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PD: verso il congresso

I circoli che non esistono andranno a celebrare i loro congressi. Privati cittadini, sempre vissuti al riparo dai riflettori della politica, molti dei quali ignorando di fare parte della grande famiglia, si vedranno a giorni recapitare la fatidica lettera. Forse! Perché a Vibo circola voce che dei monti di denaro raggranellati nelle varie puntate del tesseramento, non siano rimasti nemmeno i soldi per i francobolli: sono stati spesi chissà come chissà quando da chissà quale alto dirigente di un partito che non ha ancora quadri dirigenziali che possano autorizzare alcunché di spesa.

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Tutti diffidano di tutti e Drapia non è pronta per la democrazia

In uno dei tanti articoli apparsi sul quotidiano che con arguzia ipotizzavano lo scenario delle prossime amministrative nel comune di Drapia, nel toto-candidati è apparso anche il mio nome. Ho posto tempo in mezzo, osservando lo sviluppo degli eventi, prima di dare una conferma o una smentita. Posso dire che da parecchie settimane, da qualche mese, noto dai margini della scena grandi manovre sotterranee: incontri segreti, combriccole private e di piazza, voci che si susseguono, accordi nuovi, rotture di vecchi accordi, telefoni roventi, versioni differenti dello stesso fatto. Tutti diffidano di tutti.

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Il canto del cigno

E’ calato il silenzio sul PD vibonese; un macabro e spettrale silenzio: lo stesso che aleggia al lutto (che è quell’uso noto nei nostri paesi di visitare i parenti del defunto di turno, sostando per un congruo tempo al cospetto della bara), al lutto – dicevo – di un morto giovane e prematuro. Che se quando si spegne un ultra ottuagenario, sono quasi gli stessi parenti ad ordire ed autorizzare un sommesso chiacchiericcio, di fronte ad una morte inaspettata e prematura, tutti i visitatori pur non coinvolti emotivamente si compongono in un compito e rispettoso silenzio.

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Pd, è possibile cambiare?

Quando don Abbondio fu costretto ad impedire quel matrimonio che non s’aveva da fare, non trovò di meglio che farfugliare al povero Renzo pretestuosi “impedimenta” in un “latinorum” incomprensibile: l’ignoranza del villano contadino non avrebbe colto differenza tra le reali leggi e il castello di menzogne tese ad ingannarlo. I maggiorenti, le teste d’uovo del PD vibonese del XXI secolo alla stregua di don Abbondio pensano che una cosa siano le norme, grida di manzoniana memoria buone solo a tappare gli occhi al popolo villano, altra cosa siano le tavole rotonde consumate a porte chiuse per la spartizione del potere.