Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Accogliere il frutto di uno stupro.
– La vita è sempre vita, è sempre un miracolo che avviene, anche se è frutto di un atto terribile, quale è lo stupro. – Ma ci vuole una fede grande e una forza “sovrumana” per accettare il frutto di una violenza.
– La discussione a riguardo è ampia: c’è chi, per riparare l’offesa alla donna, propone l’aborto autorizzato e legale, garantito e assistito finanche dallo stato civile e c’è chi con motivazioni umane e religiose propone di portare a termine una maternità offesa, per salvare l’innocente nascituro e assicurargli un futuro sano e normale, nonostante provenga da un gesto violento.
– Prima di riportare la vicenda umana in questione (triste e piena di speranza nello stesso tempo), vorrei riportare la testimonianza personale di Ken, un giovane adottato sin da bambino, quando è venuto a sapere di essere frutto di uno stupro.
– “Lo stupro è una cosa spaventosa, però quello che voglio dire alle donne che ci stanno ascoltando è: da qualcosa di così terribile può nascere qualcosa di buono. E io ne sono la prova: ” La mia mamma biologica mi ha voluto far nascere. E di questo non la ringrazierò mai abbastanza”. – E quando Ken è venuto a conoscenza della sua storia, ha fatto la promessa di adottare un figlio, in ringraziamento del fatto di essere stato lasciato vivere. E così ha fatto.
– La storia di oggi riguarda una ragazza disabile abusata e messa incinta: tutta una comunità di accoglienza (Gotas de Esperanza = Gocce di speranza) si è mobilitata per accogliere la nuova vita.
Quando la vita nasce dall’abuso atroce di una ragazza disabile.
♦ Il piccolo Miguel de Jesús è venuto al mondo il 12 ottobre 2021 a Guanare, in Venezuela. Sarà sottoposto al test del DNA per sapere chi è l’uomo che ha abusato di sua madre, la 21enne María Alejandra Yánez.
♥ La giovane madre è disabile; vive su una sedia a rotelle e non è in grado di parlare. Nonostante tutto, il suo sorriso mentre guarda il bambino rivela i suoi sentimenti e il suo cuore di madre.
♦ Secondo quanto riferisce la ONG (Organizzazione Non Governativa) Gotas de Esperanza Venezuela, la famiglia di María Alejandra è formata da contadini della regione di Guanare. Per via delle difficoltà economiche, sono andati a Caracas in cerca di lavoro e hanno affidato la ragazza a dei conoscenti.
♦ “Sono distrutto, non so cosa fare”, ha detto il padre in un video della ONG parlando dello stupro di María Alejandra.
La gravidanza è andata avanti, e la famiglia non ha mai pensato all’aborto.
♥ In questo periodo, i membri della ONG hanno offerto tutto il sostegno necessario per preparare l’arrivo del bambino.
“Ciao, mondo. Benvenuto al mondo, Miguel de Jesús. Ti daremo molto amore”, hanno scritto il 12 ottobre.
L’immagine ha commosso tutti coloro che hanno accompagnato il caso. La madre, nonostante la sua paralisi, lancia uno sguardo affettuoso al figlio appena nato.
♦ L’11 ottobre, la ONG ha scritto: “María Alejandra è stata abusata ed è rimasta incinta”. “Oggi abbiamo bisogno di aiuto per mettere al mondo il bambino. La sua famiglia ha poche risorse, e siamo qui per aiutarla in ciò che serve”.
♦ È stata poi diffusa una lista di cose necessarie. “Abbiamo bisogno di comprare materiale medico, pannolini, latte in polvere (la madre non potrà allattare). Dobbiamo anche comprare un letto e un materasso per María Alejandra, che dorme in condizioni precarie”.
È cominciata così la campagna per portare al mondo Miguel de Jesús.
♦ L’iniziativa è stata una risposta d’amore all’atto indegno e criminale che un estraneo che ha commesso contro una ragazza che non può difendersi.
♥ “C’è un colpevole e sappiamo che verrà fatta giustizia (…). Ora dobbiamo preoccuparci di madre e figlia e aiutarli ad andare avanti”, hanno scritto i membri della ONG.
“Vi chiediamo solo di aiutare questo bambino a venire al mondo sano. Abitano a due ore e mezza da Guanare, ci occuperemo del trasferimento e dell’alloggio a Guanare il giorno del cesareo”, hanno detto prima che entrasse in ospedale.
♦♦ La ONG Gotas de Esperanza è stata fondata nel 2017 e opera nella regione venezuelana di Guanare con i bambini e le donne in condizioni più disagiate.
(fonte: cf aleteia.org/2021/10/20).