Riceviamo e pubblichiamo.
Scalfari e Arena vorrebbero un pubblico dibattito con l’intento di rendere partecipe tutta la cittadinanza, per garantire una maggiore trasparenza sulla questione “Porto di Tropea”.
Era stato richiesto per la questione porto un pubblico dibattito con l’intento di rendere partecipe tutta la cittadinanza, garantire una maggiore trasparenza dell’azione governativa nonchè chiarire i dubbi di molti cittadini che, come noi, avevano espresso legittime perplessità non solo sulle modalità ma soprattutto sulle condizioni del riaffidamento, tanto in via provvisoria che definitiva, dello scalo alla Porto Tropea S.p.A..
Anche perché la trattazione ed il consequenziale accordo sul porto, tra Comune di Tropea e la Porto di Tropea S.p.A., si sono connotate sin da subito di massima riservatezza.
Riteniamo, comunque, alla luce della nota pervenuta all’Ente Comunale, fortemente critica dell’operato dell’amministrazione Vallone, nonchè inoltrata, per valutare eventuali profili di illiceità penale, dalla stessa Regione Calabria anche al Prefetto ed alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, che alcuni dei diversi dubbi siano stati definitivamente risolti: l’impossibilità di affidare la concessione demaniale per la gestione del porto per cinquanta anni e la necessità di un bando europeo, come peraltro statuito dal Tar Calabria.
Riteniamo, ancora, che il dibattito pubblico, occasione persa dal Sindaco e la sua compagine amministrativa per fare luce sulla questione porto, sia divenuto, ad oggi ci pare di capire, non contestuale poiché, ormai, sulla vicenda porto sono stati, si legge nella suddetta nota, ufficialmente interessati sia il Prefetto che il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, principali presidi di legalità, unici in grado di verificare la legittimità formale e sostanziale della questione porto.
Il porto di Tropea, non ci stancheremo mai di dirlo, deve essere considerato come principale e potenziale fonte di entrata comunale, in grado, se gestito, di portare Tropea ai livelli delle più importati mete turistiche di Italia e non solo, a dispetto delle uniche voci di entrata, quelle tributarie, che il Sindaco Vallone e la sua maggioranza ha dimostrato, fino ad oggi, grande capacità “applicative”.
Comunque a noi sembra che il buongiorno si vede dal mattino (sic…!).
In merito alla tassa di soggiorno sembrerebbe che finalmente il Sindaco Vallone abbia inteso fare chiarezza. Non possiamo, difatti, non ricordare che lo stesso dopo aver in un primo momento deciso di introdurla, prescindendo da tutto e da tutti, poi di subordinarne l’imposizione alla eventuale mancata o contenuta introduzione dell’IMU, che ricordiamo essere stata introdotta ai massimi consentiti per le seconde case e per gli immobili con destinazione alberghiera, di contra, oggi, sembrerebbe, infine, abbia deciso, disattendendo quando aveva già assicurato al tempo dell’introduzione dell’imu, di immettere questo nuovo balzello a partire da gennaio 2013, probabilmente il “Sindaco dall’imposta facile”, tenterà magari di farci credere che introdurre la tassa di soggiorno servirà a diminuire l’imposizione IMU, staremo a vedere !
Ebbene, giorno 20 agosto l’assise comunale verrà investita dell’approvazione del regolamento sulla tassa di soggiorno, ironia della sorte vuole che anche in detta seduta verrà discusso l’approvazione del regolamento sulle spese di rappresentanza, la cui disponibilità d’impiego verrebbe estesa anche agli Assessori, al Presidente del Consiglio Comunale ed ai consiglieri delegati; noi speriamo che le due cose non siano strettamente collegate, ma si sa, a pensar male … si fa peccato ma spesso ci si indovina.
Il Regolamento della tassa di soggiorno posto all’attenzione del consiglio comunale soffre naturalmente degli stessi problemi applicativi che presenta legge di riferimento (D.lgs. 23/11), si segnalano a proposito: la mancanza dell’apposito elenco regionale delle località turistiche, le tariffe differenziate per categoria di struttura anziché per prezzo, l’individuazione del soggetto responsabile degli obblighi tributari nel gestore della struttura ricettiva. Quest’ultimo rilievo sollevato dalle associazioni di categoria, peraltro, accolto dal Tar Venezia (sentenza 653/2012) il quale ha affermato che «il soggetto sanzionabile è il soggetto passivo ovverosia chi pernotta e non il gestore della struttura ricettiva», quindi il Comune deve rivalersi sugli ospiti e non sugli albergatori. Sarebbero pertanto a rischio la maggior parte dei regolamenti comunali che attribuiscono la responsabilità del tributo ai gestori delle strutture ricettive, in assenza di una specifica previsione di legge. L’art. 4 del D.lgs. 23/11, inoltre, non consente agli enti locali neppure di effettuare l’attività di controllo e di colpire eventuali inadempienze con sanzioni analoghe a quelle applicate per gli altri tributi locali.
È, pertanto, necessario, prima di applicare la TDS, un tempestivo intervento legislativo per risolvere in via definitiva tutte le questioni, non ci rimane, a sommesso parere degli scriventi, che attendere onde evitare inutili contenziosi.
La tassa di soggiorno, comunque, è considerata da molti un attentato alle aziende turistiche.
Ebbene, «l’introduzione di questa imposta a livello locale e non nazionale, ma soprattutto a macchia di leopardo potrebbe provocare lo spostamento dei flussi turistici nei comuni limitrofi che non applicano detta tassa, con gravi danni per tutte le imprese turistiche e non solo e di riflesso per chi vive ed opera grazie al settore turistico.
Non ci sentiamo di nascondere di aver un grande timore per la sorti di molti posti di lavoro.
Le scelte dell’attuale amministrazione non avvantaggiano certamente gli albergatori già costretti, peraltro, a lavorare in un territorio difficile ed oberati di tasse.
Noi non siamo in assoluto contrari all’applicazione della tassa di soggiorno, riteniamo che in un momento di forte crisi economica nazionale sia oltremodo inopportuno l’introduzione di una imposta sul turista il quale è già attentissimo alle spese e viene in vacanza solo a costi accessibili, non siamo per una introduzione immeditata ed in particolare non concertata con gli operatori turistici ma per una applicazione graduale e programmata, non saremmo mai per una sua introduzione mossa solo da motivazioni di carattere contabile.
Noi non riteniamo che la panacea di tutti problemi sia la tassa di soggiorno, riteniamo preoccupante, però, che qualcuno stia pensando di agire sul rubinetto della tassazione per regolare i flussi e la qualità dei turisti, siamo preoccupati quando riscontriamo che l’attuale Sindaco della Città e la sua compagine politica non stiano facendo altro che connotare il loro mandato esclusivamente con azioni di politica tributaria.
Noi proporremo al Consiglio Comunale di non adottare la tassa di soggiorno, poiché riteniamo imperdonabile per Tropea in un momento come questo perdere di competitività rispetto alla realtà viciniori.
Proporremo in ultima e scongiurabile eventualità l’accoglimento di alcuni emendamenti al proposto Regolamento per la disciplina sull’imposta di soggiorno, nel tentativo di mitigare una disastrosa introduzione di un balzello che potrebbe distruggere l’economia turistica del nostro paese e che vede tutti i maggiori operatori turistici fortemente contrari.
Roberto Scalfari
Francesco Antonio Arena