Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
A Tropea le preghiere per il Venerabile Di Netta.
– Mentre tutti siamo alquanto in ansia per gli sviluppi della variabile òmicron” del coronavirus, sono arrivati i giorni del Venerabile P. Vito Michele Di Netta, redentorista (1787-1849), chiamato l’Apostolo della Calabria per la sua lunga predicazione missionaria durata ben 37 anni.
– La pandemia del Covid-19 anche quest’anno non ha permesso la celebrazione del suo Memoriale unitamente ai fedeli di Vallata (AV), paese natale del Venerabile. Nella chiesa del Gesù di Tropea è stata esposta la sua immagine, e si elevano le preghiere per la sua glorificazione (beatificazione) e lo si ricorda nella santa messa di avvento e della novena della Immacolata.
– Tropea ha già celebrato in ottobre la beatificazione di don Francesco Mottola, avvenuta in una clima di “ristrettezza” nonostante i grandi preparativi fatti. La pioggia ha dirottato nella chiesa concattedrale solo un numero limitati di invitati e pochi fedeli: si disse. “Don Mottola ha voluto la celebrazione nella sua chiesa.
– E così verrebbe da dire: anche quest’anno il Venerabile Di Netta con la mascherina? Sì, con la mascherina dell’umiltà che caratterizzò la sua vita. – Ben se ne accorsero due sacerdoti arrivati al Convento in una sera d’inverno del 1841 circa: bussarono e furono accolti da P. Di Netta, umile superiore che si caricò i loro bagagli per portarli nelle stanze loro preparate. Gli ospiti pensarono di trovarsi di fronte al fratello laico. E quando si meravigliarono, appurando che invece era il Superiore, si sentirono dire: “Io sono l’asinello di comunità”.
– P. Vito Michele Di Netta fu un autentico testimone della Misericordia di Dio. A Tropea (VV), dove è sepolto nella chiesa del Gesù, si attende e si prega per la sua beatificazione, cammino iniziato con il Decreto per la eroicità delle sue virtù (7 luglio 1935). Si prega, si spera e si aspetta di andare avanti con la Causa.
♦ Preghiere per la beatificazione di padre Vito Michele Di Netta
(l’asterisco è messo per aiutare la preghiera in comune)
1. O Dio, Padre Santo,
per mezzo del tuo Figlio * e con la potenza del tuo Spirito * ci hai predestinati ad essere * santi e immacolati al tuo cospetto nella carità * Tu, che hai associato * il tuo servo Vito Michele * al sacerdozio del tuo Figlio divino, * come missionario e annunciatore della tua misericordia, * degnati di glorificarlo qui in terra, * quale testimone dell’amore del Cristo * che ha dato la sua vita per noi.
Gloria al Padre…
2. Gesù, Redentore dell’uomo,
speranza e vita di tutti gli oppressi e sofferenti: * glorifica il tuo Servo Vito Michele, * il quale, nella sua operosa vita missionaria, * ha proclamato agli abbandonati * la tua copiosa redenzione, * impegnando la sua vita * al servizio del prossimo. * Donaci sul suo esempio * e per sua intercessione * un cuore capace di amare Te * in tutti i nostri fratelli e rendere piena testimonianza * al tuo Vangelo.
Gloria al Padre…
3. Spirito Santo, Consolatore
e Signore che dà la vita, * Tu illumini il nostro difficile cammino * con la splendida luce dei tuoi Santi, * e lenisci la nostra sofferenza * con la compassione del loro cuore. * Tu hai suscitato nella Chiesa * e nell’Istituto Redentorista * il padre Vito Michele * quale missionario e singolare testimone * della tua azione santificatrice. * Donaci, per sua intercessione, * di godere e di trasmettere sempre * la santità nella perfetta carità.
Gloria al Padre…
4. O Trinità Santissima, (anche come formula quotidiana)
ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa * il padre Vito Michele, missionario redentorista, * e per aver fatto risplendere in lui * la tenerezza della tua paternità, * la ricchezza della redenzione di Cristo * e il conforto dello Spirito d’amore. * Concedici, per sua intercessione, * secondo la tua volontà, * la grazia che imploriamo, * nella speranza che egli * sia presto annoverato * nel numero dei tuoi santi. * Affidiamo questa nostra preghiera * alla materna intercessione di Maria * che il padre Vito Michele
ha onorato e amato in tutta la sua vita. Amen.
Gloria al Padre…
♦ Strofetta per la coroncina
(di P. Mosè Simonetta)
Lodi a te, Padre Di Netta, * eleviam con voti ardenti,
mentre a te chiediam fidenti: * “Deh proteggici dal ciel!”
♦ Canto al Venerabile P. Di Netta
(di P. Mosè Simonetta)
1. Vito Michele, fervido * a te eleviamo il canto, * te, che di ardore santo * lo Spirito infiammò
Delle Calabrie Apostolo * ti consacrò il tuo zelo * da che, docile al Cielo, * tra noi venisti un di.
Ritornello: . Fervide lodi a te eleviamo * mentre imploriamo da te mercé.
2. Dalla tua verde Irpinia, * di sacro fuoco ardente, * la nostra umile gente * venisti ad incontrar.
E per le plaghe calabre * gridasti con ardore * di Cristo Redentore * l’oracolo divin.
3. Come fedele emulo * di Alfonso de Liguori, * accendi tanti cuori * di celestiale amor.
L’Immacolata Vergine, * che fu tua guida e stella * rifulse ognor più bella * sull’aspro tuo cammin.
4. Vito Michele, guardaci * ora dal Paradiso, * mostraci un tuo sorriso * perché speriamo ancor.
Tropea, la nobilissima * città di te si onora * e con fiducia implora * a Te grazie e favor.
La sua santità
«Odi estinti, discordie composte, lotte e scandali d’ogni genere dissipati, il maltolto restituito, in una parola restaurata la virtù e la vita cristiana: ecco i frutti che sempre e dovunque producevano i lavori apostolici del P. Di Netta».
♥ Testimoni della Misericordia: sopratutto con i poveri
Il Venerabile Servo di Dio raccomandava che si perdonassero coloro che venivano sorpresi a rubare, perché erano indigenti e mossi dalla necessità.
♦ A San Giovanni di Zambrone, mentre era in missione, egli chiese pubblicamente al nobile Antonio Toraldo di perdonare i coloni che non erano stati corretti verso di lui: “Don Antonio, alza tu la mano e perdona a tutti”. E con ciò intendeva pregarlo che avesse rimesso a coloro che in qualunque modo lo avessero defraudato o avessero mancato col loro padrone».
♥ Testimoni della Misericordia: anche di fronte al sangue sparso.
♦ Il perdono è il necessario “sacrificio” per raggiungere la vera riconciliazione; il Venerabile lo richiedeva senza esitazione ed era più insistente quanto più l’offeso era una persona “vicina”, un suo penitente, come l’arciprete di Drapia Don Vincenzo Ruffa che racconta: «Mi era stata attentata la vita [a colpi di pistola: gelosia per l’incarico di arciprete ricevuto a preferenza di altri concorrenti]. Il Servo di Dio venne a trovarmi, e mi disse: “Devi fare ciò che ti dico. Me lo prometti?” – “Si, padre, con tutto il cuore”. – Allora mi condusse alla casa dei miei nemici, me li fece abbracciare e baciare. Ed il Servo di Dio esclamò: “Ah quanto mi hai consolato!” ».
♦ Suo fratello Pietro ebbe sei figli: di questi uno gli fu ucciso quando era già sposato e con figli. Un testimone ricorda il perdono voluto dal Venerabile: «Pietro fratello del Venerabile gli scriveva che un suo figlio era stato ucciso da un certo Luigi Dell’Osso, e rammaricandosi voleva che la giustizia facesse il suo corso. Ma tanto non piacque al Venerabile che gli rispose: “No, perdonalo e benedicilo”. Una cosa molta difficile per il padre dell’ucciso, che tuttavia mandò a chiamare l’uccisore. Questi, inginocchiatosi e piangendo, chiedeva perdono e quegli a perdonarlo e benedirlo, come gli aveva raccomandato il Venerabile.