Attualità

Allarme lanciato dall’Adet

«Il reparto di Dialisi di Tropea non può andare avanti così»

L’associazione chiede di poter discutere del problema con il commissario Sarlo

L'ospedale di Tropea - foto Libertino
L’ospedale di Tropea – foto Libertino

«Il reparto di Dialisi di Tropea non può andare avanti così». Questo, in sintesi, il messaggio di allarme lanciato dall’Adet, l’associazione costituitasi due anni or sono per difendere i diritti dei pazienti dializzati e trapiantati presenti sul territorio della provincia di Vibo Valentia. Il sodalizio, presieduto da Maria Destito, si batte ora per «la pronta disponibilità nei giorni festivi e notturni, che viene garantita a singhiozzo da troppo tempo». Come spiega la stessa presidente, il problema è sorto nel luglio scorso, da quando, cioè, uno dei quattro medici del reparto, il responsabile Antonio Sofi, ha terminato il suo servizio (per poi andare in pensione nel mese di settembre). Da allora, infatti, nel reparto Dialisi operano «soltanto tre medici e otto infermieri – dichiara la Destito -, che sono insufficienti, e inoltre manca il responsabile». Eppure il reparto della cittadina tirrenica, dopo quello di Vibo Valentia, è quello con l’utenza maggiore, prima di quelli di Nicotera, Soriano e Serra San Bruno. «Ci sono 37 pazienti – spiega la responsabile dell’Adet -, quasi quanti quelli di Vibo, dove però operano 6 medici, cioè il doppio di Tropea, e 12 infermieri». Il rapporto medico-paziente, insomma, a Tropea è ridotto al minimo. Per questo motivo l’associazione chiede da tempo di poter discutere del problema con il commissario Sarlo. L’ultimo confronto tra le parti è stato un mese addietro, conclusosi con la promessa di maggiore attenzione a questo problema da parte della Sarlo. Ma le cose, da allora, sono addirittura peggiorate, poiché uno dei medici è a riposo a causa di un incidente, lasciando il reparto con due soli colleghi. «Da un mese a questa parte non abbiamo avuto le risposte sperate – ha aggiunto la Destito – per questo motivo ci siamo recati due settimane fa dal prefetto e siamo stati ricevuti dal suo vice, che ci ha garantito un intervento risolutivo. Lunedì scorso, però, non riuscendo a fissare un incontro con il commissario dell’Asp, ci siamo diretti nuovamente dal vice prefetto. Solo allora abbiamo ricevuto l’invito a presentarci in amministrazione da parte del direttore sanitario Comito, con il quale abbiamo discusso nuovamente il problema». L’odissea dei dializzati non è ancora finita, poiché la soluzione di una guardia attiva a Vibo Valentia avanzata dall’azienda è vista come «l’intenzione di sopprimere il servizio della pronta disponibilità e quindi di ridimensionare il reparto cittadino», oltre a non offrire le necessarie garanzie per i b-positivi, cioè i pazienti risultati positivi al test dell’epatite B. «In caso di emergenza – spiega la Destito – un b-positivo deve avere la pronta disponibilità di un medico a Tropea, poiché a Vibo non troverebbe la “sala contumaciale B”, necessaria per sottoporsi al trattamento di dialisi». La Destito ha infine messo a conoscenza Comito del fatto che l’Asp non ha un sistema informatizzato per le cartelle cliniche. Quindi per quei pazienti di Tropea che dovessero andare a Vibo per una emergenza nei giorni in cui nel loro reparto non è garantita la pronta disponibilità, i medici avrebbero serie difficoltà a intervenire efficacemente, non potendo impostare correttamente i parametri dialitici delle macchine ed avrebbero difficoltà a garantire in tempi brevi una corretta terapia in assenza degli esami e quindi della storia clinica del paziente.

Condividi l'articolo
Francesco Barritta
Docente ordinario di Lingua e letteratura italiana e Storia presso il Nautico di Pizzo (VV), è giornalista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, elenco pubblicisti. Ha diretto varie testate giornalistiche, tra cui Tropeaedintorni.it