Fede e dintorni

Rivivere il carisma di Don Mottola

29 giugno. Il giorno di Don Mottola. Quest’anno non un solo giorno, ma una intera settimana per rivivere la vicenda terrena del sacerdote simbolo di Tropea, nella concreta speranza che l’anno culmini con la celebrazione della sua Beatificazione. La serva di Dio Irma Scrugli (1907-1994), discepola spirituale del prossimo Beato ed anche lei in cammino per la beatificazione, non mancherà di vegliare affettuosamente su quanto si farà per incontrarsi col luminoso carisma di Don Mottola, interprete e testimone autentico della carità in terra di Calabria.

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Beati Martiri redentoristi Ucraini

I quattro Beati Martiri Redentoristi Ucraini: “Esultano in cielo i santi martiri, che hanno seguito le orme di Cristo; per il suo nome hanno versato il sangue e si allietano per sempre nel Signore”. – Il Beato Nicola Carneckyj, vescovo, il Vescovo Basilio Velyckovskyj, il sacerdote P. Zenone Kovalyk e il sacerdote P. Ivan Ziatyk, sono conosciuti come i quattro martiri redentoristi ucraini. – Furono beatificati da Giovanni Paolo II (ora Santo) il 27 giugno 2001 e fanno parte del numero dei 25 martiri della Chiesa greco-cattolica ucraina beatificati in quel giorno.

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La Madonna del Perpetuo Soccorso a Tropea

L’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso è tra le più diffuse nel mondo, come anche la sua devozione promossa dai Missionari Redentoristi. Consegnandola ad essi nel 1866 e ammirando la bellezza della Madonna nella sacra Icona, il beato Pio IX disse: “Quant’è bella! Fatela conoscere!”. – A Tropea viene venerata nella chiesa dei Redentoristi, la chiesa del Gesù. Nel 1949 i fedeli offrirono oggetti d’oro per fare la corona alla Madonna del Perpetuo Soccorso e alla Madonna di Pompei, come si può vedere ancora oggi.

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La forza della fede

La forza della fede – Davanti al dolore Gesù non resta mai indifferente: un papà angosciato che lo supplica di guarire la figlia dodicenne, ormai in fase terminale; e poi di una donna, che da dodici anni moriva lentamente per perdite di sangue, gli si avvicina furtiva, gli tocca il mantello e guarisce. – Il papà disperato si sente dire da Gesù: «Non temere, soltanto abbi fede!»; e la donna ammalata da dodici anni: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». – La vera rinascita, la guarigione dalla morte e dalla malattia, è l’esito di un atteggiamento di fede nel quale si riconosce la potenza salvifica del Cristo.

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Quando la bellezza tocca i detenuti

Una giornata di bellezza per alcuni detenuti di Rebibbia in visita al Vaticano. un cesto di pane fresco offerto al Papa, a Casa Santa Marta; poi la visita ai Musei Vaticani. Accompagnati dal cappellano, padre Moreno Versolato, con la presenza dei due giudici per verificare gli effetti di questa giornata. – “Una vera comunità” si è sentito questo gruppo di detenuti accolti quali «ambasciatori» di Rebibbia. – Tanta bellezza arriva in questo periodo di pandemia in cui i detenuti hanno sofferto moltissimo l’isolamento e l’emarginazione per l’impossibilità di abbracciare i propri cari, con situazioni davvero al limite. – Grande e sincero è l’affetto delle persone detenute per Papa Francesco.

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Dichiarato Venerabile uno dei fondatori dell’Unione Europea

Robert Schuman, uno dei fondatori dell’Unione Europea, è dichiarato Venerabile. Papa Francesco ha autorizzato a promulgare il Decreto che riconosce le virtù eroiche dello statista francese che fu tra i padri fondatori dell’Europa unita. Diventa venerabile per la fede e l’impegno di portare alla Europa che usciva dalla 2a guera mondiale una pace che era frutto della riconciliazione: cittadino di un paese vincitore, tese la mano al nemico vinto e gli chiese perdono, atteggiamenti per l’idea di una nuova Europa. – Il suo esempio può ispirare oggi quanti hanno responsabilità nell’Unione Europea, chiamati ad affrontare in spirito di concordia e di collaborazione le conseguenze sociali ed economiche provocate dalla pandemia del coronavirus.

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Vita di un chirurgo felice

Enzo Piccinini (1951-1999) fu un chirurgo: fece il medico per incontrare la felicità. – “Chirurgo sui generis” in quegli anni in cui si avviava alla professione, Piccinini credeva fermamente nella necessità di occuparsi dei pazienti in tutta la loro umanità: preoccupandosi dei loro affetti e aiutandoli di fronte al dolore e al timore della morte, come parte del proprio mandato: “Ho fatto tutto per essere felice, mettendo il cuore in quello che facevo” – Una vita unica, che ha portato la Chiesa a proclamarlo “servo di Dio” e ad avviare il processo di canonizzazione.

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Donare è bello oltre che un dovere

Quante cose potremmo donare? Tante, ma davvero tante. Eppure rimaniamo rattrappiti dal nostro immobilismo e dalla nostra pigrizia. E lo spreco aumenta. Donando al mio prossimo il mio superfluo, non solo non lo spreco, ma lo metto a profitto; lo dono al vero proprietario. San Basilio Magno diceva che tutto quello che avanza ai nostri bisogni appartiene ai poveri.

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Una donna anziana perse 20 euro

Perdere un biglietto di venti euro e poi scoprire che dieci persone del condominio l’hanno trovato e te lo hanno riportato; anzi di più, che il biglietto non l’avevi perso, ma solo smarrito nella tasca della giacca… Sarebbe una bella umanità. Ma intanto è importante non mettersi subito a sospettare e a giudicare gli altri quando ci succede qualcosa di poco gradito. Meglio restare aperti alle sorprese della nostra umanità, capace non solo del male, ma anche del bene.

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Nella tempesta restare accanto a Gesù

I discepoli sono impauriti per la tempesta che si scatenata sballottando la loro piccola barca. E intanto Gesù dorme. Nella paura ricorrono a Lui: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». – Gesù, con autorità, fa cessare il vento e calma il mare in tempesta. Ma richiama i discepoli, la cui paura è dovuta alla poca fede. – Come i discepoli, anche noi ci rivolgiamo con fiducia al Signore Gesù, morto e risorto per noi, perché con la sua pace doni forza e coraggio per resistere alle tempeste della vita. – Dio sarà in tutti coloro che, insieme, compiono i gesti esatti e semplici che proteggono la vita dei più deboli.

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È Dio che ci deve importare

Dice Gesù: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. (Vangelo di Matteo 22,37-38)… Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. (Vangelo di Matteo 6,33)». – Perciò commentava Santa Tersa d’Avila: «Niente ti turbi, niente ti spaventi, tutto passa: Dio non cambia; chi ha Dio, nulla gli manca: solo Dio basta». – Dalle vicende della vita impariamo che è Dio che noi dobbiamo amare, non i suoi doni! Siamo stati creati non per le cose che passano, ma per l’amore eterno.

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Il Rosario dei bambini sfollati in Myanmar

Tra le drammatiche foto degli sfollati interni del Myanmar in questo difficile momento della sua storia, colpiscono quelle dei bambini che sembrano trovare unico conforto nella pratica della preghiera. Commuove la foto del piccolo Michael Phe, undicenne cattolico, che nelle avversità ha cominciato ad invocare senza esitazione la Mamma celeste per chiedere nutrimento per il corpo affranto e pace per la sua terra. Egli prega costantemente il rosario per gli sfollati, portando sempre al collo la corona del rosario.

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Il pane di Sant’Antonio

I fedeli di S. Antonio, nelle loro comunità, domenica 13 giugno hanno celebrato la sua festa e le devozioni legate al suo culto con le varie benedizioni, compresa quella del pane: il pane di Sant’Antonio o pane dei poveri. – Ma le restrizioni per il coronavirus (ancora in in atto, ma ormai transitorie) non hanno permesso la celebrazione dappertutto. – La benedizione del pane di Sant’Antonio nel corso dei secoli ha sensibilizzato concretamente i fedeli alla carità e alla solidarietà più vasta, diventando una delle istituzioni sociali non governative più grandi al mondo nell’aiutare poveri e immigrati.

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Anziana cristiana salvata da famiglia musulmana

Una famiglia musulmana ha salvato un’anziana cristiana dall’ISIS: Camille Haddad di 98 anni – Questa storia è un esempio su come accoglienza, fraternità, vicinanza e amicizia sono ben al di sopra di guerre, divisioni ideologiche e conflitti religiosi. – “Daesh poteva cacciarci”, ha ricordato Camille, “ma Elias Abu Ahmed ci ha accolte e ospitate nella sua casa. Ed ora Camille è diventata la nonna di tutta la famiglia con 14 figli. – Questa storia è un esempio della fraternità possibile tra cristiani e musulmani; e la vicinanza e fraternità vincono qualsiasi ideologia, odio o differenza religiosa.

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Morto il prete degli zingari

Milano. Addio a don Mario Riboldi, nomade per il Vangelo, prete degli zingari. È morto l’8 giugno di sera. – Sacerdote del clero di Milano, è morto a 92 anni dopo una vita tutta dedicata a rom e sinti. Una vita condivisa in tutto e fino in fondo con gli zingari. Aveva tradotto il Vangelo di Marco in cinque lingue zingare. E lo stesso aveva fatto con testi liturgici, preghiere, canti. – Nel suo lungo e fedele ministero sacerdotale ha agito sempre con lo zelo del buon pastore.

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Figlio sacerdote, mamma suora

Non sono pochi i casi che vedono figli sacerdoti e genitori (mamma o papà) consacrati nella vita religiosa. Diversi istituti (anche i Redentoristi) possono raccontare esperienze capitate a loro. – Così la foto di un sacerdote brasiliano dell’Istituto del Verbo Incarnato, p. Jonas Magno de Oliveira, con sua madre, una suora contemplativa dello stesso carisma, è diventata virale sui social media. – Il sacerdote ha condiviso la storia di questa chiamata alla vita consacrata nella sua famiglia. Ora vivono in Italia.

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La logica del seme

Molti tra di noi sono prigionieri delle logiche del potere e dell’efficienza, mentre oggi Gesù ci sorprende con la logica del seme, capace di far germogliare le crescere il regno di Dio sulla terra. – Una volta seminato nel cuore dell’uomo, il regno di Dio cresce da sé. È una meraviglia di Dio tanto grande e tanto bella quanto grande e bella è la crescita delle piante, e tanto misteriosa quanto misteriosa è la trasformazione di un bambino che cresce e diventa uomo. – Perciò noi siamo chiamati ad essere fiduciosi nella vitalità umile e nascosta del seme, che è il regno di Dio, il solo capace di far germogliare la giustizia sulla terra.

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Il canto dei bambini colpisce sempre

C’è un incanto al quale non è facile sottrarsi: il canto dei bambini. Quando li sentiamo cantare è difficile rimanere impassibili: ti coinvolgono nella loro gioia, nella loro devozione, nel loro entusiasmo. I messaggi proposti sono semplici e immediati, soprattutto, religiosi. – Il mistero di fede, che i bambini cantarono la sera di Natale diventò attraente e irresistibile per Paul Claudel, e ne provocò la conversione, come ammette lo stesso interessato – Il 25 dicembre 1886, egli entrò ateo nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi e ne uscì cantando il Magnificat con la gioia esuberante di un bambino che ha appena ritrovato il babbo e la mamma.

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Affettuosa catechista per sempre

Gandolfa Ilarda, affettuosamente chiamata Ghendy, morta a 45 anni, era come una eterna ragazza  dedicata da sempre ai bimbi e ai giovanissimi della parrocchia di Santa Teresa a Palermo. “Eletta” sorella e mamma da tanti, aveva “adottato” tutti, piccoli e grandi, religiosi e laici. Animatrice dell’Azione cattolica, responsabile della catechesi, generosa e dotata di una ironia e di un’autoironia irresistibili, di una leggerezza nel trasmettere la bellezza della vita e dell’essenza della fede, che sono innanzitutto esperienza di fraternità, accoglienza senza limiti e condivisione. – Il sorriso di Ghendy e la luce che rimane impigliata nelle parole delle testimonianze raccontano la speranza di una vita nuova possibile in Dio, con infinita dolcezza.