Sembra impossibile, eppure a Tropea non è stata ancora trovata una soluzione per il caso degli alloggi Aterp di località Vulcano (per gli sviluppi della vicenda cfr. C.o. del 12 e 23 luglio e 2 dicembre 2007). Dopo la denuncia pubblica degli assegnatari, avvenuta proprio dalle pagine di questo giornale, si era occupato della vicenda il professor Pasquale Vasinton, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Tropea, il quale dichiarò di aver preso a cuore la vicenda e promise, a suo tempo, di trovare una soluzione per porre fine ai numerosi problemi di quelle famiglie. Purtroppo, ad oltre un anno e mezzo dall’assegnazione delle case, che avvenne infatti nel luglio 2006, ed a più di sei mesi dalle prime lecite rimostranze da parte delle famiglie di assegnatari, la questione è rimasta, nella sostanza, immutata.
Ad intervenire nuovamente sulla delicata faccenda è questa volta l’avv. Giuseppe Rombolà, rappresentante legale e difensore di «dodici famiglie di tropeani nel giudizio intrapreso contro il Comune di Tropea e l’Aterp di Vibo Valentia per chiedere la tutela del diritto alla casa». Rombolà accompagna questa azione con una missiva, indirizzata al Prefetto di Vibo Valentia ed al sindaco di Tropea, e inoltrata, per conoscenza, a tutti i maggiori organi di stampa, al Ministero degli Interni ed a quello della Solidarietà, oltre che al Ministro delle Politiche della famiglia ed a quello della Salute.
Nella lettera, Rombolà riassume la vicenda, che coinvolge ben ventiquattro nuclei familiari, mettendo in evidenza che «a fronte di una tale gravissima situazione 12 delle 24 famiglie hanno adito il Tribunale di Vibo Valentia, sezione distaccata di Tropea, con provvedimento del 19.12.2007» ad ordinare «al Comune di Tropea “di eseguire con la massima urgenza i lavori necessari per rendere abitabili gli alloggi popolari siti in località Vulcano e, in particolare, tutte le opere di urbanizzazione primaria (rete fognaria,idrica ed elettrica), adottando nell’immediato anche misure di natura temporanea che consentano, in attesa del definitivo completamento dei lavori, ai ricorrenti assegnatari di godere degli immobili”». Come lo stesso Rombolà precisa oltre, infatti, gli «appartamenti son privi dell’allaccio alla rete fognaria, alla rete idrica ed elettrica, ergo, umanamente non utilizzabili» ed a fronte di tale situazione «il Comune di Tropea non ha inteso, allo stato, ottemperare a quanto statuito nel predetto provvedimento tanto che, pare, abbia dato a professionista di sua fiducia incarico per proporre reclamo». Proprio quest’ultima azione del Comune fa sì che si allunghino i tempi per una risoluzione del problema, tanto da indurre Rombolà a sottolineare la gravità della situazione che, a suo dire, «diverrà una emergenza di ordine pubblico, atteso che 4 famiglie si trovano in alloggi che, già dichiarati dall’ASL insalubri e/o inidonei, oggi non sono più igienicamente abitabili», mentre, continua rivolgendosi al Prefetto, «altre 5 famiglie, sono in procinto di essere sfrattate (tutte le procedure sono in stato avanzato)».
Rivolgendosi al sindaco, poi, Rombolà espone una richiesta esplicita, e cioè una «provvisoria ed valida sistemazione abitativa per i nove nuclei familiari, con espresso avvertimento, che in assenza di una disponibilità da parte dell’amministrazione comunale, si provvederà alla ricerca di una sistemazione alternativa compreso il ricorso a strutture turistiche ricettive della zona con addebito dei costi al comune di Tropea e all’Aterp», informando il primo cittadino di Tropea e l’Aterp che tutte le famiglie da egli «rappresentate agiranno contro il Comune di Tropea e l’Aterp per il recupero delle somme corrispondenti alle differenze tra il canone di affitto Aterp e quello attualmente pagato ai privati».