna imparare dalle situazioni che ci sorprendono e dalle persone emarginate che incontriamo. Perché è proprio sulla strada dell’emarginazione che Dio ci trova e ci salva. Dovremo imparare ad accogliere come la terra che accoglie il seme: essa non domina il seme, ma lo riceve, lo nutre e lo fa germogliare.
Una suora da 70 anni in Vaticano al servizio dei papi
La storia di suor Maria do Céu Pereira, classe 1929. Per celebrare il suo 90mo compleanno, lo scorso 2 dicembre ha assistito alla Messa celebrata da Papa Francesco nella cappella di Casa Santa Marta. Emozionatissima, poi, ha ricevuto il saluto e gli auguri del Papa, che le ha raccomandato di andare avanti sempre “con la gioia nel cuore”. Di Papi la suora ne ha conosciuti e serviti sette, insieme alla sua comunità delle Francescane missionarie di Maria che sono in Vaticano dal 1926. La missione più preziosa rimane quella di pregare in silenzio per la Chiesa e per il Papa.
A colloquio con un missionario laico
Il missionario è il vero super eroe dei nostri giorni che si scopre giorno dopo giorno: “Non basta dare, ma darsi per essere davvero quello che si è”. La storia di Corrado Rossi da 15 anni volontario missionario laico nell’associazione Mondo solidale- Italia solidale, riconosciuta dalla diocesi di Roma. Composta da volontari laici, l’associazione conta 120 missioni nei paesi del sud del mondo, in particolare America Latina, India e Africa, arrivando a coinvolgere più di 2,5 milioni di persone.- Egli all’inizio voleva semplicemente dare qualcosa per sentirsi in pace con se stesso. Ma poi ha scoperto che c’era molto di più. – La sua è una di quelle storie che lasciano il segno.
Si riceve di più di quello che si dà
L’amore sorprende sempre. “Donaci, Signore, occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli” (dalla liturgia). Non dobbiamo mai smettere di sorprenderci: non dobbiamo aver timore di arrossire, ma al contrario dobbiamo “viverci” la sorpresa tutta d’un fiato.
Immacolata Concezione di Maria
Noi cristiani, guardando all’Immacolata, sentiamo che il compimento della nostra vita sta nel riconoscerci benedetti da Dio, da lui scelti per essere santi e immacolati alla sua presenza. – Il serpente tentatore ci lascia soli davanti a noi stessi e al nostro fallimento. Maria ci fa stare davanti a Dio. Lì c’è tutta la nostra gioia.
Avvento con la Madonna
La liturgia dell’Avvento ci prepara al Natale attraverso tre figure: Isaia, Giovanni Battista e Maria. Il profeta che da lontano ha annunciato la nascita dell’Emmanuele, il precursore che lo ha additato al mondo come l’Agnello di Dio e la Madre che lo ha portato in grembo. – Maria è l’unica che non ha celebrato l’Avvento, ma lo ha vissuto nella sua carne. Come ogni donna incinta sa cosa significa essere “in attesa”. Maria ci ricorda silenziosamente che non c’è Natale senza Gesù. E Gesù è nato da lei: perciò ella ci può aiutare nel cammino dell’Avvento.
Un Giubileo per volare alto
Il Giubileo lauretano inizia domenica 8 dicembre e viene promosso per i cento anni dalla proclamazione della Madonna di Loreto a patrona degli aeronauti; potrà essere vissuto anche negli aeroporti: dell’Italia e del mondo. Infatti la Vergine del santuario lauretano sarà in pellegrinaggio fra numerosi scali con una statua che la raffigura. Tre sono le statue che si muoveranno fra gli scali: una arriverà negli aeroporti d’Italia; un’altra verrà portata in alcuni scali internazionali, da Buenos Aires a Manila (per citare alcune tappe); la terza sarà presente negli scali quelli militari. Con questa iniziativa la Chiesa intende raggiungere l’uomo là dove vive, lavora e opera ed offrire un momento di sosta e di spiritualità.
Le prove della vita, occasione di riscatto
Dio ama gli uomini, anche se questi sembrano ignorarlo. A volte essi dovranno impararlo dal dolore e dalla crudeltà dei vari avvenimenti che incontreranno nella vita: è doloroso, ma saranno salvi. – Diceva San Pio da Pietrelcina: “Dio sa mescolare il dolce con l’amaro e converte in premio eterno le pene transitorie della vita.”
Religione e sapone
A Londra c’è il celebre Hyde Park e in un angolo di esso una tribuna su cui chiunque può salire e dire la sua. Moltissimi si sono cimentati ad improvvisare discorsi ad un pubblico improvvisato. Certi interventi sono rimasti nella memoria, come la risposta qui riportata: “Mio caro, la religione è come il sapone. Il sapone esiste da tantissimi secoli, eppure c’è ancora tanta gente sporca: c’è chi non lo usa ancora”.
P. Vito Michele Di Netta, un Venerabile in Tropea
Il Venerabile P. Vito Michele Di Netta, missionario redentorista nella Calabria dell’800” e testimone della Misericordia di Dio: «Odi estinti, discordie composte, lotte e scandali d’ogni genere dissipati, il maltolto restituito, in una parola restaurata la virtù e la vita cristiana: ecco i frutti che sempre e dovunque producevano i lavori apostolici del P. Di Netta» (Collage dai quadri di Rosetta Bova di Tropea).
Tropea e Vallata: due città, una fratellanza
Tropea e Vallata: due città, una fratellanza nel ricordo del Venerabile Servo di Dio P. Vito Michele Di Netta, redentorista. – L’incontro delle due comunità è stato vissuto nella preghiera e nella memoria biografica, storica e sociale sullo sfondo della bellissima chiesa del Gesù, inaugurata dai Gesuiti nel 1876. La presentazione per illustrare due pubblicazioni ha ravvivato questa memoria: 1. La Chiesa del Gesù in Tropea (Dott. Arch. Mario Panarello) e ” P. Vito Michele Di Netta, Missionario Redentorista nella Calabria dell’800” (Editore Giuseppe Meligrana).
Inizia il nuovo Anno Liturgico con l’Avvento
L’Avvento ci invita a camminare nella luce del Signore e a vivere operosamente l’attesa. Attesa, nel senso di aspettare colui che viene; non solo ma attesa, nel senso di tendere verso di lui, con il nostro impegno di conversione, di obbedienza, di amore.