Un Re per sempre, per seguirlo fino alla fine. – Tutti viviamo la nostra vita, ma come? Viviamo da figli o viviamo da schiavi? Viviamo da persone libere oppure secondo la logica mondana, corrotta?, chiede continuamente Papa Francesco. – La libertà ci fa sentire veramente liberi quando rispondiamo alla nostra responsabilità di vivere bene il nostro tempo. – Il nuovo anno, 2021, che si è aperto con la 54a Giornata mondiale della Pace ci consegna uno scottante tema ereditato dalla pandemia del coronavirus: «La cultura della cura come percorso di pace». Un impegno serio e globale, capace di far progredire l’umanità sulla via della fraternità, della giustizia e della pace fra le persone, le comunità, i popoli e gli stati. – Su questa strada c’è il Bambino Gesù, un piccolo RE che ci chiede di seguirlo.
Autore: Salvatore Brugnano
MADRE DI DIO, REGINA DELLA PACE
Otto giorni dopo il Natale del Signore, la Chiesa celebra la Santissima Madre di Dio, Maria, la Regina della Pace.- “Ti salutiamo, Maria, Madre di Dio, venerando tesoro di tutto l’universo, santo verginale grembo
che hai contenuto l’Incontenibile! Per te è glorificata e adorata la Trinità! Per te esulta il cielo, si allietano gli angeli, sono messi in fuga i demoni” – Oggi ricorre la 54a Giornata mondiale della Pace col tema : «La cultura della cura come percorso di pace». Un impegno serio e globale, capace di far progredire l’umanità sulla via della fraternità, della giustizia e della pace fra le persone, le comunità, i popoli e gli stati.
RINGRAZIARE DIO PER L’ANNO 2020
E’ stato anno difficile e drammatico quello che sta per concludersi, ma è doveroso cercare di ringraziare Dio per quanto ci è capitato di vivere in questo anno terribile. Papa Francesco con la sua fede e la sua umiltà ha sostenuto il cammino di tanti che erano pronti a cedere allo scoraggiamento e l’opinione pubblica mondiale gliene rende pieno merito. – E noi dobbiamo impegnarci a trovare i tanti motivi di dire grazie a Dio, che non è rimasto assente in questo anno crudele e il Bambino Gesù in questo Natale, mostrando la sua croce, ci assicura ancora: “Io sto con voi… cammino con voi… soffro con voi”.
S. ALFONSO CANTORE DEL NATALE
La culla e la croce – “O Gesù mio, per chi tanto patir? per amor mio!.. O mio Signore, tu piangi non per duol, ma per amore. Tu piangi per vederti da me ingrato, dopo sì grande Amor, sì poco amato”. – Figlio di Dio fatto uomo, permettici di avvicinarci al tuo cuore. Donaci di non crederci grandi nelle nostre esperienze. Donaci, invece, di diventare piccoli come te affinché possiamo esserti vicini e ricevere da te umiltà e mitezza in abbondanza. Noi e il mondo tutto non troveremo né salvezza né pace, se non torniamo a incontrarti di nuovo nella mangiatoia di Betlemme (particolari della tela di Giuseppe Grimaldi nella chiesa del Gesù in Tropea (VV).
Stille Nacht, dolcissimo canto di Natale
“Stille Nacht, Heilige Nacht!” – Questo canto, tradotto e adattato in quasi tutte le lingue del mondo, fa subito respirare la magica atmosfera dell’intimità del Natale. La sua origine fu una improvvisazione nella notte di Natale con il piccolo coro della parrocchia e gli autori furono il parroco padre Mohr e l’amico Franz Gruber maestro elementare che suonava la chitarra. Una umile origine, ma quanta gioia ha portato e continua continua a portare questo dolcissimo canto!
IN GESÙ VIVIAMO LA VERA AMICIZIA
Con la sua nascita in mezzo a noi Gesù è diventato un amico, un caro amico, il nostro vero amico. Lo si canta e lo si prega, lo si sente vicino come una persona di famiglia e forse più. – In tante persone Gesù è entrato nella loro coscienza e nelle scelte della vita ed esse hanno sperimentato che Gesù non era affatto un amico della fantasia, ma un vero amico e guida di vita. – L’amicizia è un tesoro prezioso: bisogna viverla concretamente.- Questi giorni del Natale di Gesù offrono l’occasione di incontrare da amico i più sfortunati e di offrire loro concretamente la nostra solidarietà.
UNA FAMIGLIA TUTTA SANTA
La santa Famiglia di Nazareth è modello di vita e promessa di gioia. Essa è da sempre proposta dalla Chiesa come il più eccellente modello e la più sicura protezione di tutte le famiglie. In essa non v’erano né servi, né serve. Un solo servo vi era in questa casa, ed era il Figlio di Dio, che volle farsi figlio dell’uomo, per farsi umile servo, e qual servo ubbidire ad un uomo e ad una donna: “ed era sottomesso a loro” (Lc. 2, 51).
UN PASTORE IRASCIBILE E SCONTROSO
Stare davanti al presepe, come stare nella grotta di Betlemme. – Dio ci vuole incontrare tutti e la grotta di Betlemme è il luogo privilegiato del nostro incontro con Lui, dell’incontro di Dio con l’uomo. – Qui l’uomo è invitato silenziosamente a lasciare cadere la cattiveria e l’indifferenza che gli riempie il cuore. – Il bambino adagiato sulla paglia è il Figlio dell’Altissimo, che non ha esitato di abbassarsi al punto da incontrare l’uomo; anzi a diventare egli stesso uomo. Ma ora è l’uomo che deve desiderare e impegnarsi ad essere e vivere come figlio di Dio.
NATALE È SEMPRE NATALE
Anche quest’anno celebriamo il Natale. A molti può sembrare, ma è così. Natale è sempre Natale, il Natale del Figlio di Dio. «Egli viene e con Lui viene la gioia», scriveva don Primo Mazzolari. – Mai come oggi, seppur tra mille difficoltà e sofferenze, questo è il «tempo di credere». Anche quest’anno, infatti, celebriamo la Speranza che si è fatta carne in un’umile grotta di Betlemme e ha attraversato «i mondi». – La pandemia sembra aver sospeso ogni ambito della vita, ma il Salvatore continua a nascere per noi e in noi: Dio non ci lascia da soli». (cardinale Gualtiero Bassetti) – Anche noi anche noi vogliano restare accesi dal questo felice fuoco del natale, che rende l’anime contente in questa terra e beate nel cielo» (S. Alfonso de Liguori).
E TU BETLEMME DI EFRATA
E tu Betlemme di Efrata… – “Felice chi ha Betlemme nel suo cuore, nel cui cuore, cioè, Cristo nasce ogni giorno! Che significa del resto “Betlemme”? Casa del Pane. – Siamo anche noi una casa del pane, di quel pane che è disceso dal cielo.” (S. Girolamo, commento al Salmo 95).
AUGURARE UN NATALE VERO
Quali auguri dare in questo Natale segnato dalla pandemia? Molti stanno soffrendo per le restrizioni imposte per l’occasione. – – Ma se ci si pensa un po’, non è il virus che ci ha espropriato del Natale, ma il consumismo con il suo stile di vita. Si rischia di essere davvero ipocriti, se è lo stile del consumismo a guidarci. – Se il Natale deve esprimere un’aspirazione di bene e di pace per tutti, allora facciamoli gli auguri, ma con gli occhi lucidi di commozione e di solidarietà verso tutti coloro che la vita (e questa pandemia in particolare) costringe a camminare a piccoli passi, o che vengono addirittura risucchiati in vortici di tenebre e barbarie. – Questo Natale è l’occasione di pensare seriamente agli altri: portare loro un sorriso. L’augurio di Papa a tutti per Natale è quello di lasciarsi “stupire dal sorriso di Dio, che Gesù è venuto a portare”.
IL PASTORE CHE GUARDA LONTANO
Tutti possiamo percepire che il presepe non si costruisce a caso, ma che ogni particolare ha il suo significato e ogni pastore scelto il suo messaggio da consegnare al visitatore. Quel pastore nel presepe che guarda il cielo richiama la vocazione di Abramo: “Esci dalla tua terra…” e diventa un appello a tutti di mettersi in viaggio dopo aver scrutato con meraviglia i disegni di Dio, dove il piccolo diventa immenso.
SACERDOTE MORTO PER COVID NELLA LUCE DEL NATALE
In Messico è morto per Covid il «padre dei migranti», il gesuita Padre Pedro Pantoja. Una vita spesa accanto ai migranii per i quali nel 2004 il rifugio aveva fondato Belém di Saltillo. Convinto difensore dei diritti umani dei poveri, dei lavoratori, dei contadini e dei migranti centroamericani rifugiati in Messico, ha ricevuto premi e riconoscimenti nazionali e internazionali per il suo lavoro altruistico.- Le minacce dei narcos non lo intimidivano, perché la sua fede in Dio era grande. Aveva 76 anni.
VIENI, SIGNORE, AD ABITARE TRA NOI
L’Avvento culmina con il mistero della Vergine Madre, Maria di Nazareth, che riceve dall’Angelo lo straordinario e unico annuncio che darà un Figlio a tutta l’Umanità. – NATALE è incontrare il Figlio di Dio nato dalla Vergine Maria. – ALLORA SARÀ UN BUON NATALE PER TUTTI.
LA PREGHIERA, COMPAGNA DI VIAGGIO
Se è vero che il tuo prossimo comincia da chi ti sta più vicino, è vero anche che non si ferma ad essi. Il tuo prossimo sono tutti gli altri, e a tutti gli altri devi fare arrivare il tuo amore attraverso la preghiera, a volte scordandoti anche di te stesso. E così, pregando per loro, diventa facile anche amare i propri nemici. – E così, quando sentiamo di tanti infelici che soffrono a causa delle malattie o degli sconvolgimenti della natura, e sembra che noi non possiamo farci niente, ricordiamoci di pregare per loro. In qualche modo Dio ascolterà la nostra preghiera.
IL CALABRESE MONS. BATTAGLIA ARCIVESCOVO DI NAPOLI
Monsignor Domenico Battaglia nominato nuovo arcivescovo di Napoli. Originario di Satriano in provincia di Catanzaro e ordinato sacerdote nel 1988, ha svolto il suo mistero sacerdotale e pastorale nella arcidiocesi di Catanzaro-Squillace interessandosi sempre to ai più deboli e agli emarginati tanto da essere chiamato “prete di strada”. Nel 2016 Papa Francesco lo nomina vescovo in Campania, nella diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti. Quest’ultima fu la diocesi di S. Alfonso, dove ancora oggi c’è il Monastero delle Monache Redentoriste. E con i Redentoristi Mons. Battaglia ha intrattenuto fraterni rapporti nella comunità di S. Andrea sullo Jonio a pochi chilometri da Satriano. Ora Papa Francesco lo ha scelto per Napoli, dove grande è l’attesa di una risposta pastorale rivolta ai più deboli. E Mons. Battaglia si impegna a proporre una Chiesa dove non si celebrano solo dei riti, ma la vita e le speranze delle donne e degli uomini del nostro tempo.
INIZIATA LA NOVENA DI NATALE 2020
L’asino e il bue della capanna di Betlemme rappresentano quelle virtù particolari quali l’umiltà, la mansuetudine, la pazienza che ci rendono più umani e ci dispongono a vivere meglio il Natale. Nel presepe invece non troveranno posto i furbi, i violenti, i vanitosi. S. Alfonso, cantore del Natale (Tu scendi dalle stelle, Fermarono i cieli, Quanno nascette Ninno…) pregava cantando: “Vorrei stare accanto a Ninno bello, come ci sta il bue e l’asinello!”. – Contemplando lo spirito di povertà di umiltà e di semplicità presente nei presepi tradizionali saremo più pronti ad accogliere Gesù nel Natale.
UNA SUORA PORTAVA IL PANE
Ci sono persone che nel silenzio si spendono molto per il prossimo. Questa è la “suorina Assunta”, così tutti la chiamavano dove viveva, nelle case popolari di Via Cittadini – Zoagli. Una lunga missione umanitaria in Burundi negli anni Ottanta, dove era rimasta per 17 anni e mezzo. Poi al ritorno a Quarto Oggiaro, in un modesto appartamento in via Zoagli, viveva da sola e svolgeva il suo servizio a fianco ai poveri. Per mantenersi all’inizio svolgeva mestieri umili, come la stiratrice e la collaboratrice familiare. – Era solita frequentare i mercati rionali per raccogliere gli avanzi e gli scarti alimentari da donare ai poveri. Recuperava qualsiasi cosa, dai pannolini alle uova al latte, da distribuire ai bisognosi del quartiere. “Ciao Suorina!”.
NEL PRESEPE LE NOSTRE RADICI E IL NOSTRO FUTURO
L’albero e il presepe ci aiutano a contemplare il mistero della nascita di Gesù. Sono “simboli affascinanti del Natale. Possano portare nelle famiglie e nei luoghi di ritrovo un riflesso della luce e della tenerezza di Dio, per aiutare tutti a vivere la festa della nascita di Gesù. Contemplando il Dio Bambino che sprigiona luce nell’umiltà del presepe, possiamo diventare anche noi testimoni di umiltà, tenerezza e bontà” papa Francesco).
SANTA LUCIA, IL BISOGNO DI LUCE
Anche se la leggenda degli occhi strappati è priva di fondamento, Santa Lucia è universalmente invocata come Protettrice degli occhi e della vista: ne sono testimoni le tante cliniche oftalmiche dedicate a lei, a partire da quella famosa di Barcellona, e la festa di “Santa Lucia” della Svezia che è un vero inno alla luce.