Fede e dintorni

Alla conoscenza aggiungere saggezza

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Alla conoscenza aggiungere saggezza.

Pregava S. Francesco d’Assisi: “O Dio, dammi l’umiltà di sopportare le cose che non posso cambiare; dammi il coraggio per cambiare le cose che posso cambiare; e dammi l’intelligenza per distinguere i due tipi di cose”.
– Certe sofferenze non le possiamo evitare, perché viviamo in un mondo ferito dal peccato. Ma certamente dovremmo essere aperti a godere le gioie della vita che il Signore ci dona.
– Invece, quante volte ci guastiamo i giorni con stupidaggini fidando sulla nostra intelligenza e conoscenza, per poi accorgerci, troppo tardi, di averli irrimediabilmente perduti.
– Non fidarsi della sola conoscenza che non sia accompagnata dalla saggezza. Saremo felici se amiamo ciò che abbiamo e non se abbiamo ciò che ci piace. (L. Tolstoi).

Tra conoscenza e saggezza
♦ Una volta, due giovani discepoli vennero dal maestro e gli chiesero quale fosse la differenza tra conoscenza e saggezza.
Il maestro rispose: “Domani, di mattina presto, ciascuno di voi metta nelle sue scarpe da ginnastica venti chicchi di ceci, dieci per piede. Quindi scalate questa montagna qui a lato, fino al punto più alto, con i ceci dentro le scarpe”.
♦ Il giorno seguente, all’alba, i giovani discepoli iniziarono a scalare la montagna. A metà strada del percorso uno di loro provava grande sofferenza. I suoi piedi erano così doloranti che quasi non poteva più camminare. L’altro invece scalava con molta naturalezza la montagna.
Quando furono sulla cima, uno era con la faccia segnata dal dolore; l’altro era sorridente.
Allora, quello che aveva sofferto molto durante la salita chiese al suo compagno: “Come mai sei riuscito a fare il compito assegnato dal maestro con gioia, mentre per me è stata una vera tortura?”
Il compagno rispose: “Mio caro, ieri sera io i venti ceci li ho bolliti”.

♥ Occorre esplorare le possibilità che abbiamo, scegliere i modi migliori per raggiungere la nostra felicità e costruire il Regno di Dio, perché “i figli di questo mondo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce”. (Lc 16, 8).

♥ Dovendo portare ceci o problemi, ci sarà sempre un modo semplice per portali bene. I problemi sono inevitabili. Ma la durata della sofferenza siamo noi che la decidiamo.
Per raggiungere i nostri obiettivi, dobbiamo “cucinare i ceci”, cioè avere saggezza, non solo conoscenza.

♥ Maria Santissima col piede ha schiacciato la testa del serpente. Col suo aiuto possiamo fare lo stesso.

(fonte: traduzione da Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano morto due anni fa).

Pregava S. Francesco d’Assisi: “Dio dammi l’umiltà di sopportare le cose che non posso cambiare; dammi il coraggio per cambiare le cose che posso cambiare; e dammi l’intelligenza per distinguere i due tipi di cose”. – Certe sofferenze non le possiamo evitare, perché viviamo in un mondo ferito dal peccato. Ma certamente dovremmo essere aperti a godere le gioie della vita che il Signore ci dona. Non fidarsi della sola conoscenza che non sia accompagnata dalla saggezza. Saremo felici se amiamo ciò che abbiamo e non se abbiamo ciò che ci piace.

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