Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Anziana cristiana salvata da famiglia musulmana.
– Ecco una bella storia che apre il cuore alla speranza. Una famiglia musulmana ha salvato un’anziana cristiana dall’ISIS.
– Questa storia è un esempio di come accoglienza, fraternità, vicinanza e amicizia sono ben al di sopra di guerre, divisioni ideologiche e conflitti religiosi.
– Mosul, città devastata dalla furia dell’IS, ha cominciato il cammino di ricostruzione anche con esperienze di collaborazione fra cristiani e musulmani.
– E dove lo Stato islamico (ISIS) ha seminato l’oscurità della morte e del terrore, ora la luce della fede e della speranza comincia a risplendere con più decisione. Sempre che l’Occidente non si volti dall’altra parte, perché a volte l’Occidente sembra più interessato ai mondiali di calcio che alla crisi irachena.
– Il Papa nella sua visita fortemente voluta Mosul aveva detto: “La fraternità è più forte del fratricidio.
Una storia di fraternità.
♦ Camille Haddad ha 98 anni ed è sopravvissuta all’ingresso a Mosul dello Stato Islamico grazie all’aiuto del suo vicino musulmano, Elias Abu Ahmed. La sua storia ha commosso i cristiani caldei dell’Iraq, e sette anni dopo quell’episodio la signora ha incontrato il Patriarca caldeo, il cardinale Louis Raphael Sako.
♥ “Quando lo Stato Islamico è entrato a Mosul ero sola e non sono riuscita a scappare. Assieme all’amica Maria siamo rimaste lì, in città, avevamo paura ma per fortuna è venuto in nostro soccorso un vicino, Elias Abu Ahmed, un musulmano, il quale ci ha detto che avrebbe fatto di tutto per proteggerci”, ha riferito la signora Camille ad AsiaNews.
♦ La sua è una storia di sopravvivenza grazie ai vicini, indipendentemente dalla religione professata.
I miliziani hanno fatto irruzione nella sua casa nel quartiere Mohandessin di Mosul. Elías Abu Ahmed, il suo vicino, è entrato rapidamente in casa e ha detto ai miliziani di lasciarla stare, spiegando che Camille era sua nonna e Mary sua zia, e le ha portate a casa sua nel quartiere di Baladiyat.
♦ Elias ha mentito ai miliziani, o forse ha solo anticipato quello che sarebbe accaduto in seguito.
Camille, infatti, ora è davvero la nonna di tutta la famiglia.
Elias ha due mogli e 14 figli, e Camille vuole loro bene come se fossero i suoi nipoti. Recita il Rosario tutti i giorni per ringraziare Dio per l’aiuto ricevuto e la consolazione che ha trovato in questa nuova famiglia.
♥ “Daesh poteva cacciarci”, ha ricordato, “ma Elias Abu Ahmed ci ha accolte e ospitate nella sua casa. Avevo alcuni soldi da parte e li ho donati per contribuire al sostentamento della famiglia e alla crescita dei figli, perché il suo solo stipendio di operaio, spesso modesto, non bastava”.
L’incontro con il Patriarca Sako.
♦ Nel suo incontro con il Patriarca, il cardinale Raphael Sako ha spiegato che conosce Camille dagli anni Novanta, ma pensava che fosse morta.
♦ “Con le sorelle è venuta con me a Roma, poi a Parigi, nell’Anno Santo. Pensavo fosse morta non avendo più avuto sue notizie, ma non ho mai smesso di cercarla per sapere che fine avesse fatto. Non è stato facile raccogliere informazioni”, soprattutto per la situazione di grande confusione che ha regnato a lungo nella metropoli irachena, ma “alla fine ci siamo riusciti”.
♥ Per il cardinale, Camille è un esempio della fraternità possibile tra cristiani e musulmani. La sua è la storia della speranza in un mondo nuovo, in un Iraq nuovo, e mostra che la vicinanza e la fraternità vincono qualsiasi ideologia, odio o differenza religiosa.
(fonte: Aleteia.org,11/06/21).