Fede e dintorni

Al banchetto nuziale con l’abito giusto

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Al banchetto nuziale con l’abito giusto.

– Tutti abbiamo ricevuto l’invito a prendere parte ad un banchetto nuziale. Ce lo dice Gesù con la parabola del vangelo di oggi.
– La parabola parla della chiamata di tutti i popoli alla salvezza, cioè alla comunione con Dio. Alcuni rifiutano, altri rispondono all’invito… E a tutti è richiesto l’abito nuziale.
– La salvezza è come un banchetto di nozze aperto a tutti. Ma non ci si può presentare senza l’abito degli eletti, “una vita conformata a Cristo”. L’abito nuziale è lo stile di vivere, un atteggiamento interiore che esprime comunione con chi invita.
– Non si può partecipare ad un pranzo di nozze ed essere contro gli sposi, nutrire odio, inimicizia nei loro confronti.
– In un paese avvenne che un invitato durante il rinfresco del matrimonio, approfittando della confusione, fu sorpreso a rubare in casa dello sposo. Delusione e dolore nello sposo: “Fosse stato un nemico, l’avrei sopportato; ma tu, mio compagno, mio amico e confidente; questo proprio no!” (cf salmo 54). Non c’è niente di più ripugnante di chi è invitato alla festa e alla gioia, e invece sceglie di restare ancora nel male.

Dal Vangelo di questa domenica (Matteo (22, 1-14).
♦ In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
♦ Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali».
♦ Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Rivestirsi di Cristo.
♦ Oggi la Parola ci parla attraverso l’immagine del banchetto nuziale, allusione al Regno definitivo a cui sono convocate tutte le genti, nel giorno in cui il Signore Dio eliminerà la morte per sempre e asciugherà le lacrime su ogni volto . Questo banchetto è a noi in un certo senso anticipato nell’Eucaristia.
♦ Ma non ci si può presentare al banchetto in modo qualunque. La veste della grazia è necessaria e indica fedeltà agli impegni del Battesimo. Chi rifiuta la veste si esclude per propria colpa dal banchetto.
♦ Dio offre la sua misericordia a tutti, nessuno escluso, insieme con la possibilità di compiere le opere giuste dei santi, la volontà del Padre che sprona a partecipare alla festa di nozze per suo Figlio.
Per fare questo è però necessario deporre la veste della superbia e indossare l’armatura di Dio.
La scelta di spogliazione del Figlio, che nella passione ha deposto tutto se stesso senza opporre rifiuto, è chiesta anche a noi.
La veste battesimale è immagine della novità di vita: ci siamo rivestiti di Cristo, ci siamo affidati a Dio; siamo in attesa dell’eterna festa di nozze. Con la certezza che tutto possiamo in colui che ci dà forza.
(don Michele Giuseppe D’Agostino, ssp in la domenica.it)

E’ possibile oggi un tale invito? Certamente sì (Il Beato Carlo Acutis).
L’Enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco ripropone al mondo di oggi questo invito. Ma quanto è difficile!
Oggi, come riuscirà la Chiesa, Sposa di Cristo, a presentare agli uomini del nostro mondo, della nostra società post-cristiana, l’incredibile invito del Padre alle nozze di suo Figlio? Come far sedere alla tavola di questo “banchetto di grasse vivande, di cibi succulenti, di vini raffinati” un’umanità apparentemente già sazia e senza appetito e pur tuttavia ancora dolorante e ferita?
Questo compito appassionante di tutta la Chiesa – questa nuova evangelizzazione – deve occupare tutti i figli del nuovo popolo di Dio. Ne va di mezzo la vita dell’umanità.
Annunciare l’invito con un nuovo ardore, con nuovi metodi, con una nuova espressione non è un mezzo superato. Alcuni tra coloro che trasmettono questo invito alle nozze saranno forse maltrattati, forse uccisi. Ci saranno certamente quelli che rifiutano l’invito. Poco importa. Ci sarà tanta gente agli angoli delle strade.
Basta annunciare con convinzione che noi andiamo ad una festa, che l’invito di Cristo è arrivato fino a noi e che noi conosciamo quello che ci aspetta. Basta sapere che noi possiamo tutto in colui che ci conforta.
Lo dimostra la vicenda umana e spirituale di Carlo Acutis, un ragazzo di 15 anni morto nel 2006 e beatificato ieri 10 ottobre. Una vita trasformata dalla grazia di Dio. In Brasile nel 2013 è avvenuto il miracolo che lo ha portato sugli altari e desiderato anche come Patrono di internet. Illuminante una sua citazione: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie!”.

Ad una settimana dalla pubblicazione della nuova enciclica di Papa Francesco “Fratelli Tutti”, i fedeli hanno in abbondanza sussidi e strumenti per affrontare la lettura dell’importante documento: pubblicazioni, commenti, video, webinar… – Se i mezzi tecnici abbondano, non deve mancare la disponibilità a mettersi in discussione, accettando di convertirsi al Vangelo di Cristo che offre la salvezza a tutta l’umanità. – La parabola del banchetto nuziale, presentata nel vangelo di questa domenica, parla appunto della chiamata di tutti i popoli alla salvezza, cioè alla comunione con Dio. Alcuni rifiutano, altri rispondono all’invito: ma a tutti è richiesto l’abito nuziale che sta a significare la necessità di aprirsi con sincerità al dono di Dio. – La salvezza è come un banchetto di nozze aperto a tutti e Dio darà la sua grazia di entrarvi a chi la chiede con fiducia. Lo dimostra la vicenda umana e spirituale di Carlo Acutis, un ragazzo di 15 anni morto nel 2006 e beatificato ieri 10 ottobre. Una vita trasformata dalla grazia di Dio.

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