Fede e dintorni

Alternanza di emozioni in ospedale

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Alternanza di emozioni in ospedale.

– La via Crucis tradizionale alla IX stazione presenta Gesù che cade per la terza volta sotto la croce. Troppa era la debolezza di Gesù e troppa era la crudeltà dei manigoldi, i quali volevano che egli affrettasse i passi, quando appena aveva la forza di camminare.
– Eppure Gesù ha tirato avanti verso la conclusione del suo sacrificio.
– Quante volte le ripetute cadute ci levano la voglia di proseguire il nostro impegno, perché possiamo apparire dei falliti o degli illusi.
– A Gesù, che è rimasto fedele alla sua consegna, chiediamo la perseveranza di stare e camminare con lui, vincendo ogni rispetto umano o il senso di vergogna che sopraggiunge.
– E chiediamo perdono per tutti i persecutori e per coloro che violano sistematicamente il comando dell’amore. – Chiediamo a Gesù di avere pietà e misericordia per i deboli e gli indifesi, vittime della cattiveria e della corruzione. E di attendere con infinita pazienza coloro che rifiutano la sua grazia.

IX stazione Gesù cade per la terza volta.
L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. (2Cor 5, 14-15).

I pensieri di Mattia,
addetto al bar dell’ospedale, crocevia di emozioni.
♥ Il bancone del bar di un ospedale non è come gli altri banconi. Qui posso percepire le frette, le risate, le lamentele contro i capi, i discorsi vuoti di chi vuole sfogare ore di tensione.
Ma, in alcuni momenti del giorno, accolgo anche i dolori dei familiari, quando cercano di mangiare lentamente qualcosa, pur pensando a tutt’altro. L’altro giorno, ad esempio, la notizia di un altro suicidio mi ha lacerato il cuore: una giovane di 22 anni…

Questi bicchieri, queste tazze e tazzine potrebbero raccontare parole di labbra silenziose, di cuori pesanti, di baci mancati.
Anch’io ho i miei dolori, ma cerco di sollevare lo sguardo, di infondere un po’ di sorriso, che possa rialzare chi cade.
Eppure quando oggi è venuta Francesca, del gruppo dei volontari, con gli occhi gonfi di lacrime, a chiedere due thè da portar via, ho fatto fatica ad alzare i miei occhi, a fare battute, a provare a chiedere cosa fosse successo.

Anche un bar d’ospedale diventa così un crocevia di emozioni, di attese e riprese, di colpi e speranze.
È il paradosso della vita di questo luogo di cura, dove si nasce e si muore, si rinasce o si “ri-muore” nel cuore di tante persone appese ad una flebile speranza.
Mentre penso così, tra un servizio e l’altro, si presentano al banco Gabriele e Annarita, che tra poco tempo si sposeranno.
E rendo grazie per la luce che è in loro, anche in questo buio.

♦ O Dio, che con l’umiliazione del tuo Figlio hai risollevato l’umanità dalla sua caduta, concedi ai tuoi fedeli una rinnovata gioia pasquale, perché possiamo partecipare alla felicità eterna. Amen.

+ Paolo Ricciardi vescovo ausiliare di Roma
(fonte: L’Osservatore Romano, 16 marzo 2021).

Quante volte le ripetute cadute ci levano la voglia di proseguire il nostro impegno, perché possiamo apparire dei falliti o degli illusi. – A Gesù, che è rimasto fedele alla sua consegna ed ha camminato deciso verso la sua morte, chiediamo la perseveranza di stare e camminare con lui, vincendo ogni rispetto umano o il senso di vergogna che sopraggiunge. Ed insieme a Lui attendere con infinita pazienza coloro che rifiutano la sua grazia e il suo amore. – E nel luogo del dolore, dove si presta un servizio all’umanità ferita, si trovino sempre parole e gesti di incoraggiamento.

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