Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Asciugare le lacrime.
La misericordia si rende visibile anche nell’asciugare le lacrime di quanti soffrono o sono in difficoltà: di chi piange la morte di un figlio o di una persona cara, di chi combatte contro una malattia, di chi è senza lavoro o lotta ogni giorno per sopravvivere alla solitudine, all’emarginazione, al disagio. A tutte queste persone è stata dedicata la veglia di preghiera per “asciugare le lacrime”, che Papa Francesco ha presieduto ieri giovedì pomeriggio, 5 maggio, solennità dell’Ascensione, nella basilica di San Pietro.
Ieri in Vaticano solennità dell’Ascensione come dal calendario romano. Nelle altre chiese d’Italia sarà celebrata domenica prossima.
La solennità è stata arricchita da una Veglia di preghiera dal tema “Asciugare le lacrime” dinanzi al reliquario delle lacrime della Madonna di Siracusa.
♦ L’inedita iniziativa ha costituito un momento forte del programma giubilare, perché centrata su una delle sette opere di misericordia spirituale: consolare gli afflitti. Con l’intento di coinvolgere tutti, ma in particolare, quanti sentono il bisogno di una parola di sostegno e di consolazione perché sono stanchi, oppressi o scoraggiati.
♦ In occasione della veglia, che si inserisce nelle celebrazioni del mese di maggio dedicato a Maria, è stato esposto nella basilica di San Pietro alla venerazione dei fedeli il reliquiario della Madonna delle lacrime di Siracusa. Ricorda il prodigio avvenuto tra il 29 agosto e il 1° settembre 1953, quando un quadretto di gesso, raffigurante il cuore immacolato di Maria, versò lacrime umane. L’immagine era collocata alla parete di una camera da letto, nella casa di una giovane coppia di sposi, Angelo Iannuso e Antonina Giusto.
Durante la veglia sono state presentate tre testimonianze:
- La famiglia Pellegrino toccata dal dramma del suicidio di un figlio;
- la storia di Felix Qaiser, un rifugiato politico, giornalista pakistano appartenente alla minoranza cattolica presente nel Paese, scappato in Italia per mettere al sicuro la sua famiglia;
- Maurizio Fratamico con il fratello gemello Enzo, la cui conversione segna anche la storia di Maurizio, che da giovane, pur avendo tutto in termini materiali, aveva smarrito il senso della vita e che solo la fede e le lacrime della madre e, successivamente un incontro, gli hanno permesso di ritrovare.
♥ Sono seguite dieci preghiere, ciascuna per una categoria di persone sofferenti, per esprimere l’opera di misericordia spirituale “consolare gli afflitti”.
♥ Ad altrettanti rappresentanti del mondo della sofferenza è stata consegnata da Papa Francesco una statuetta raffigurante l’Agnus Dei, simbolo di conforto e di speranza; poi distribuita ai presenti.
Realizzato con cera bianca in forma di un ovale, l’Agnus Dei donato dal Papa reca da un lato l’impronta dell’Agnello Pasquale e dall’altro il logo del Giubileo della Misericordia: il suo utilizzo, secondo alcuni risale addirittura al sec. IV.
A ricevere l’Agnus Dei direttamente dalle mani del Papa saranno 10 persone in rappresentanza di tutti coloro che portano sulle spalle storie umane di grande sofferenza. Tra queste:
- la Presidente dell’Associazione “Figli in Cielo”: a nome di chi ha perso prematuramente un figlio,
- la Presidente dell’associazione “Vittime della Strada” a nome di chi il figlio se l’è visto strappare da un incidente stradale;
- il Presidente dell’associazione “Vittime del dovere” a nome di chi ha perso un congiunto durante lo svolgimento del proprio lavoro;
- il diacono Eugène, un giovane proveniente dal Ruanda, che nel corso del genocidio del 1994 ha perso molti famigliari;
- ad Angelo, che ha vissuto il dramma del carcere per reati legati alla camorra e alla malavita;
ad Agostino, caduto vittima del gioco d’azzardo.
♥ Accanto a queste testimonianze, le storie di lacrime asciugate e versate di donne, nel triplice ruolo di mogli, madri e nonne, rappresentate dalla Signora Mariella, e quelle delle religiose impegnate in varie missioni, come suor Suor Silvana, impegnata nel mondo della scuola. Infine un’infermiera, Alessia, che ogni giorno accudisce i malati terminali.
♥ Storie di drammi ma anche di rinascite, a partire proprio da quelle lacrime che, cadute nel terreno del dolore si sono impastate alla fede e hanno trasformato deserti esistenziali in giardini di speranza.
(fonte: Osservatore Romano).