Fede e dintorni

Aborto, un diritto umano da consumo?

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Aborto, un diritto umano da consumo?

In vista della Giornata per la Vita, celebrata 3 febbraio, Papa Francesco il giorno precedente aveva espresso ai rappresentanti del Movimento per la Vita: «L’aborto non può essere presentato come diritto umano». E’ una visione drammatica quella che riduce la vita a “bene di consumo usa e getta”.
– «Prendersi cura della vita, esige che lo si faccia durante tutta la vita e fino alla fine. Ed esige anche che si ponga attenzione alle condizioni di vita: la salute, l’educazione, le opportunità lavorative, e così via; insomma, tutto ciò che permette a una persona di vivere in modo dignitoso».
– «Per capire il dramma dell’aborto, bisogna stare in confessionale». 

«Drammatica» è la visione, spesso presentata come diritto umano, che riduce la vita a bene di consumo usa e getta.
Lo ha affermato Papa Francesco nel discorso ai membri del Consiglio direttivo del Movimento per la vita italiano, durante l’udienza in occasione della Giornata nazionale per la vita, celebrata in Italia domenica 3 febbraio.
«Prendersi cura della vita, esige che lo si faccia durante tutta la vita e fino alla fine. Ed esige anche che si ponga attenzione alle condizioni di vita: la salute, l’educazione, le opportunità lavorative, e così via; insomma, tutto ciò che permette a una persona di vivere in modo dignitoso».
♥ Perciò la difesa della vita «non si compie in un solo modo o con un unico gesto, ma si realizza in una molteplicità di azioni, attenzioni e iniziative; né riguarda solo alcune persone o certi ambiti professionali, ma coinvolge ogni cittadino e il complesso intreccio delle relazioni sociali».

Il Movimento per la vita
Consapevole di ciò, «il Movimento per la vita si sforza di essere lievito per diffondere uno stile e delle pratiche di accoglienza e di rispetto della vita in tutto l’impasto della società».
«E la difesa della vita ha il suo fulcro nell’accoglienza di chi è stato generato ed è ancora custodito nel grembo materno, avvolto nel seno della madre come in un amoroso abbraccio che li unisce. Ecco perché spegnere volontariamente la vita nel suo sbocciare è in ogni caso un tradimento della nostra vocazione, oltre che del patto che lega tra loro le generazioni, patto che consente di guardare avanti con speranza. Dove c’è vita, c’è speranza.
Ma se la vita stessa viene violata nel suo sorgere, ciò che rimane non è più l’accoglienza grata e stupita del dono, bensì un freddo calcolo di quanto abbiamo e di ciò di cui non possiamo disporre. Allora anche la vita si riduce a bene di consumo, da usare e da gettare, per noi stessi e per gli altri.
Come è drammatica questa visione, purtroppo diffusa e radicata, anche presentata come un diritto umano, e quante sofferenze causa ai più deboli dei nostri fratelli».

Testimonianza e speranza
♦ Il Papa ha ringraziato i rappresentanti del Movimento per la Vita per il loro attaccamento da sempre dichiarato e attuato, alla fede cattolica e alla Chiesa, che li rende testimoni espliciti e coraggiosi del Signore Gesù. Una testimonianza difficile e audace.
«Nella vostra azione avete testimoniato con franchezza che quanti sono concepiti sono figli di tutta la società, e la loro uccisione in numero enorme, con l’avallo degli Stati, costituisce un grave problema che mina alle basi la costruzione della giustizia, compromettendo la corretta soluzione di ogni altra questione umana e sociale».
♦ Di qui l’appello di Papa Francesco a tutti i politici, perché, a prescindere dalle convinzioni di fede di ognuno, pongano come prima pietra del bene comune la difesa della vita di coloro che stanno per nascere e fare il loro ingresso nella società, alla quale vengono a portare novità, futuro e speranza.
♦ Non si lascino condizionare da logiche che mirano al successo personale o a interessi solo immediati o di parte, ma guardino sempre lontano, e con il cuore guardino a tutti. Perché, dove c’è vita, c’è futuro.

(fonte: cf da Avvenire.it, 2 febbraio 2019).

Drammatica è la visione, spesso presentata come diritto umano, che riduce la vita a “bene di consumo usa e getta”. La difesa della vita ha il suo fulcro nell’accoglienza di chi è stato generato ed è ancora custodito nel grembo materno, avvolto nel seno della madre come in un amoroso abbraccio che li unisce. Ecco perché spegnere volontariamente la vita nel suo sbocciare è in ogni caso un tradimento della vocazione umana, ed è un venire meno al patto che lega tra loro le generazioni, quel patto che consente di guardare avanti con speranza. Dove c’è vita, c’è futuro.

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