Attualità

Conoscere e seguire Gesù

Il drammatico esodo di profughi, rifugiati, perseguitati e non, di questo mese ha preso dimensioni bibliche. Interi popoli stanno muovendosi mossi dalla speranza di un nuovo futuro, tra reazioni alterne: accoglienza coraggiosa e aperta di tanti volontari e gente di buona volontà e tra l’ intolleranza manifestata con forme di violenza (calci, sputi, grida di morte…). In mezzo al caos, riportato ampiamente dai media, campeggiano gesti d’amore, come quello della piccola bambina siriana che offre uno dei suoi biscotti ad un poliziotto ungherese.

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Non abortito dopo stupro diventa sacerdote

Il sacerdote P. Alfar Velez Antonio rivela di essere stato concepito dalla mamma durante uno stupro e la ringrazia per non averlo abortito: “Per mia madre aver difeso la mia vita fu il suo più grande orgoglio. E la sua gioia era nel vedermi un uomo di bene per la società. E pensava con dolore a quanti uomini e donne di bene la società rinunzia con l’aborto”.

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Alzare muri non serve

Talvolta intorno al cuore costruiamo dei muri con le piccole pietre quotidiane dei risentimenti, le ripicche, i silenzi, le questioni irrisolte, le imbronciature. – Il nostro compito più importante è impedire che si formino muri intorno al nostro cuore. E soprattutto cercare di non diventare “una pietra in più nei muri degli altri”.

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Effatà. Apriti.

C’è voluta l’immagine del piccolo Aylan, bimbo siriano di soli tre anni che, ancora vestito e con le scarpe allacciate, giace morto a faccia in giù su una spiaggia, per aprire una breccia nel cuore di tanta gente.Il dipinto al centro, pubblicato su Facebook, fa sperare che Aylan sia cullato tra le braccia di Dio.

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Non c’è amore più grande

Sabato 29 Anatoliy era con la sua bambina di un anno e mezzo a fare la spesa in un supermercato di Castello di Cisterna. All’improvviso due malviventi hanno fatto irruzione nel locale per una rapina. Anatoly ha cercato di sventarla, ma gli hanno sparato davanti alla figlia e poi hanno infierito su di lui con un’arma contundente. È morto quasi subito.
Con pianto disperato la moglie di Anatoliy ha espresso la volontà di portare il corpo del marito in Ucraina. Intanto l’opinione pubblica si fa sentire: