Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Al via la nave ospedale “Papa Francesco” in Amazzonia.
La nave ospedale “Papa Francesco” inizia la sua missione in Amazzonia facendo la prima tappa a Belem dello stato del Pará.
– Inaugurata lo scorso luglio e partita dal porto di Óbidos l’imbarcazione ospedaliera servirà le popolazioni fluviali che vivono lungo un tratto di 1.000 chilometri del Rio delle Amazzoni, circa 700 mila indigeni.
– Papa Francesco per l’occasione ha inviato una Lettera al vescovo del luogo: Se la Chiesa, come ho già detto in altre occasioni, è chiamata a essere un “ospedale da campo”, accogliendo tutti, senza distinzioni o condizioni, con questa iniziativa essa si presenta ora anche come un “ospedale sull’acqua”». Sì, la Chiesa come ospedale sull’acqua.
– E’ una illuminata iniziativa dell’ordinario locale, il vescovo Bernardo Bahlmann, e dei religiosi della fraternità francescana della Provvidenza che gestiscono il nosocomio di Rio de Janeiro visitato dal Papa nel 2013.
“Promuovere la vita in Amazzonia sarà la missione della Nave Ospedale Papa Francesco, una vita buona per gli indigeni della regione, in armonia con se stessi, con la natura, con gli esseri umani e con l’Essere Supremo”.
♦ Lo afferma il Pontefice nel messaggio all’equipaggio della nave che porta il suo nome, inaugurata lo scorso luglio e partita dal porto di Óbidos. L’imbarcazione è giunta ieri a Belem nel nord del Brasile e il Papa esprime gioia e gratitudine a Dio per l’avvio dell’attività di questo ospedale fluviale “che porterà la Parola di Dio e offrirà accesso a una salute migliore alle popolazioni più bisognose, specialmente le popolazioni indigene e fluviali, che vivono lungo un tratto del Rio delle Amazzoni per 1.000 chilometri”.
♥ Si tratta di oltre 700 mila abitanti di località amazzoniche raggiungibili solo per via fluviale, nello stato brasiliano del Pará.
♦ Papa Francesco che ha fortemente sostenuto questa iniziativa, seguendo da vicino le fasi della sua realizzazione, sottolinea nella Lettera il suo forte significato in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi per l’Amazzonia. E’ soprattutto “una risposta al mandato del Signore, che continua a mandare i suoi discepoli per proclamare il Regno di Dio e guarire i malati”.
♦ Nel testo, Francesco ricorda come la Chiesa sia chiamata “ad essere un ‘ospedale da campo’, accogliendo tutti, senza distinzioni o condizioni” e osserva che, con questa iniziativa, la Chiesa si presenta ora anche come un ‘ospedale sull’acqua’.
E così, aggiunge, “come Gesù, che è apparso camminando sulle acque, ha calmato la tempesta e rafforzato la fede dei discepoli, questa barca porterà conforto spirituale e serenità alle preoccupazioni di uomini e donne bisognosi, abbandonati al loro destino”.
♦ Papa Francesco, infine, ringrazia il vescovo di Óbidos e i francescani della Provvidenza per questo “bel segno di fede e di solidarietà cristiana” e imparte a medici, volontari, benefattori e alle persone che saranno assistite dalla Nave ospedale, la sua benedizione, affidandoli alla Madonna di Nazareth, e invitandoli a pregare per lui “e per i buoni frutti del prossimo Sinodo per l’Amazzonia”.
Numeri e circostanze
♦ La nave “Papa Francesco” è lunga 32 metri e ospita il più completo ospedale galleggiante del Brasile, con strutture per diagnosi, cura, ricovero e prevenzione in medicina, oftalmologia, odontologia, chirurgia, laboratorio di analisi, infermeria, sala di vaccinazione e macchinari per esami di radiografia, ecografia, mammografia ed elettrocardiogrammi.
♦ L’iniziativa ha avuto origine a seguito della visita di Francesco a un ospedale della fraternità San Francesco di Assisi nella Provvidenza di Dio a Rio de Janeiro, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù del 2013. Quando alla domanda se i religiosi fossero presenti anche in Amazzonia, il sacerdote fondatore, frate Francisco Belotti, rispose di no, il Papa replicò subito: “Allora devi andare”.
♦ La costruzione dell’imbarcazione è stata possibile grazie a una convenzione con lo Stato del Pará, che ha destinato al progetto i proventi di un indennizzo per danno morale collettivo a carico delle aziende Shell Chimica e Basf S.A., in seguito a un incidente ambientale che causò 60 vittime e ingenti danni.
(fonte: Osservatore Romano e farodiroma.it).