Fede e dintorni

ACCOLTO IN PARROCCHIA DOPO AVER RUBATO LE OFFERTE

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Accolto in parrocchia dopo aver rubato le offerte.

– Fereidoun, giovane afghano 31enne, per la fame aveva rubato le elemosine in due chiese di Martina Franca in provincia di Taranto. Incastrato dalle telecamere, è stato arrestato.  Ma il sacerdote ha voluto incontrarlo e, dopo aver ascoltato la sua storia, lo accoglie nelle strutture della parrocchia.
– Il giovane afgano, alla fine, confidandosi con alcuni collaboratori vicini al sacerdote ha detto: «Benedico le telecamere, perché Dio, nonostante il mio gesto, le ha usate per aiutarmi».
– Una piccola storia di redenzione, una come tante che si incontrano nelle vite dei santi e che formano la gioia dei loro devoti. L’attenzione alla persona, la misericordia usata salverà chi davvero ha mancato per necessità e bisogno. E Dio non resterà indietro, se vede i suoi figli aiutarsi come fratelli.

Una piccola storia da Martina Franca, cuore della Valle d’Itria (TA).
Arriva dai trulli una storia d’amore, di carità e di riscatto. Ma anche una storia che denuncia un sistema, quello dell’accoglienza, che ha visto molti migranti trovarsi da un giorno all’altro per strada, pur essendo richiedenti asilo politico.
Come è accaduto a Fereidoun, un giovane afghano di 31 anni. Da giorni non mangiava. Ha deciso così di tornare a rubare il contenuto della cassetta delle offerte. Dopo la chiesa di san Domenico, è toccato a quella di Monte Purgatorio, entrambe nel piccolo paese pugliese. Le telecamere di videosorveglianza lo hanno filmato ed è stato colto sul fatto, fermato dalla polizia ed arrestato.
Don Martino Mastrovito è il sacerdote che lo ha scoperto e dopo aver sporto denuncia, ha chiesto di potergli parlare, scoprendo così una storia di disagio e fame, «quella vera, che fa venire i crampi allo stomaco e nessuno di noi sa cosa farebbe, come reagirebbe di fronte a questo stato di indigenza», racconta ad Avvenire:
«Mi ha colpito molto il suo giustificarsi dicendo che dovendo scegliere, aveva preferito rubare in chiesa senza far male a nessuno, invece di rapinare una vecchietta. Vuol dire che aveva il senso della gravità di quello che stava facendo. Mi ha ribadito che non lo aiutava nessuno ed io gli ho detto che non aveva mai chiesto quell’aiuto altrimenti avrebbe sicuramente ricevuto più di quegli otto euro e quarantacinque centesimi che erano nella cassetta delle offerte».

Poi don Martino gli ha garantito un posto dove dormire, ospitandolo nella struttura che presiede, Villaggio sant’Agostino, per offrirgli una possibilità di riscatto. Ora, insieme ai suoi collaboratori e all’intera comunità, si sta prodigando per trovargli un lavoro.
Spiega il sacerdote: «Io ho il mandato di fare un progetto per far diventare un’ala di questo Villaggio, che già usiamo per i senza fissa dimora, un luogo in cui allargare l’ospitalità, che viva grazie alla Provvidenza. Il sogno nel cassetto è che diventi un luogo di cultura della solidarietà, ispirato alla “Fratelli Tutti” e pensiamo di chiamare questa casa di accoglienza proprio come l’enciclica del Papa.
Quest’uomo aveva bisogno di un’opportunità e stiamo provando a dargliela. Non mi aspettavo tutto questo clamore e ci tengo a dire a chi ha sollevato qualche polemica sulla sua nazionalità o sulla sua religione (è musulmano, ndr), che noi aiutiamo tutti, chiunque ce lo chieda, italiano o straniero, cristiano o di altra fede».

Il giovane Fereidoun – che strano a dirsi si legge “freedom” – confidandosi con alcuni collaboratori vicini al sacerdote ha detto: «Benedico le telecamere, perché Dio, nonostante il mio gesto, le ha usate per aiutarmi».

(fonte: Avvenire.it, giovedì 4 febbraio 2021).

Compassione e misericordia per chi ruba in stato di necessità: mangiare resta un diritto fondamentale e l’uomo oggi non può ignorarlo. L’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti” spinge a gesti concreti di fraternità: «Fratellanza vuol dire mano tesa; vuol dire rispetto; vuol dire ascoltare con il cuore aperto… E perciò un mondo senza fratelli è un mondo di nemici». – Il giovane afgano Fereidoun di religione musulmana, protagonista di questa storia, confidandosi con alcuni collaboratori vicini al sacerdote alla fine ha detto: «Benedico le telecamere, perché Dio, nonostante il mio gesto, le ha usate per aiutarmi».

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