Le riflessioni critiche di Tino Mazzitelli
Una politica non si può fare con chiunque, essa deve essere il prodotto di uno straordinario lavoro di squadra
Nel momento in cui importanti avvenimenti vengono a caratterizzare la vita politica di un paese, sistematicamente si levano le voci più svariate che stigmatizzano le prese di posizione di questo o quel personaggio politico. A Tropea siamo in clima preelettorale e molti cercano una platea per potersi fare gratuita pubblicità. L’argomento questa volta è la diatriba tra le opposte fazioni e i possibili candidati a sindaco e il motivo del contendere, per nulla di scarsa importanza, è se le costituende liste abbiano una connotazione ben precisa e definita e cioè moralità, legalità, trasparenza, professionalità che le metterebbe al riparo da una crisi di identità e consentirebbe loro di emergere dall’anonimato in cui solitamente si rifugiano le liste civiche.
Perfettamente a conoscenza della vasta problematica politico-amministrativa che investe e attanaglia Tropea, ritengo che il dibattito in corso debba essere incanalato entro i limiti della decenza e della obiettività, trattandosi di problemi complessi, di analisi per nulla superficiali la cui pregnanza e serietà deve escludere ogni forma di demagogia e di strumentalizzazione politica. Non si possono imbastire polemiche o muovere critiche contro chicchessia solo per il vezzo tutto italico di dire male degli avversari e atteggiarsi a novelli censori.
Le responsabilità del degrado di Tropea sono tutte riconducibili a chi pensando di essere “l’unto del Signore” non ha fatto altro, assieme ai suoi “compari di merenda” che affossare il processo di rinnovamento della città non tenendo in alcun interesse l’ineludibile moderna pianificazione, ripercorrendo la solita ottica politico-clientelare e non tenendo in alcun conto il soddisfacimento dei bisogni di ognuno, rimarcando una volta per tutte che l’interesse collettivo non è la somma degli interessi individuali, ma li sovrasta, li compone e talvolta contrasta con essi. Sparare sul mucchio o associare nelle responsabilità del degrado generalizzato figure professionali e politiche completamente al di fuori di questo contesto miserevole è solo voler destabilizzare tutto l’ambiente che viceversa opera con grande impegno nel superiore intento di dare risposte efficienti in ordine allo sviluppo e al decollo di Tropea.
Al di là e al di sopra delle spesso generiche e superficiali riflessioni critiche, come non accorgersi invece che è in atto una drastica inversione di tendenza tesa ad uno sforzo creativo nuovo per produrre risultati importanti per Tropea, tali da incidere fortemente sui processi di trasformazione della politica tropeana e dell’intera città? E’ necessario per questo che il livello della sfida e delle dispute per il risanamento e per la modernizzazione dell’organizzazione politico-amministrativa deve alzarsi: bisogna passare dalla fase delle enunciazioni e della protesta, comprensibili per chi non ha idee chiare o addirittura non ne ha affatto, a quella delle possibili realizzazioni, della proposta
Una svolta,insomma, che dovrebbe portare alla costruzione di una amministrazione che cresce qualitativamente, che rinnova profondamente le proprie strutture, che opera un taglio netto con assistenzialismo clientelare, incapacità progettuale, malaffare, con il passato insomma.
Non va dimenticato che un sindaco sarà bravo se riuscirà a coniugare sinergica-mente idealismo e realismo e non lo sarà, invece, se riuscirà solo a muoversi con più astuzia e tempismo di altri nei sottoscala di qualche “palazzo”, imbrancandosi con i più scaltri, occupando quelle poltrone, sgabelli, strapuntini da cui si possono dispensare piccoli o grandi favori, commettere piccoli ograndi torti, interpretare le leggi ad “usum delphini”. Tropea non merita di essere affidata alla spregiudicatezza dei furbi, degli intriganti, degli ipocriti, di quelli cioè che non credono in niente o solo nel proprio “IO” ipertrofico, nel potere e in chi lo rappresenta.
Una politica non si può fare con chiunque, essa deve essere il prodotto di uno straordinario lavoro di squadra, di un gruppo di persone che abbiano fantasia, passione e intelligenza in grado di suggerire apporti creativi, di una squadra non già asservita al capo di turno, ma formata da competenze alte e dotata di autonomia intellettuale e politica che utilizzi le competenze per aiutare il sindaco a compiere le scelte più opportune che prevedano un serio e concreto programma di sviluppo e non già,come avvenuto, l’indisponibilità ad ascoltare, l’arroganza nella gestione, il rifiuto di tenere in considerazione anche chi dissente, o mettersi in discussione con le competenze più dotate. Tropea non merita soprattutto di essere riaffidata -(ed è un’ipotesi non peregrina in caso di vittoria di qualche politicante di lungo corso che ha fatto il buono e il cattivo tempo allorquando sedeva sullo scranno sia in maggioranza che all’opposizione)- ai commissari che il più delle volte, come nel caso in ispecie, peggiorano la situazione di stallo gestionale ereditata, determinando profonde ripercussioni negative nell’assetto tecnico-organizzativo di una amministrazione. E’ un luogo comune quello che nell’immaginario collettivo viene ad essere considerato come inequivocabile verità, e cioè che i poteri straordinari conferiti ai commissari siano riferibili solo alla conduzione e alla trattazione dell’ordinaria amministrazione e alla “messa in ordine delle carte”: Niente di più fuorviante. Ai soggetti incaricati della gestione dell’intero settore amministrativo la legge affida poteri straordinari attraverso cui costituire un percorso di autonoma elaborazione di idee,di iniziative,di obiettivi in grado di intraprendere e svolgere anche un ruolo di gestione all’insegna dell’efficienza e dell’efficacia. Se a ciò si aggiunge che per svolgere al meglio il loro lavoro i commissari prestano la loro opera non “gratis et amore dei”, ma lautamente ben remunerati, si ha la consapevolezza, ancorché paradossale, che dalla padella siamo caduti nella brace.
Oggi, quindi, anziché atteggiarsi a cinici fustigatori di costume attraverso comportamenti strumentali i dirigenti politici tropeani hanno il dovere morale e politico di riportare nel giusto alveo una discussione che potrebbe degenerare e,allo stesso tempo, di cimentarsi in uno sforzo di consapevolezza collettiva che faccia acquisire una assunzione di responsabilità che induca, sì alla riflessione e alla critica, ma anche all’analisi dell’attuale degrado di Tropea e al modo di risolverlo. E’ necessario per questo che il livello della sfida si elevi bandendo le urla, gli schiamazzi, e contestualmente passando da una nuova fase, ove è previsto l’apporto di tutti, in cui la svolta deve essere lo strumento al servizio dei cittadini che abbia come unico fine la tutela dei loro interessi e della Città.
Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea
DR. Tino Mazzitelli