UNESCO. E’ l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura è un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite creata con lo scopo di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l’istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l’informazione per promuovere “il rispetto universale per la giustizia, per lo stato di diritto e per i diritti umani e le libertà fondamentali”quali sono definite e affermate dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. – In occasione dei 75 anni della sua fondazione Papa ha augurato all’Unesco di incontrarsi sempre con il Vangelo, che rimane il messaggio più umanizzante della storia.
Autore: Salvatore Brugnano
Progetti di pace e non di sventura
In ogni tempo ci sono coloro che annunciano l’arrivo della fine del mondo con disastri e terremoti. Altri invece che rassicurano l’uomo narcotizzandolo in una vita senza timore né conversione. – Il cristiano, invece, resta in vigile attesa dedito all’edificazione del Regno, obbediente alla parola del Signore Gesù, che invita a cominciare dai poveri perché «I poveri li avete sempre con voi» (Marco, 14,7). – Siamo invitati ad essere saggi che risplendono come le stelle, perché hanno reso luminosa la loro vita con opere di misericordia e di giustizia. – Gesù ci ha resi perfetti e santificati con l’offerta della sua vita donandoci grazia e benedizione. – Oggi cerchiamolo e ritroviamolo nei poveri di tutto il mondo (5a Giornata mondiale dei Poveri).
Sorrisi con Padre Pio
Molti portano davanti agli occhi la figura austera di Padre Pio, la sua paterna severità nel confessionale e la sua bontà nel rincuorare a riprendere il cammino spirituale. – Egli non fu risparmiato da prove e sofferenze. Ma è restato meno noto lo humour di cui era capace. – Infatti Padre Pio è stato anche una figura amabile sorridente di sacerdote; non solo, ma spesso in coloro che lo andavano a trovare suscitava il sorriso con le sue battute. – Aveva come un repertorio inesauribile di battute, barzellette ed aneddoti per intrattenere coloro che lo andavano a visitare.
Il fratello universale proclamato santo il prossimo 15 maggio
Sette Beati il prossimo 15 maggio saranno proclamati santi: due donne e cinque uomini, tra di essi un solo laico. – Ciascuno dei nuovi santi ha contribuito a portare nel mondo la luce del Vangelo: con l’eroica testimonianza del martirio o nell’esercizio della carità e delle virtù cristiane. – In particolare l’esperienza del Beato Charles de Foucauld (1858-1916), con la sua vita di eremita e di sacerdote nel deserto, ha indicato che si può essere fratelli con chiunque, anche con i lontani. Egli sarà finalmente canonizzato perché appartiene all’umanità intera, della quale ha voluto essere un piccolo fratello. Egli cercò di costruire una fraternità che riguardasse tutti gli uomini. L’amore per Gesù lo ha fatto diventare il «fratello universale».
Carismi diversi, ma uno Spirito solo
Nella Chiesa sin dagli inizi è stata riconosciuta la varietà di doni e dei carismi: la sua vera ricchezza, ed è l’unico e medesimo Spirito che li distribuisce a ciascuno come vuole”. – I doni ci sono e sono diversi, ma richiedono operatori in comunione. – La perdurante situazione della pandemia sta facendo toccare con mano che abbiamo bisogno gli uni degli altri: nessuno si illude di potercela fare da solo. Bisogna camminare insieme, ma con la stessa meta: battere la pandemia.
La Cattedrale del Papa
La Cattedrale del Papa non è la Basilica di San Pietro come pensano in molti, ma la Basilica di San Giovanni in Laterano – Ieri, 9 novembre, è stata la ricorrenza liturgica della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano, definita anche la Cattedrale di Roma. – E se la Basilica di San Pietro oggi è considerata il cuore della Chiesa universale, la Basilica Lateranense resta la chiesa madre della diocesi di Roma, attualmente retta da Papa Francesco tramite il cardinale arciprete Angelo De Donatis. – Gesù stesso, poi, è diventato il nuovo tempio, con il suo corpo distrutto e risorto, iniziando in Lui il nuovo culto, cioè il culto dell’amore.
Tatuaggi religiosi: devozione o fanatismo?
A volte dinanzi ai tatuaggi restiamo ammirati, a volte disturbati, a volte sconvolti. Quante volte al vedere le persone esibire narcisisticamente i loro tatuaggi arriviamo a avere un sentimento di rigetto, pur capendo che ognuno è libero di farsi tatuare il proprio corpo. – Ma come la mettiamo con i tatuaggi religiosi? sono permessi? sono segno di devozione o segno di esibizione di un messaggio nascosto? – La tradizione è favorevole al tatuaggio religioso, alcune etnie lo esibiscono come segno di appartenenza. La Bibbia riporta le parole di Dio: “Sulle palme delle mie mani ti ho disegnato” (Isaia, 49, 16). – Ma l’uomo riesce a sporcare sempre e dovunque le cose belle. Infatti vedere qualcuno tatuato con soggetti religiosi e poi compiere azioni malvagie non può che scandalizzare
Quei bimbi salvati dal mare
Ogni volta che i media ci offrono le immagini di salvataggio di bambini dai vari pericoli, il nostro cuore si commuove e nello stesso tempo si sdegna perché si espongono consapevolmente i bambini al pericolo. Forse lo facciamo tutti… non conoscendo la disperazione di chi scappa per trovare un luogo dove vivere: lavorare e crescere in pace. – Ma l’impatto più forte lo hanno coloro che superando le “vuote” discussioni, si offrono a salvare chi sta in pericolo.- Il salvataggio compiuto nelle acque agitate di Isola Capo Rizzuto il 4 novembre è una storia che i soccorritori difficilmente scorderanno: “Quei bimbi salvati dal mare, come propri figli… Una fraternità di istinto, ma di un istinto buono che rivela profonda umanità.
Ringraziare sempre e comunque
La Giornata del ringraziamento che ricorre oggi, la 71a della serie, ci sollecita a riconoscere il creato e tutte le sue ricchezze come dono di Dio, come espressione dell’amore del Padre e a cantare al Signore con cuore gratissimo: «Laudato si’» – Il culto gradito a Dio non è fatto di cose esteriori o della offerta del superfluo. Nella vedova del Vangelo Gesù indica il modello di chi a Dio offre tutto, anche l’unico sostegno che gli resta per sopravvivere. – Il più grande sacrificio che si può fare per Dio è una fede pura che si affida a lui che soccorre l’orfano e la vedova e sostiene la speranza di chi confida nel suo amore. – Impariamo a donare tutto quello che abbiamo, sull’esempio di Cristo che ha offerto la sua vita per noi.
La preghiera nel silenzio in una chiesa vuota
Non è facile pregare se non si sa come pregare: si rischia di rimanere in silenzio. Ed è proprio il silenzio ad aiutarci a pregare. Non lasciamoci impressionare da chi prega con “tante parole”, magari restandone anche un po’ annoiati. Le anime dedite alla preghiera sono anime dedite a un gran silenzio. Non ci si mette facilmente alla presenza di Dio se non si fa pratica di un silenzio interiore ed esteriore. Il silenzio ci dona una visione nuova di ogni cosa. – Perciò abbiamo bisogno del silenzio per essere in grado di accostarci a Dio e alle anime degli altri. – Il modello della preghiera silenziosa rimane la Madonna che in silenzio serbava ogni cosa nel suo cuore. Il silenzio la portò vicina alla divina Volontà, cosicché ella non aveva bisogno di usare molte parole.
L’Apostolo della moderna comunicazione cristiana
In questo mese di novembre in cui ricorre il 50.mo anniversario della morte dell’apostolo dei mass media, il superiore generale della Società San Paolo, don Valdir José De Castro, si sofferma sulle sfide per la Famiglia Paolina: l’orizzonte resta quello di annunciare il Vangelo in tutte le frontiere della comunicazione. Proseguire il cammino di don Alberione, favorendo il passaggio dalla comunicazione alla comunione. – Il cardinale Angelo De Donatis ha sottolineato il segreto di don Alberione: lo scopo: “Santificare e santificarsi attraverso l’apostolato della comunicazione”. – Oggi il beato Alberione – spiega il postulatore don Soliman – non avrebbe nessun problema nel vivere e nell’annunciare il Vangelo nella rete, nel web, nei social.. come cerca di fare nel mondo la Famiglia Paolina”.
Conferenza dei Missionari italiani nel Mondo 2021
Sono tra gli oltre settemila missionari italiani che, sparsi nei cinque continenti, continuano ad annunciare il Vangelo contribuendo, senza risparmiarsi, a opere di carità, assistenza umanitaria, istruzione, promozione umana in favore di popoli abbandonati e persone povere e vulnerabili. Sono stati loro, i missionari italiani, i protagonisti della speciale conferenza organizzata il 28 ottobre, alla Farnesina dal ministero degli Affari esteri, nel corso di quello che la Chiesa universale celebra come “mese missionario”.
Papa Francesco benedice le campane della vita
Prima dell’udienza generale di mercoledì 27 ottobre scorso, Papa Francesco ha benedetto le campane dei non nati destinate a Ecuador e Ucraina. Lo ha avvisato lo stesso Papa: “Oggi ho benedetto le campane che portano il nome: “La voce dei non nati”.. Che il loro suono annunci al mondo il “Vangelo della vita”, desti le coscienze degli uomini e il ricordo dei non nati. Affido alla vostra preghiera ogni bambino concepito, la cui vita è sacra e inviolabile. Vi benedico di cuore.
2 novembre: Io credo risorgerò.
Oggi, due novembre, abbiamo bisogno di gridare la nostra fede nella risurrezione. – Dice Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno”. (Gv 11,25-26) – I cristiani oggi fanno preghiere e gesti sacri per intercedere presso Dio per le anime di tutti coloro che li hanno preceduto nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della risurrezione. Sorella morte non ci farà più paura.
I Santi amici di Dio e dell’umanità
Nonostante l’ansia per i dati di una pandemia che non vuole fermarsi, oggi, solennità di Tutti i Santi, è una festa di speranza. Infatti l ‘assemblea festosa dei Santi rappresenta la parte migliore del popolo di Dio in cammino verso l’eternità e ci ricorda la comune vocazione alla santità di tutti i cristiani. – I tanti Santi, che oggi contempliamo nella varietà dei doni e carismi ricevuti, ci insegnano che il mondo può essere trasfigurato e offerto al Padre incarnando lo spirito delle Beatitudini e i loro esempi ci attirino ad avvicinarci sempre più al Dio vivente. Ogni comunità fa l’esperienza di santità guardando i “suoi” santi, come Tropea che dal 10 ottobre scorso può invocare e pregare il suo Beato don Francesco Mottola, innamorato di Dio e dell’umanità sofferente.
Amerai Dio e il prossimo
Siamo felici di accogliere il doppio comandamento sull’amore: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”… «Amerai il tuo prossimo come te stesso… Non c’è altro comandamento più grande di questi». – E oggi questo doppio comandamento passa necessariamente attraverso la cura e l’amore per il creato, il rispetto per la natura e l’impegno concreto e globale di fronte ai terribili cambiamenti climatici. – La natura ha accelerato certi cambiamenti. Fenomeni che prima si verificavano di rado, oggi sono diventati emergenze quotidiane: inondazioni e distruzioni, terremoti ed eruzioni vulcaniche, incendi di sempre più vaste proporzioni. Grandi sono i disagi e i danni. Il comandamento dell’amore ha come destinazione anche la una natura ferita che deve essere guarita. Tutti dobbiamo metterci in marcia verso il nuovo creato che ci attende.
Un miracolo strappato dalla fede
Papa Francesco, commentando la preghiera del cieco Bartimeo che ottiene da Gesù la guarigione, ha invitato i fedeli a pregare sempre con viva fede l’aiuto del Signore fino ad ottenere la grazia che desideriamo. – E per confermare le sue parole il Papa ha ricordato un episodio che lo vide testimone, quando era ancora in Argentina: una bambina in fin di vita salvata dalle preghiere del padre; una guarigione che avvenne in una notte d’estate: quella bambina in fin di vita che resta grazie alle preghiere di suo padre fatte con grande fede e tanto dolore al santuario della Madonna di Luján, patrona dell’Argentina, la sua amata terra. – Un sacerdote, testimone diretto della fede del papà della bambina, racconta il fatto.
Accogliere il frutto di uno stupro
La vita è sempre vita, è sempre un miracolo che avviene, anche se è frutto di un atto terribile, quale è lo stupro. – Ma ci vuole una fede grande e una forza “sovrumana” per accettare il frutto di una violenza. La discussione a riguardo è ampia: ci sono comunque motivazioni umane e religiose che propongono di portare a termine una maternità offesa, per salvare l’innocente nascituro e assicurargli un futuro sano e normale, nonostante provenga da un gesto violento. – In Venezuela una ragazza disabile è stata abusata e messa incinta: tutta la comunità di accoglienza (Gotas de Esperanza = Gocce di speranza) si è mobilitata per accogliere la nuova vita.
Viva la vita, nonostante tutto
La foto “Le difficoltà della vita” del fotografo turco Mehmet Aslan ha vinto il Siena International Photo Awards, prestigioso concorso fotografico a cui hanno partecipato artisti di 163 Paesi. Il sorriso del bambino in braccia al padre è una speranza che non possiamo tradire: puntiamo la nostra attenzione sul dramma del popolo siriano. – Papà Munzer ha perso la gamba sotto le bombe, il bambino Mustafa è nato addirittura senza arti per una malformazione causata da farmaci assunti dalla madre, colpita durante la guerra dal gas nervino.. Eppure giocano e sorridono alla vita. – La foto premiata mostra il gioco tra padre e figlio: la vita nonostante tutto.
E il pappagallo intonò l’Angelus
Pregare è fuori della normalità? Mostrare discretamente la propria appartenenza religiosa è così “offensiva”? – Forse dovremmo imparare dagli incantevoli atteggiamenti di preghiera degli animali quando sono insieme ai loro umani. Essi lo fanno senza considerare chi li possa guardare e giudicare. – Viene da rattristarsi per l’ipocrisia imperante. Infatti, si avvicina l’annuale appuntamento di Halloween e, nonostante siamo ancora in tempo di pandemia, noteremo come tanta gente non si farà problema di aderire ad atteggiamenti e gesti macabri e di vuota umanità.