Fede e dintorni

Amor di patria, amore di libertà

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Amor di patria, amore di libertà.

– Il mondo sta guardando con ammirazione (e con una certa inquietudine) la scelta che tanti cittadini ucraini hanno fatto. lasciando il loro lavoro, la loro posizione sociale, persino la loro famiglia per correre in difesa della patria invasa dall’esercito russo.
– Sono mille storie, ognuna delle quali ha qualcosa da comunicare: il web ne è pieno.
– L’inquietudine si riferisce a quel senso di colpa che investe tutti noi che rimaniamo “impotenti” nella risoluzione della grave crisi. – Sì, c’è solidarietà negli aiuti e nell’accoglienza dei profughi, ma rimane lo sconcerto per chi muore per amore della patria.
– E c’è chi vive questo senso di colpa chiedendo in qualche modo scusa. – All’inizio della invasione mi colpì un post di un cittadino russo che mostrava rammaricato un cartello: “Sono russo: mi dispiace molto per quanto succede”. – Ed è di qualche giorno la richiesta di perdono fatta da un sacerdote calabrese a uomini e donne dell’Ucraina diventati “eroi” loro malgrado. – Eroismo, pensando ad una umanità libera da oppressione.

Una richiesta di perdono di un sacerdote a chi ha voluto scegliere la patria
(raccolta su Facebook 19 marzo 2022).
♦ Vi chiediamo perdono a voi papà che siete stati chiamati in guerra.
Vi chiediamo perdono a voi che avevate un lavoro in mano ed ora vi ritrovate armi.
A voi che avevate amici fuori il confine ed ora dovete comportarvi da nemici.
A voi che avevate una casa, un giardino ed ora solamente macerie.
A voi che avevate figli ed ora siete divisi.
A voi che al termine del lavoro eravate attesi da vostri figli con gioia ed ora vi ritrovate a nascondervi fra paura e lacrime.
♦ A voi che vi sentivate chiamare papà ed ora sentirete solamente bombardamenti.
A voi che ora vi ritrovate distesi, freddi sulla strada senza aver sentito il calore di quell’ ultimo abbraccio di vostro figlio.

♦ Vi chiediamo perdono se in noi impera l’ indifferenza, se non riusciamo a capire ciò che state vivendo, se abbiamo esaltato la guerra.
♦♦ Si vi chiediamo perdono perché di fronte a questa atrocità siamo solamente impotenti.
(Don Felice Palamara osc, sacerdote di Tropea).

Una storia eroica: Uccisa in Ucraina una madre di 12 figli,
direttrice di un orfanotrofio familiare
♦ Olga Semidianowa, 48 anni, è morta nei combattimenti nell’Oblast di Donetsk. Insieme al marito dirigeva un orfanotrofio familiare vicino Marganiec.
♦  E’ morta in uno scontro armato il 3 marzo. Per via dei feroci combattimenti nella regione, non è ancora stata seppellita.
♦  Qualche ora prima di morire, la donna aveva scritto ai bambini che amava tanto e aveva inviato alla famiglia uno zaino con i suoi effetti personali.
Ricorda Anna, una delle figlie di Olga.
“Quando mia madre era incinta, lei e mio padre hanno deciso che volevano allevare anche figli adottivi. Non sappiamo cosa li abbia spinti a farlo, forse la loro fede e la voglia di migliorare il mondo. Abbiamo fatto una riunione familiare in cui abbiamo sostenuto l’iniziativa, e i nostri genitori hanno preso sei bambini all’orfanotrofio. Erano tutti casi piuttosto ‘forti’. Avevano 11 anni, tutti con traumi psicologici passati…
Ci è stato allora concesso lo status di orfanotrofio familiare. Mamma si è dedicata totalmente alla famiglia”.

Perché Olga ha deciso di andare al fronte?
♦ Oltre ai sei bambini adottati, la famiglia Semidianov aveva anche sei figli biologici.
Perché una donna che si prendeva cura di tanti figli ha deciso di andare al fronte?
“Ogni volta che usciva, si congedava dicendo: ‘Se non andiamo noi, verranno nelle nostre case’”, ha riferito un’altra figlia, Julia. “
Mamma non abbandonava quasi mai il luogo degli scontri diretti. Soprattutto, voleva aiutare la gente. La guerra si è portata via tanti dei suoi amici”.

♦ Olga Semidianova ha servito nelle Forze Armate Ucraine come sarta, e poi, dopo la formazione, come infermiera.
Aveva partecipato ai combattimenti nell’Oblast di Donetsk dallo scoppio della guerra nel 2014, ed era stata premiata varie volte per il suo coraggio e l’atteggiamento sul campo di battaglia, ricevendo, tra gli altri, il riconoscimento di grado più alto del Comandante in Capo delle Forze Armate Ucraine, la medaglia “Gloria e onore”.

♦ La tradizione militare è viva nella maggior parte della famiglia Semidianow.
Il marito e uno dei figli di Olga stanno servendo nella difesa territoriale, un altro difende Kharkiv come soldato professionista.
♦ Una delle figlie aiuta i militari come volontaria, un’altra è poliziotta. Julia è rimasta a casa per prendersi cura dei fratelli minori.

“L’unica consolazione è che mia madre ha la prima nipote, Sofia, che tra poco compirà sei mesi.
A giorni anche nostro fratello maggiore avrà una figlia, che la nonna non prenderà mai in braccio.
Nostra madre merita di essere ricordata, per le tante cose che ha fatto, per le lacrime che ha versato, per i sorrisi che ha donato”, ha concluso la figlia.

(fonte: cf aleteia.org, 18/03/22).

Il mondo sta guardando con ammirazione (e con una certa inquietudine) la scelta che tanti cittadini ucraini hanno fatto lasciando il loro lavoro, la loro posizione sociale, persino la loro famiglia per correre in difesa della patria invasa dall’esercito russo. – Sono mille storie, ognuna delle quali ha qualcosa da comunicare: il web ne è pieno. – Eroismo, pensando ad una umanità libera da ogni oppressione.

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