Fede e dintorni

Adeste fideles, canto natalizio in latino

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Adeste fideles, canto natalizio in latino.

– I cristiani di ogni continente, nella notte di Natale guardano con fede al nato Bambino e vivono la grande gioia del Natale, cantando nelle loro lingue e lodando il nome del Signore.
– Il primo sentimento che il Natale produce è la gioia. Molto bello un canto della liturgia bizantina che dice: «Cristo nasce, glorificatelo; Cristo discende dal cielo, andategli incontro… Cantate al Signore e celebratelo nella gioia, o popoli, perché Egli si è ricoperto di gloria».
– Adeste fideles è l’incipit del celebre canto natalizio in latino che invita alla gioia e alla festa. Esso è da sempre patrimonio comune di quanti festeggiano il natale, magari con una versione nella loro lingua. Il canto fu trascritto e armonizzato da John Francis Wade da una melodia gregoriana nel 1743 e poi arricchito di vari elementi.
– “Venite, adoriamo il Signore Gesù!”.

Origine del canto.
♦ Adeste fideles è un canto natalizio sulla cui paternità non esistono prove sufficienti perché sia attribuita ad un nome preciso.
♦ L’unica certezza che emerge dalla documentazione esistente è il nome del copista, cioè di colui che trascrisse materialmente il testo e la melodia: sir John Francis Wade, compositore e musicista britannico, da alcuni riconosciuto come l’autore del testo latino e della musica del celebre canto natalizio. Egli lo avrebbe trascritto da un tema popolare irlandese nel 1743-1744 per l’uso di un coro cattolico, a Douai, cittadina nel nord della Francia, a quel tempo importante centro cattolico di riferimento e di rifugio per i cattolici perseguitati dai protestanti nelle Isole britanniche.

♦ Il testo del canto è costituito da otto strofe di diversa paternità: di esse solo la I, V, VI e VII furono trascritte da Wade. Le strofe II, III e IV vennero composte da Étienne-Jean-François Borderies nel 1794 e la ottava strofa da un anonimo.

Qui di seguito sono riportate le prime quattro strofe più conosciute.

1. Adeste fideles læti triumphantes,
venite, venite in Bethlehem.
Natum videte Regem angelorum.

** Venite adoremus, venite adoremus,
venite adoremus Dominum.

2. En, grege relicto, humiles ad cunas,
vocati pastores adproperant.
Et nos ovanti gradu festinemus.

3. Æterni Parentis splendorem æternum,
velatum sub carne videbimus,
Deum infantem pannis involutum.

4. Pro nobis egenum et fœno cubantem
piis foveamus amplexibus;
sic nos amantem quis non redamaret?

Traduzione dal latino non cantabile
1. Oh fedeli venite trionfanti e gioiosi
venite, venite a Betlemme.
Ammirate il Re degli angeli che è nato.

**Venite adoriamo, venite adoriamo,
venite adoriamo, il Signore.

2. Ecco: lasciato il gregge
gli umili pastori si affrettano chiamati verso la culla.
Anche noi affrettiamoci con passo di giubilo.

3. Vedremo celato sotto un corpo umano
l’imperituro splendore del Padre Eterno:
Dio bambino, avvolto con dei panni.

4, Scaldiamo con pii abbracci
(lui che si è fatto) povero per noi e che giace sul fieno.
Chi non amerebbe a sua volta colui che ama noi in tal modo?

♦ Étienne-Jean-François Borderies fu un vescovo cattolico, teologo e letterato francese, autore fra l’altro di inni, cantici e sermoni quaresimali. Nel 1794, Borderies scrisse quella che è certamente la sua più nota opera: le strofe seconda, terza e quarta del famoso inno natalizio Adeste fideles.
Le strofe precedentemente redatte da Sir John Francis Wade si trovarono così relegate in quinta, sesta e settima posizione. La probabile ragione di questa inserzione è la scarsa aderenza delle strofe originali alla musica.
Le nuove strofe di Borderies hanno invece, come la prima strofa di Wade, una piena aderenza ritmica e semantica alla melodia.

♦ La seconda strofa addita il modello biblico dei pastori ai fedeli partecipanti alla liturgia, creando così un dittico con la prima strofa che a questo tema già preludeva (venite in Bethlehem). – Lo sguardo dei fedeli è diretto sui pastori che “ecco, abbandonato il gregge, umili alla culla si avvicinano”. – Vocati sottende l’itinerario spirituale compiuto dai pastori, ancor più se si accetta la meno nota variante renati, che ha chiare allusioni battesimali. I fedeli sono anch’essi invitati ad affrettarsi “a passo festante”.
♦ La terza strofa è ad impianto teologico e ricorda che “vedremo lo splendore dell’Eterno Genitore velato dalla carne”. Con queste poche pregnanti parole si ricordano ai fedeli il mistero della natura divina del Figlio e della sua incarnazione, contemplati nella solennità del Natale.
♦ La quarta strofa indulge invece di più allo spirito del tempo e presenta tratti devozionali nella contemplazione della scena evangelica: “Con pii abbracci scaldiamo il per noi indigente che dorme nel fieno”. La strofa si conclude con l’antico, già cavalleresco, tema della necessità di amare in cambio chi tanto ci ama.

5 Strofe del canto in italiano attualmente in uso.
1. «Venite, fedeli, l’angelo ci invita,
venite, venite a Betlemme.
Nasce per noi Cristo Salvatore.

** Venite, adoriamo, venite, adoriamo,
venite, adoriamo il Signore Gesù!

2. La luce del mondo brilla in una grotta:
la fede ci guida a Betlemme.
Nasce per noi Cristo Salvatore.

3. La notte risplende, tutto il mondo attende:
seguiamo i pastori a Betlemme.
Nasce per noi Cristo Salvatore.

4. “Sia gloria nei cieli, pace sulla terra”
un angelo annuncia a Betlemme.
Nasce per noi Cristo Salvatore.

5. Il Figlio di Dio, Re dell’universo,
si è fatto bambino a Betlemme.
Nasce per noi Cristo Salvatore.»

La versione inglese: O Come All Ye Faithful.
Conosciuta è anche la versione in lingua inglese, intitolata O Come All Ye Faithful: questa versione fu scritta – limitatamente alle prime 4 strofe nel 1841 o 1852[ dal pastore della Chiesa d’Inghilterra Frederick Oakeley (1802-1880), inizialmente con il titolo di Ye Faithful, Approach Ye, titolo poi cambiato in quello attuale dopo la conversione dell’autore al Cattolicesimo.
Le strofe 5, 7 e 8 furono poi tradotte da William Thomas Brooke (1848-1917) e la sesta strofa da Owen West e da Michael W. Martin.

Apri il video del canto nella interpretazione latina di Giuni Russo, con testo italiano a video.

“Adeste fideles” è l’incipit del celebre canto natalizio in latino che invita alla gioia e alla festa. Esso è da sempre patrimonio comune di quanti festeggiano il natale, magari con una versione nella loro lingua. Il canto fu trascritto e armonizzato da John Francis Wade da una melodia gregoriana nel 1743 e poi arricchito di vari elementi. – Il ritornello ripete: “Venite, adoriamo il Signore Gesù!” – Molto diffusa è la versione inglese: O Come All Ye Faithful.

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