Non si può partecipare all’Eucaristia senza impegnarsi in una fraternità vicendevole sincera. Ma il Signore sa bene che le nostre sole forze umane non bastano per questo. Anzi, sa che tra i suoi discepoli ci sarà sempre la tentazione della rivalità, dell’invidia, del pregiudizio, della divisione…Anche per questo Egli ci ha lasciato il Sacramento della sua Presenza reale, concreta e permanente, così che, rimanendo uniti a Lui, noi possiamo ricevere sempre il dono dell’amore fraterno”. E quando manchiamo, ecco il sacramento del Perdono!
Autore: Salvatore Brugnano
Quando cantano i bambini
C’è un incanto al quale non è facile sottrarsi: il canto dei bambini. Quando li sentiamo cantare è difficile rimanere impassibili: ti coinvolgono nella loro gioia, nella loro devozione, nel loro entusiasmo. I messaggi proposti sono semplici e immediati, soprattutto, religiosi. – Il mistero di fede, che i bambini cantarono la sera di Natale diventò attraente e irresistibile per Paul Claudel, e ne provocò la conversione, come ammette lo stesso interessato – Il 25 dicembre 1886, egli entrò ateo nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi e ne uscì cantando il Magnificat con la gioia esuberante di un bambino che ha appena ritrovato il babbo e la mamma.
Corpus Domini, il nostro paradiso
Ogni anno la solennità del Corpus Domini è onorata dalla Processione Eucaristica in ogni città e, in molti luoghi è rallegrata da bellissime infiorate che esaltano il Mistero dell’Eucaristia. Quest’anno, per le conseguenze del coronavirus le processioni sono state limitate o addirittura annullate: ma la Benedizione col SS. Sacramento, almeno dal sagrato della chiesa, ogni parrocchia la può vivere. – Questa solennità invita espressamente i fedeli ad onorare il Corpo di Cristo sacrificato per noi. Il cristiano, poi, non può dimenticare che la Carne di Cristo è quella dei sofferenti, dei malati, dei profughi che bisogna onorare con ogni rispetto e amore. L’Eucaristia è il nostro paradiso: ci unisce a tutta la Trinità e ai nostri fratelli.
Il canto degli umili a S. Antonio
Sul web ci sono innumerevoli siti che parlano di lui e raccontano la sua straordinaria vita e santità. Colpisce molto la devozione degli umili, dei semplici, che molte volte sono anche poveri e ultimi nella nostra società: gli ultimi nella considerazione del mondo, ma non in quella evangelica. Gesù ha rivolto a tutti un invito: “Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore!” – E gli umili sanno riconoscere i santi che fanno per loro: S. Antonio è uno di essi, forse il più accolto.
Donaci occhi per vedere le necessità degli altri
Donaci occhi, Signore, per vedere le necessità degli altri… Donami un cuore di carne, non un cuore di pietra, per amare te e il mio prossimo; donami il tuo stesso amore per amare veramente, dimenticando me stesso. – Signore, ho bisogno dei tuoi occhi: dammi una fede viva. – Più che di discussioni vuote, noi abbiamo bisogno di gesti concreti del bene, anche di un piccolo gesto.
Ognuno porta in sé qualcosa di unico
Ogni persona porta in sé qualcosa di unico: la capacità di resistere alle difficoltà, di sorridere anche nelle sventure, di consolare gli altri, quando invece si ha bisogno di essere consolati. – Alla radice di tutto questo il cristiano sa che gli basta avere la fede, anche una fede piccola ma vera e sincera per fare cose impensabili! Sono i miracoli della fede vera. – La fede è un dono che si riceve, ma anche una virtù che spinge ad operare il bene. Due poli che sono perennemente in dialogo: più si opera il bene e più si cresce nella fede. – La vita di molti “credenti” rischia di restare sterile, perché la loro “fede” non passa ad operare.
Latte gratis per solidarietà
Una piccola grande storia di solidarietà in Ecuador durante la quarantena del coronavirus quella che riguarda Alvaro Ramon allevatore di bestiame e fornitore di latte della regione amazzonica dell’Equador ed è raccontata sul sito delle Nazioni Unite. Il latte delle sue mucche rischiava di finire buttato via a causa della pandemia. Allora in tempi di lockdown ha pensato di regalarlo e lo ha portato a domicilio a chi, nella sua comunità, ne aveva più bisogno. Con il suo camion ha distribuito 50 litri di latte al giorno a circa 20 famiglie nella sua comunità. Una piccola grande storia di solidarietà.
Una morte satanica diventata raggio di luce
Vent’anni fa, il 6 giugno 2000 il barbaro omicidio della religiosa delle Figlie della Croce fu commesso da tre ragazze minorenni per un rituale satanico. – Oggi la sua tomba è diventata un raggio di luce per tanti giovani in ricerca delle loro identità. Il vescovo Oscar Cantoni assicura: «Suor Maria Laura è venerata dal popolo di Dio di tutte le età. Il suo sacrificio è il risultato finale di un’esistenza interamente donata, divenuta pane spezzato per la vita del mondo». Scriveva Suor Maria: «Sento l’urgenza di accompagnare i giovani e di chiedere aiuto a Gesù, perché essi non hanno punti di riferimento».
George Floyd: 9 minuti che cambieranno la storia
Per circa 9 minuti George Floyd, un uomo robusto di colore, a terra, schiacciato da un ginocchio che gli premeva con violenza il collo, ha supplicato il suo carnefice. Poi ha chiuso gli occhi e ha smesso di supplicare. La sua morte è stata dichiarata poco dopo. Tutto il mondo ha potuto vedere le terribili immagini e ascoltare la voce supplichevole del morente: un evento che ha scosso la comunità mondiale e ha messo in profondità il dito nella piaga del razzismo che ancora è presente nella vita di tutti i giorni negli USA e in tanti altri paesi del mondo. – Tanto dovrà cambiare ancora!
La Santissima Trinità in noi
Unità e Trinità di Dio è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. Nell’unico Dio noi adoriamo tre persone, ma non come una addizione (1+1+1 =3), ma come una comunione d’amore (1 x 1 x 1 = 1). – Perciò, una famiglia, che vive unita nell’amore, diventa l’icona più visibile del grande Mistero della Santissima Trinità. – «Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo». – Un Dio innamorato follemente degli uomini: il Padre coinvolto profondamente nella storia dei suoi figli, il Figlio che nel sacrificio della sulla croce ci rende la dignità di figli e lo Spirito Santo che ci guida!
Fratelli e sorelle dell’umanità sofferente
57 eroi della pandemia del Covid-19 insigniti dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella il due giugno, giorno della Festa della Repubblica Italiana. – Papa Francesco, nelle messe da Santa Marta, ogni mattina invitava a pregare per una specifica rappresentanza di questi eroi. Noi lo abbiamo accompagnato nella preghiera e ora riconosciamo i loro singoli meriti dalla motivazione ufficiale. – E’ bello e fa bene sapere che che ci sono fratelli e sorelle della umanità sofferente. Ma il bene lo possiamo fare tutti. Basta scrollarci di dosso la indifferenza che ci portiamo dietro.
Quanto vale un albero?
Per ripartire dalla situazione in cui ci ha messo il coronavirus, un modo concreto è certamente quello del rispetto della natura. In questi mesi di chiusura totale il nostro pianeta ha ripreso a respirare, l’aria si è purificata, le foto satellitari hanno evidenziato il miglioramento sensibile dell’eco sistema nelle zone altamente inquinate. Gli animali selvatici hanno trovato il coraggio di circolare liberamente. E tanti, ma tanti, erano contenti di poter ascoltare il cinguettio degli uccelli e non il sottofondo assordante del traffico. – Papa Francesco nella “Laudato sì” (2015) a suo tempo aveva richiamato fortemente all’impegno per il rispetto del creato, che non è nostro, ma che ci è stato affidato e noi dobbiamo consegnare ai posteri in buona salute.
Avevo fame, ero ammalato
Un modo concreto per ripartire dalla situazione in cui ci ha messo il coronavirus è certamente quella della solidarietà con i più bisognosi. E’ prendendosi cura concretamente di essi che noi possiamo mantenere solidi contatti con la realtà umana. L’empatia con i più bisognosi, cioè il rendersi concretamente vicini ad essi, dovrà essere il nostro vaccino contro il virus della indifferenza, che, purtroppo, non se ne andrà via col Codiv-19, perché è ben radicato in noi.
Il Santo pellegrino del Kyrie eleison
San Nicola pellegrino. Un santo dalla sorprendente personalità che consente di annoverarlo tra i “folli per Cristo”, uno che visse da “pellegrino e forestiero”, uno di “quelli della strada”, un ramingo. Quando era ancora ragazzino e viveva con sua madre e suo fratello, all’improvviso, cominciò ad esclamare continuamente a gran voce: “Kyrie, eleison”. E la gente cominciò a chiamarlo “Nicola-Kyrieleison”. Morì a Trani il 2 giugno 1094 e fu sepolto, per volere del vescovo, nella cattedrale. I miracoli che si verificarono sulla sua tomba così strepitosi che lo stesso vescovo, che lo aveva accolto e gli aveva permesso di svolgere la sua missione tra i coetanei, ne chiese la canonizzazione ad Urbano II, concessa nel 1098.
Le relazioni in famiglia alla fine del coronavirus
Coronavirus e relazioni familiari: sono migliorate o peggiorate? Beato chi avrà valorizzato il tempo della prova! – Mariti e mogli in una relazione d’amore paritaria, nel rispetto dei loro ruoli, ruoli che la nostra società tende sempre di più a confondere e a miscelare senza adeguato amore. Papa Francesco, da attento pastore, sa che l’abitudine può logorare la relazione più bella e suggerisce di usare le parole del cuore, semplici e magiche: “permesso”, “scusa”, “grazie”. Così il cuore rimane sempre attento alla persona amata. – E i figli hanno tutto da imparare.
Maria, Madre della Chiesa e dell’umanità sofferente
Il lunedì di Pentecoste, che quest’anno ricorre oggi 1 giugno 2020, in tutta la Chiesa, per volere esplicito di Papa Francesco, si celebra la memoria liturgica obbligatoria della Beata Vergine Maria. Era stato papa Paolo VI, durante il Concilio Vaticano II, il 21 novembre 1964, durante il Concilio Vaticano II, a dichiarare la Vergine Maria «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei pastori, che la chiamano “Madre amantissima” e a stabilire che l’intero popolo cristiano rendesse sempre più onore alla Madre di Dio con questo soavissimo nome. – Il popolo cristiano onora e ama Maria quale Madre della Chiesa e l’umanità sofferente ritrova oggi rinnovata fiducia di essere liberata dalla pandemia del coronavirus.
Pentecoste 2020
Pentecoste ieri, oggi, sempre. La prima Pentecoste cristiana è avvenuta nel Cenacolo, a Gerusalemme: lo Spirito Santo è sceso in maniera sensibile sulla Madonna e sugli Apostoli. Ancora oggi lo Spirito Santo continua a scendere su coloro che lo invocano, soprattutto se riuniti in assemblea. Lo Spirito Santo illumina, dà forza e crea unità. Siamo chiamati a fare Pentecoste per uscire dalla Babele della vita. Non c’è via di uscita. Qualsiasi iniziativa, anche la più spirituale, rischia di diventare Babele se è improntata al proprio egoismo e non persegue la gloria di Dio e il bene della umanità. Dio ci ha creati per la piena felicità.
La memoria liturgica di San Paolo VI nel segno del sacerdozio
Ieri 29 maggio si è celebrata memoria liturgica di San Paolo VI, morto a Castel Gandolfo il 6 agosto 1978, festa della Trasfigurazione di Gesù, In genere il santo lo si festeggia nel giorno della sua morte, ma la coincidenza della Trasfigurazione (festa) ha consigliato di scegliere un’altra data; appunto il 29 maggio, anniversario della ordinazione sacerdotale (1920 ) di Giovanni Battista Montini, che diventerà Paolo VI. Era giunto all’ordinazione con notevoli difficoltà, a causa della salute malferma. Il suo vescovo scriveva: «È un giovane che ha tutte le più belle qualità, ma gli manca la salute». E, non di meno, era convinto di ordinarlo ugualmente: «Vuol dire che lo ordineremo per il paradiso!». Sì, ma dopo una lunga e fruttuosa vita per la Chiesa e per l’umanità.
Un Santo “tutto di Dio” e tutto da conoscere
Un Santo “tutto di Dio” e tutto da conoscere. E’ Il gesuita Jean de Brébeuf (1593-1649) morto martire nel Canada del XVII secolo sconvolto da un’epidemia. Leggendo la sua vita e il suo martirio si riesce a intravedere l’immenso amore per Dio, per cristo e la sua Croce e per il popolo degli Uroni ai quali dedicò la sua vita, che oggi appare come una scuola d’amore per tutti.
Quanto lo Spirito soffia, i cuori si aprono
Quanto lo Spirito soffia, i cuori si aprono alla testimonianza che si offre, perché la testimonianza nasce dalla fede nella presenza e nell’azione dello Spirito che Gesù ci ha inviato. «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra». (At 1,8). Tutti possiamo e dobbiamo essere testimoni di quello che lo Spirito suscita in noi.