Gli eroi non ci mancheranno: sono 121 i medici eroi morti in questa crisi da coronavirus, 30 gli infermieri, 6 i farmacisti e 111 i sacerdoti. Tutti accomunati nello stesso sacrificio. Papa Francesco continua a citarli e a ringraziarli. – Maurizio Bertaccini, medico e diacono permanente, padre di 10 figli (tra naturali, adottivi e affidati), ha lottato dal 18 marzo con il virus, ma la malattia purtroppo non gli ha lasciato scampo e giorno 14 è morto, all’età di 68 anni, all’ospedale “Infermi” di Rimini, dov’era ricoverato dal 24 marzo. Ora potrà godere, quale ‘servo buono e fedele’, della pace col suo Signore risorto.
Autore: Salvatore Brugnano
Da giovane migrante a vescovo
L’Albania e il suo presidente Meta hanno accolto con favore e gioia la nomina di Arjan Dodaj a Vice Vescovo dell’Arcidiocesi di Tirana-Durazzo fatta da Papa Francesco. Anche i musulmani sono contenti: con questi c’è ben più della tolleranza religiosa; c’è armonia, familiarità, spirito di grande collaborazione e sostegno reciproco, dice il vescovo eletto.
Parole, suoni e immagini per dominare il coronavirus
Mors et Vita duello conflixere mirando. Mentre morte e vita combattono il loro “duello pasquale” in questi giorni del coronavirus, bisogna riconoscere gli sforzi generosi e titanici di medici, infermieri, operatori pastorali sempre in azione e ringraziarli. Alla loro azione loro si affiancano parole nuove, suoni celesti e immagini incredibili per dominare il coronavirus. – Le parole di conforto dei Pastori, in particolare di Papa Francesco, che ogni giorno entra nelle nostre case; i suoni di celesti melodie per sollevare gli spiriti affranti dal dolore come quelle di Andrea Bocelli dal duomo di Milano deserto; immagini incredibili per la tecnologia applicata per suscitare speranza, come quelle del Cristo
Il medico e la sua missione
Il 12 aprile è stato anche il giorno di San Giuseppe Moscati, il medico dei derelitti, morto 92 anni fa; le sue mani guarirono la città di Napoli. Al giuramento di Ippocrate, che ogni medico fa, unì uno straordinario amore per gli ammalati che nasceva dalla sua fede: nel prendersi cura dei loro corpi accudiva al tempo stesso anche le anime”. Egli offrì tutta la sua vita per curare gli ammalati. Morì per infarto a 47 anni, dopo essere tornato dall’ospedale e dalle visite a domicilio per controllare alcuni pazienti. Fu un eroe, un santo. Papa Francesco lo avrebbe chiamato “un santo della porta accanto”.
Dio non ci lascia soli
Papa Francesco Francesco, ieri giorno di Pasqua, ha dato la benedizione Urbi et Orbi “in solitudine”, per le restrizioni del coronavirus. “Dio non ci ha lasciati soli! Rimanendo uniti nella preghiera, avvertiamo che Egli pone su di noi la sua mano, ripetendoci con forza: non temere!” L’amore misericordioso è la caratteristica eterna di Dio. Egli ama le sue creature e le vuole felici. – Ma tante volte sono le sue creature a non credere al suo amore, perché non aprono gli occhi alla luce della risurrezione.
Pasqua di Risurrezione, nuova vita
Risorgere dopo la morte: è una esperienza che facciamo continuamente. Ci rialziamo dopo che siamo stati abbattuti e quando non si può ricostruire come prima, l’amore crea forme nuove. L’anno scorso è toccato alla cattedrale di Notre Dame di Parigi diventare il simbolo e l’impegno della Pasqua: l’impegno a risorgere che si deve estendere alla ricostruzione di tutti i guasti che l’uomo procura alla sua dignità e alla bellezza della natura. Quest’anno tocca a tutto il mondo diventare umile e cosciente segno di risurrezione col ridare dignità a chi combatte in prima linea nella vita: ai servitori dello stato, ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari e di volontariato che sono diventati “i santi della porta accanto”. Tutta l’umanità può uscire dal tunnel della morte alla luce di una vita nuova, degna e giusta per tutti.
Sabato Santo in tempo di coronavirus
Il Venerdì Santo ha consegnato Cristo morto, posto nel sepolcro. Il giorno dopo, Sabato, che era il grande giorno della pasqua degli Ebrei, è diventato il giorno del grande silenzio nell’attesa della della Resurrezione di Gesù, la nuova Pasqua. – Grande silenzio; ma parlano i tanti riti tradizionali legati a questo giorno e che vedono protagonista la Madonna Addolorata (o desolata) che piange il suo Figlio Gesù. Ma tutto ormai è proiettato verso la Risurrezione. – La fantasia popolare, che racconta la passione di Gesù, ce la tramanda rivestita di tenerezza in tanti racconti.
Venerdì Santo in tempo di coronavirus
La Via Crucis nella storia… La Via Crucis nella nostra vita… Via Crucis di sempre! – Ognuno ha modo di specchiarsi dentro e vivere la giusta via! – La croce ci ricorda come si ama, e a chi dobbiamo guardare per amare senza stancarci. La morte di Cristo sulla croce rivela il mistero duna vita nuova, liberante, redentrice. Perciò il venerdì santo diventa il giorno della speranza di una vita nuova. – Ingrandisci la foto.
Giovedì Santo in tempo di coronavirus
Nella Messa del giovedì santo, a sera, si dà spazio all’istituzione dell’Eucaristia e, dopo il Vangelo, si compie il gesto della lavanda dei piedi, come aveva fatto Gesù agli apostoli. Un rito che quest’anno – per le restrizioni emanate – non verrà fatto, ma che da sempre colpisce la sensibilità umana purché non si fermi al gesto rituale, ma che accolga il suo significato: il segno di Gesù che amò i suoi discepoli sino alla fine. E noi siamo chiamati a renderlo presente a tutte le generazioni: «Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi».
Nella passione di Cristo perdono e riconciliazione
«Vicino a me, c’era un altro ragazzo, lo stavano medicando. Aveva una gamba fasciata, ma la benda era inzuppata
di sangue. Piangeva disperato. I nostri sguardi si sono incrociati. L’ho riconosciuto. Era il ragazzo che mi aveva tagliato le dita con il machete… Anche lui mi aveva riconosciuto e tremava come una foglia». – Vittima e carnefice si riscoprono fratelli in un abbraccio. – In questi giorni di Passione e di paura globale per il virus mortale che ci sta assediando, noi, che abbiamo i nostri molti peccati, possiamo e dobbiamo trovare il coraggio di guardare a Gesù che soffre e muore innocente e supplicarlo come il ladrone pentito: “Gesù, ricordati di me!”. E Gesù porta a termine la sua missione riconsegnandoci alla gioia e alla vita.
L’abbraccio del Crocifisso
Alle belle storie e leggende ascoltate nella fanciullezza non si rinunzia, neanche oggi. Un tuffo in queste storie dà una iniezione di bellezza e di nostalgia di qualcosa che si aspetta ancora. – Le leggende sacre legate alle sculture o quadri di crocifissi, madonne e santi restano “gelose custodie” del patrimonio spirituale locale che chiedono il rispetto di chi le ascolta o le legge. – Abbiamo tutti bisogno di un abbraccio consolatore, vero, pieno. Come potrà essere l’abbraccio di Dio, di Cristo, della Madonna e dei nostri Santi? – Proviamo ad immaginarlo nella preghiera e nelle belle storie che abbiamo ascoltato sin da bambini.
Giorni tristi, giorni santi, giorni di vita nuova
I giorni di lunedì, martedì e mercoledì santo appartengono anch’essi alla Settimana Santa. Questi tre giorni ci danno l’opportunità di preparare il nostro spirito a vivere la Passione, la Morte e la Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo con vera fede e raccoglimento, atteggiamenti da non sottovalutare.
Domenica delle Palme in tempo di coronavirus
Oggi è la Domenica delle Palme, senza chiesa e senza… palme, cioè senza i tradizionali amati ramoscelli d’ulivo, simbolo della fede in Colui che viene morire per l’umanità per darci pace e salvezza. – Ma ugualmente, nella lettura dei testi e nella preghiera in famiglia possiamo accompagnare Gesù nel suo ingresso a Gerusalemme: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». E soprattutto possiamo e dobbiamo pregare per tutti i sofferenti del Codiv-19 e per i medici e operatori sanitari che stanno in prima linea contro il virus.
Settimana Santa 2020, la passione con il coronavirus
Una settimana santa del tutto inattesa, che il mondo dei credenti e no si appresta a vivere nel segno del Covid-19, il terribile coronavirus che ha messo in ginocchio l’umanità. Sarà l’occasione di stare più vicini a Gesù che soffre, muore e risorge al fine di partecipare alla gioia di una vita nuova. – La liturgia di questi giorni verrà celebrata nelle chiese a porte chiuse e senza popolo. Tutti gli organismi ecclesiali si sono organizzati ad accompagnare i fedeli con i vari mezzi della comunicazione (dirette TV e in streaming, social media, siti web…). Un modo nuovo di celebrare la fede. Anche Tropeaedintorni trasmetterà in diretta streaming Facebook. Buona settimana.
Non abbiate paura. La storia di un prete per sempre.
La storia di un prete per sempre – A 95 anni Don Cirillo Longo ha dato addio alla vita col sorriso e con la corona del Rosario sulla spalla: lo dimostra anche la fotografia scattata poche ore prima della sua. – Tanta vita alle spalle, tanta forza ancora nel cuore. Era stato ricoverato il 12 marzo scorso dopo essere risultato positivo al coronavirus. All’ospedale di Bergamo, epicentro della lotta al terribile morbo, don Cirillo non si era dato per vinto. “Non abbiate paura, perché tutti siamo nelle mani di Dio. Ci vediamo di là”, sono state le sue ultime parole prima di spirare, dopo una settimana di degenza, il 19 marzo scorso, solennità di San Giuseppe. – Ha sofferto, ma ha anche cercato di sollevare il morale, con la sua fede, gli altri malati e il personale che li curava: pregava il Rosario, diffondeva parole di speranza.
Al passaggio di San Francesco rifioriva la vita
Oggi 2 aprile è la festa liturgica di San Francesco di Paola che solitamente cade nel periodo della settimana santa o della Pasqua. Quest’anno la sua festa è mortificata dal contagio del coronavirus, la cui mortale infezione costringe a celebrare le sacre funzioni a porte chiuse e senza partecipazione di popolo. Ma il tutto verrà trasmesso in diretta streaming questa sera alle 18,30 dalla pagina Facebook della nostra testata giornalistica. – La pandemia del Codiv-19, di questi tristi giorni, offre l’occasione di richiamare il viaggio di Francesco di Paola in Francia dal re Luigi XI molto ammalato. In quel tempo c’era la peste che flagellava paesi e città della Provenza e Francesco li doveva attraversare. E dove passava lui rifioriva la vita.
Morire da soli, ma in pace e gioia
L’opinione pubblica è rimasta colpita della vicenda della Casa madre dei missionari saveriani a Parma, dove in una settimana sono morti 13 anziani confratelli, già missionari in altre parti del mondo. Nell’infermeria della struttura hanno affrontato il combattimento con la morte incombente e l”anno affrontato serenamente. Una vita donata ai fratelli fino in fondo, perché hanno vissuto una profonda comunione con la realtà nella quale erano immersi: essi scampati a mille pericoli ed epidemie in missione sono morti qui in Italia.
La dignità dovuta ai morti
Quante bare e nessuno a piangere i morti. Le tante bare chiuse in fretta e quasi ammucchiate in attesa della cremazione, il distacco repentino e crudele nelle forme dettate dalla contingenza del Covid-19, hanno suscitato qualche perplessità: dove è finita la dignità dovuta ai morti? – La vicenda di Lazzaro, amico di Gesù, morto tra il dolore delle sue sorelle Marta e Maria: compianto dallo stesso Gesù che si commuove e piange, accompagnato alla tomba da tanti amici e conoscenti che manifestano reazioni differenti. Riscoprire la dignità dovuta ai morti, sentimento di vera umanità per tutti, e la speranza che viene dalla fede, per chi crede nel Dio della vita e non della morte.
La domenica del pianto e della speranza
Ieri mattina, domenica 29, il Papa ha pregato per quanti sono nel dolore in questo tempo di afflizione. Nell’omelia ha ricordato che “anche Gesù ha pianto: tante persone oggi piangono, chiediamo la grazia di saper piangere con loro, come fa il Signore. Oggi sia per tutti noi la domenica del pianto.- Diversi medici in questi giorni si stanno affidando a Dio per servire meglio in questo tempo difficile, ritrovandosi in momenti di preghiera insieme a colleghi e pazienti. E molti pazienti moribondi li hanno dovuto accompagnare anche con una preghiera di benedizione. Medici del corpo e dell’anima.
Io sono la risurrezione e la vita
In tempo di pandemia del coronavirus tutto sembra parlare di morte. Ma in questa quinta domenica di quaresima il Signore Gesù ci rivela l’amore del Padre che vuole che nessuno dei suoi figli muoia per il peccato, ma che si converta e viva. – Alla morte dell’amico Lazzaro, Gesù si reca a Betania e conforta la sorella Marta con le parole: «Io sono la risurrezione e la vita».-
La fede non ci risparmia il dolore ma ci dona il sollievo di sapere che il Signore è qui con noi e ci aiuta a portare le nostre croci. – Papa Francesco ricorda la presenza del Signore in mezzo a noi, anche in questa prova ripetendo con fede le parole di Gesù: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» – Ci avviciniamo alla Pasqua. La resurrezione di Gesù è garanzia della nostra risurrezione. Il male sarà sconfitto.