La commemorazione riguardava i 900 anni della morte del fondatore dell’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, divenuto poi Sovrano Ordine Militare dei Cavalieri di Malta, il Beato Gerardo Sasso. Fondò un ospedale per curare feriti e malati di ogni religione, divenendo segno del dialogo interreligioso e della solidarietà e fratellanza tra i popoli. – Oggi l’impegno dell’Ordine degli Ospitalieri non riguarda solo i poveri o i malati ma anche gli emarginati, i perseguitati, i rifugiati, senza distinzione di razza o di religione. – I cristiani sono chiamati ad agire sempre nel nome di Gesù: questa è la condizione di autenticità della vera azione apostolica e la vera forza della Chiesa.
Autore: Salvatore Brugnano
Fare il bene fa sempre bene
Fare il bene fa sempre bene. Vale sempre la pena di fare il bene, anche non non ci saranno grossi risultati: se si fa il bene, si rimane in Dio. – Per cambiare il mondo basta che qualcuno, anche piccolo, abbia il coraggio di incominciare. Ognuno di noi individualmente non può salvare il mondo. Ma insieme si può fare tanto e l’importante è fare la nostra parte, perché così almeno non dovremo rendere conto a Dio delle nostre omissioni. I buoni esempi non mancano: quanti santi pionieri del bene. Oggi i volontari in azione sul fronte del bene salvano la nostra umanità. E Gesù ci dice: «Ogni volta che avete fatto il bene a uno solo dei miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».
A che serve accumulare soldi?
A che serve ancora oggi accumulare soldi, anche a danno degli altri, e chiudere gli occhi alla solidarietà e alla condivisione? “Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. (Mt 6,19-20).
La Perdonanza de L’Aquila, farmaco contro l’odio
La sera del 29 agosto il cardinale arcivescovo de L’Aquila Giuseppe Petrocchi insieme al il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ha chiuso la Porta Santa nella basilica di Collemaggio, al termine della tradizionale Perdonanza celestiniana che si era aperta il giorno prima. E’ terminato dunque in quel momento il Giubileo aquilano voluto da Papa Celestino V con la Bolla del 1294, il primo della storia. L’appuntamento del Perdono era iniziato il giorno 28, con l’apertura della stessa Porta Santa da parte dell’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Maria Zuppi. – Così, come ogni anno, il 28 e il 29 agosto L’Aquila ha rinnovato il rito solenne della Perdonanza.
Trasformare le pietre in pane
“Trasformare le pietre in pane” è la tentazione subita da Gesù da Satana nel deserto al termine del suo lungo digiuno. Gesù allontanò la tentazione (“Non di solo pane vive l’uomo…”). – Ancora oggi il cristiano non si può rivolgere a Cristo: “Perché col tuo potere non sfami tutti i bisognosi? Perché non porti la giustia e la pace ad una umanità sempre in conflitto? – Gesù non è venuto per una missione di salvezza umanitaria “terrena”, Gesù è venuto per una missione di salvezza umanitaria “eterna”. -“Venga il tuo Regno!” e a questo regno il cristiano collabora, cambiando se stesso, aiutando a cambiare gli altri perché tutti abbiano occhi, cuore per chi soffre. Allora sarà possibile cambiare le “tante pietre superflue e inutili” in pane di vera fraternità.
Quando i coniugi litigano
Quanti litigi in un rapporto di coppia nel matrimonio. Nessuna meraviglia se accadono. Ciò che resta veramente importante è il dialogo da avviare dopo il loro litigio, perché il dialogo è la porta della riconciliazione. Uno sguardo di fede alla Santa Famiglia farà tanto bene alle coppie in difficoltà.
Seguire davvero Gesù
“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. (Mt. 16, 24). – Seguire il Redentore che porta la croce del mondo è segno di amore per Lui e di solidarietà con il mondo intero. Non c’è salvezza senza Croce e senza amore. S. Alfonso così pregava: “Mio Redentore, tu ci inviti a seguirti: sì, vogliamo seguirti e morire con te, ma dacci la forza di poterlo fare!” – E saremo nel numero dei Beati.
Quando il denaro corrode il bene comune
In questo nostro mondo dominato da una economia malata, messa ancora in più evidenza dalla crisi del coronavirus, è arrivato il tempo della solidarietà interpersonale e anche internazionale. “Quanti bambini, oggi, muoiono di fame per una non buona distribuzione delle ricchezze, per un sistema economico come ho detto prima; e quanti bambini, oggi, non hanno diritto alla scuola, per lo stesso motivo. (Papa Francesco)
Traumi infantili e peccati di famiglia
Il peccato ha una potenza distruttiva delle nostre relazioni. Per chi ci crede, è sempre il momento di mettere in atto gli atti spirituali a difesa dello spirito proprio e della pace della famiglia o della comunità. Il peccato non è una parola… E’ un virus che entra dentro di noi e stravolge le nostre buone intenzioni. Anzi, il virus del peccato originale lo abbiamo ereditato, pur non volendo, siamo contagiati e rischiamo di contagiare anche gli altri. Il Battesimo ricevuto ci ha tolto il peccato originale, ma restano le sue conseguenze che noi dobbiamo combattere con le armi della fede. – Il coronavirus, ancora in corso, ci sta insegnando che non si può abbassare la guardia!
Umiltà della radice
Le radici non si vedono, eppure sostengono la pianta. Le radici sotto terra sono in ordine sparso, eppure governano la linearità e geometria della pianta. Le radici sono rugose e nodose, eppure i frutti e fiori che riempio la pianta attirano lo sguardo. – La radice ci richiama la virtù dell’umiltà. – Gesù ci ha detto: «Imparate da me che sono mite ed umile di cuore» [Mt 11,29].
Appello degli scout per Don Minzoni beato
Giovanni Minzoni (Ravenna, 29 giugno 1885 – Argenta, 23 agosto 1923) fu un sacerdote italiano, noto anche colloquialmente come Don Minzoni. Medaglia d’argento al valore militare durante il periodo da cappellano nel corso della prima guerra mondiale, e vicino alle posizioni cristiano-sociali del partito popolare, fu da sempre oppositore del fascismo, e non mancò di mostrare la sua contrarietà e opposizione al nuovo regime che si venne instaurando in Italia nel 1922. Nell’agosto del 1923 fu aggredito da due squadristi del partito nazionale fascista e, a seguito delle lesioni riportate, morì poche ore più tardi. oggi si chiede di iniziare il processo di Beatificazione.
Essere peccatore e riconoscerlo
Essere peccatore e riconoscerlo è una grazia. Riconoscersi peccatori è necessario, anche se cambia il modo di esprimerlo. C’è chi si batte il petto, c’è chi si mette in ginocchio, c’è chi non osa alzare lo sguardo per incrociare quello di Cristo o andando in chiesa rimane discretamente dietro una colonna. L’apostolo Pietro arrivò perfino a dire a Gesù: “Signore, allontanati da me perché sono un peccatore” (Lc 5,11). – Ognuno può esprimersi con i gesti che gli facilitano la “personale confessione”. Un celebre pittore, Rembrandt, trovò il suo personalissimo modo: si dipinse mettendosi tra quelli che insultavano Cristo appeso in croce.
Madonna e Santi ostaggi delle mafie?
Religiosità popolare e criminalità. Liberare la Madonna dalle mafie: questo il senso del messaggio di papa FrancescoFrancesco mandato alla Pontificia Accademia Mariana internazionale (PAMI). La devozione mariana va salvaguardata da una religiosità fuorviata. Nel mirino, indicati «gli inchini» delle statue ai boss nelle processioni e la presenza dei clan nelle feste patronali. «Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore». Occorre convertirsi al vero Dio di Gesù Cristo. E non voltare le spalle quando si manifestano queste deviate devozioni religiose. Siamo tutti coinvolti.
Tu sei il Cristo… Tu sei Pietro
Pietro è stato scelto da Cristo come capo della sua Chiesa e vive nella serie ininterrotta e legittima dei suoi successori nella sede apostolica di Roma, dove Pietro diede a Cristo con il martirio la testimonianza suprema. Oggi il nostro pensiero e la nostra preghiera va per Papa Francesco e la sua missione; egli invita a farci carico della cura del Creato, la casa comune che ci è stata affidata, sapendo che ciò che di buono vi è in essa verrà assunto nella festa del cielo. «Insieme a tutte le creature, camminiamo su questa terra cercando Dio».
Doni ricevuti e donati
Dio ha dato a tutti doni e talenti: fantasia, intelligenza e volontà di bene. Il mondo sa apprezzare e monetizzare la qualità dei doni e talenti. Ma tanti doni e talenti ricevuti rischiano di non essere messi in “circolazione gratuita” per una sorta di pigrizia esistenziale oppure per timidezza o diffidenza. Impariamo che ogni dono ricevuto e donato diventa un investimento per una umanità nuova e migliore.
Se muore un bambino
L’attenzione pubblica, finora rivolta alla scomparsa del piccolo Gioele, ora si rivolgerà al come e perché è morto: nasceranno tante ipotesi fino a che qualcuno ponga la parola “fine”. – Intanto la morte di un bambino ferma il tempo; apre una voragine che inghiotte il passato e anche il futuro. – Guardando l’enorme attenzione data al caso di Gioele, è il caso di fare attenzione (e non poca) uando si tratta di morti dovute a situazioni di fame e di malattia o di guerra. E recuperare la sensibilità quando si tratta di bambini morti per scelta di aborto, quasi che essi non avessero diritto alla vita. – Che strana la persona umana. Sa soffrire per la morte di un bambino solo e restare poi indifferente per le strage di innocenti.
L’amico fedele è un tesoro
Spesso le grandi amicizie nascono da un piccolo gesto gratuito di accoglienza e di bontà. Se andiamo indietro nei nostri ricordi li troveremo questi gesti e sorrideremo per l’amicizia che ci ha legati a persone che non conoscevamo. – Dio ci ha amati per primo, creandoci, dandoci la vita e tanti doni per cui essergli grati. E poi ci ha amato, donandoci il suo stesso Figlio Gesù. – Nella misura in cui ci impegniamo a vivere questa amicizia, troveremo la nostra felicità già in terra e incontreremo tanti amici di Dio e di Cristo con i quali scambiare e cantare la nostra gioia.
Ricordo di un vescovo che amava il suo popolo
Spagnolo di nascita, religioso clarettiano, Pedro Casaldáliga Plá arrivo missionario in Brasile. Paolo VI lo nomino e consacro vescovo nel 1971. Da allora, in un Mato Grosso segnato da analfabetismo ed emarginazione sociale, dove a farla da padroni erano i proprietari terrieri, dom Pedro divenne “teologo della liberazione”, “profeta dei poveri”, “vescovo del popolo”: «Qui si uccide e si muore più di quanto si viva. Qui uccidere o morire è più facile, alla portata di tutti, che vivere». – «Mi chiameranno sovversivo. E io dirò loro: lo sono. Per il mio popolo in lotta, vivo. Col mio popolo in marcia, vado».
Un minuto in paradiso
Le manifestazioni dell’Assunzione della Madonna dei giorni scorsi hanno posto in evidenza il desiderio di cielo che c’è in tutti noi. E i morti che si succedono a livello mondiale, nazionale ed anche familiare sembrano riproporci l’antica domanda: ma davvero andremo in cielo? come sarà il cielo? – Noi crediamo che nascere a questa vita comporta il vivere per sempre nell’altra, e solo quello che non muore e dura può dare senso pieno alla vita. – Risuonano attuali le semplici parole imparate al catechismo: Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo (nel nostro prossimo) in questa vita e poi goderlo per sempre nell’altra. Coraggio: guardiamo sempre il cielo, mentre camminiamo con responsabilità sulla nostra terra
Prima del divorzio vorrei…
Questo delicato racconto è dedicato a chi sta pensando al divorzio. Fu scritto da Dag Hammarskjöld, diplomatico svedese, segretario generale dell’ONU dal 1953 al 1961, anno in cui morì in un incidente aereo. Gli fu conferito postumo il Premio Nobel per la pace per la sua attività umanitaria. – Il racconto rivela tutta la freschezza degli autentici sentimenti di amore, che spesso affonda nel duro quotidiano della vita. Esso, però, può risorgere a nuova vita. “Non hanno più vino”, non hanno più amore… ma tutto può rinascere”.