Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Accogliere il Redentore e diventare familiari di Dio.
La solennità in questa terza domenica di luglio.
– Marta e Maria accolgono il loro amico Gesù, il Figlio di Dio. Dio continua a visitare gli uomini e spesso, purtroppo, ci rendiamo conto della sua venuta solo dopo la sua visita.
– Gesù Redentore oggi ci visita con la sua Parola e con i Sacramenti. Egli è il sacerdote, l’annunciatore e l’ospite di questa Visita. Gioiamo di questo onore, ascoltiamo la sua parola con attenzione e riceviamo con gratitudine il suo Corpo sacrificato per noi.
– Con l’udito attento e il cuore aperto, accogliamo i suoi doni per diventare veri familiari di Dio. In Gesù, Dio viene per porre la sua tenda fra noi, per farsi pellegrino. Anche se da molti verrà respinto e rifiutato il Salvatore e Redentore troverà chi lo ospita e accoglie la sua amicizia, la sua salvezza. – Chi accoglie Gesù, accoglie Dio e diventa fecondo perché la Sua Vita è capace di generare nuova vita. – Nell’uomo Adamo questo vincolo è stato infranto, nell’uomo Cristo esso è stato di nuovo riallacciato. Cristo è il Redentore dell’uomo!
1a. Vangelo della domenica XVI del Tempo Ordinario – (Lc 10,38-42)
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
1b. Vangelo della solennità del SS. Redentore – (cf Gv 3, 13-18.21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.
Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.
2. La festa.
Nella terza domenica di luglio si celebra la solennità del SS. Redentore, che interessa diverse chiese italiane, tra cui quella famosa di Venezia, dove la notte del sabato che precede la festa ha luogo un fantasmagorico spettacolo pirotecnico che attrae migliaia di visitatori.
Ed in questa domenica i Missionari Redentoristi festeggiano il titolare del loro Istituto. Papa Benedetto XIV il 25 febbraio 1749, nell’approvare le Regole del nuovo Istituto, fondato da S. Alfonso Maria de Liguori nel 1732 a Scala, cittadina sopra Salerno), diede anche il nome definitivo: Congregazione del SS. Redentore. Da qui il nome di Missionari Redentoristi.
3. Alcune note teologiche.
Cristo è il Redentore promesso nell’antica Alleanza, e Dio l’ha consacrato e mandato per risollevare l’uomo dalla sua caduta.
Apparso nella carne mortale di uomo, e offrendosi come vittima di espiazione, con la sua morte e risurrezione ha portato la salvezza a tutte le genti.
Grande è la redenzione dall’antica schiavitù, la remissione dei peccati. In lui la verità, la luce, la vita; in lui i credenti sono segnati con l’unzione dello Spirito Santo promesso e hanno la speranza di conseguire la completa libertà dei figli.
Dio, così, ha avuto compassione dell’Uomo, e vedendolo incapace di dar degna soddisfazione per il peccato commesso, con bontà e misericordia ha mandato il suo Figlio a redimere il genere umano con prendere la natura umana e morire per tutti gli Uomini.
4. Preghiera di S. Alfonso.
Contemplando il Redentore.
♥ Anima mia, alza gli occhi e contempla Gesù crocifisso. Guarda l’Agnello divino, sacrificato su un altare di dolore. Pensa che egli è il Figlio prediletto dell’eterno Padre e che è morto per amor tuo.
Egli ha le braccia aperte per accoglierti, il capo chino per darti il bacio della pace, il costato aperto per accoglierti. Non merita forse di essere amato un Dio così buono e pieno d’amore? Dalla croce il tuo Signore ti dice: “Figlio, chi mai al mondo ti ha amato più di me, tuo Dio?”
♥ Mio Dio e mio Redentore, tu sei morto di una morte infame e dolorosa, per guadagnarti il mio amore. Ma quale creatura potrà mai ricambiare l’amore del suo Creatore morto per essa?
Adorato Gesù, amore dell’anima mia, come potrò dimenticarmi di te? Come potrò vederti appeso su questo legno e non amarti con tutte le mie forze?
Gesù mio, io credo che tu mi hai amato fin dall’eternità, senza alcun merito mio, e che, pur prevedendo le mie ingratitudini, solo per la tua bontà mi hai dato di esistere.
♥ Tu sei il mio Salvatore, perché con la tua morte mi hai liberato dall’inferno tante volte da me meritato.
♥ Tu sei la mia vita, per la grazia che mi hai donato, senza la quale io sarei rimasto per sempre nella morte.
♥ Tu sei la mia speranza: da nessun altro io posso sperare del bene, giacché tu solo sei giunto a morire per me.
♥ Agnello di Dio, sacrificato sulla croce e vittima d’amore, vorrei morire per te, come tu sei morto per me! Amen.