Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Affettuosa catechista per sempre.
– A Palermo giorni fa una grande ondata di commozione e un affetto incredibile ha fatto seguito alla scomparsa di Gandolfa Ilarda vittima di un incidente d’auto. Era chiamata affettosamente Ghendy e subito è stata proclamata “catechista per sempre”.
– Moltissime sono le testimonianze di chi l’ha conosciuta e il sorriso di Ghendy riluce nelle parole che la vogliono commemorare.
– Il 17 maggio è stata investita da un’auto. Ghendy era catechista della parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù a Palermo.
– Una persona che guidava i più piccoli, via via che diventavano grandi. Tutti la trattavano con una tenerezza che testimoniava la sua prossimità alle molte vite che educava: era una catechista amatissima.
La commozione e le testimonianze per la straordinaria catechista.
♦ Una grande ondata di commozione e affetto ha fatto seguito alla scomparsa di Gandolfa Ilarda vittima di un incidente d’auto. Molte sono le testimonianze di chi l’ha conosciuta e fanno trasparire il sorriso di Ghendy.
♦ La poderosa ondata di affetto che si è sollevata per l’addio di Gandolfa Ilarda, quarantacinque anni, catechista della parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù, a Palermo, non accenna a diminuire, dopo la morte causata da un incidente stradale, il 17 maggio: è stata investita da un’auto.
♥ Perché Ghendy, così la chiamavano con una tenerezza che già racconta quanta prossimità ci fosse con molte vite, era una catechista amatissima.
♥ Una persona che guidava i più piccoli, via via che diventavano grandi, in quella parrocchia di via Parlatore, luogo di confine tra il benessere e l’ombra del disagio, salita alla ribalta della cronaca per la controversia tra residenti e oratorio sugli orari da ripartire tra quiete e gioco.
Alla fine, i giudici del tribunale civile di Palermo hanno stabilito, con qualche paletto concreto, che il gioco e l’infanzia sono intoccabili. Qui, un pallone “super santos” calciato da un piede di bambino rappresenta un genere di prima necessità.
♥ Ghendy era uno degli specchi in cui si riflette il motu proprio di papa Francesco che istituisce il ministero di catechista: «Anche ai nostri giorni, tanti catechisti capaci e tenaci sono a capo di comunità in diverse regioni e svolgono una missione insostituibile nella trasmissione e nell’approfondimento della fede. La lunga schiera di beati, santi e martiri catechisti ha segnato la missione della Chiesa che merita di essere conosciuta perché costituisce una feconda sorgente non solo per la catechesi, ma per l’intera storia della spiritualità cristiana».
♥ Era la pagina bianca su cui sono state scritte le parole del Pontefice che esaltano l’abnegazione di tanti militi ignoti del bene.
♥ Ecco perché le sue esequie, celebrate nel suo stesso oratorio dal parroco, don Roberto Ciulla, sono state riempite da una moltitudine di occhi lucidi. E qualcuno ha sussurrato: «Sarai la nostra catechista per sempre».
Nel memoriale dei social fiorisce un rinnovato abbraccio ogni giorno.
♥ Ha scritto Giuseppe Marinaro: «Questa eterna ragazza che si è dedicata da sempre ai bimbi e ai giovanissimi della parrocchia di Santa Teresa. “Eletta” sorella e mamma da tanti, aveva “adottato” tutti, piccoli e grandi, religiosi e laici.
♥ Animatrice dell’Azione cattolica, responsabile della catechesi, generosa e dotata di una ironia e di un’autoironia irresistibili, di una leggerezza nel trasmettere la bellezza della vita e dell’essenza della fede, che sono innanzitutto esperienza di fraternità, accoglienza senza limiti e condivisione».
♥ E rammenta, Giuseppe, che in uno dei suoi messaggi social, Ghendy aveva ricordato, ancora una volta, le parole pasquali di papa Francesco: «È possibile ricominciare sempre, perché sempre c’è una vita nuova che Dio è capace di far ripartire in noi al di là di tutti i nostri fallimenti. Anche dalle macerie del nostro cuore Dio può costruire un’opera d’arte».
♥ Il sorriso di Ghendy, la luce che rimane impigliata nelle parole del commiato, racconta quella speranza, con infinita dolcezza.
(fonte: Avvenire.it mercoledì 2 giugno 2021).