È stato abbattuto l’albero della legalità. Ancora poco chiare le dinamiche dell’accaduto e sconosciuta rimane anche l’identità di chi si è reso colpevole di questo stupido gesto. L’albero di ulivo era stato messo a dimora il 21 novembre 2006 nel piazzale antistante la Biblioteca comunale, in Largo Sedile Africano, in occasione della “Festa dell’albero”, organizzata dall’Assessorato all’ambiente del Comune di Tropea d’intesa con l’Istituto di Istruzione Superiore della città. L’ulivo venne denominato “Albero di vita”, ed intitolato ai magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Scopelliti. Questo gesto fu fortemente voluto affinché quell’ulivo assurgesse a simbolo di legalità, così come le sue foglie ad ogni singola forza sana della società. Le massime autorità civili e religiose della cittadina tirrenica furono presenti alla cerimonia.
Purtroppo quel simbolo di legalità è stato abbattuto. Nessuno sa se ciò è avvenuto a causa di un incauto automobilista o di qualche ignoto delinquente. La seconda ipotesi sarebbe quella meno auspicabile, soprattutto se in presenza di un atto premeditato. Colpire quell’albero, in vece della legalità da esso rappresentata, risulterebbe infatti come un attacco alla giustizia, alle stesse istituzioni.
Il giorno in cui l’albero è stato piantato era presente anche l’allora vicesindaco Giovanni Macrì, da sempre sensibile alle problematiche riguardanti la legalità e che oggi si interroga su quale sia la risposta che l’amministrazione vorrà dare a tale problema.
«L’albero è stato piantato alla presenza delle massime autorità civili e religiose. L’amministrazione di Tropea non ha sentito alcuna esigenza di fare qualcosa – denuncia – ovvero messa a dimora di altro albero simbolo». Questo, in sostanza, il contenuto del testo inviato alla stampa e sottoscritto dal segretario cittadino dell’Udc. A conclusione della nota stampa, Macrì afferma inoltre che il gruppo consiliare da lui guidato «si adopererà in tal senso».