Cultura e Società

A Noemi Di Segni la VII edizione del Premio “G. Filangieri”

La presidente U.C.E.I. ha ricevuto il prestigioso riconoscimento dal Rettore Alberto Capria

«Per i suoi costanti richiami alla necessità di istruzione ed educazione affiancata al doveroso rispetto di norme e leggi, anche non scritte, grazie al quale, ne siamo certi, il diritto vincerà sul delitto, la civiltà, la solidarietà e la democrazia sul triste clima di odio e violenza che, purtroppo, contraddistingue il nostro tempo»

La presidente U.C.E.I. ha ricevuto il prestigioso premio dal Rettore Alberto Capria – foto Marmorato

«Il segnalibro della storia sia sempre inserito nella pagina della Shoah». Il Rettore del Convitto “G. Filangieri” Alberto Capria, poco prima di consegnare il prestigioso premio, giunto alla settima edizione, alla presidente U.C.E.I. Noemi Di Segni, ha voluto ricordare nell’Aula Magna del Convitto le parole di Primo Levi, sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti. All’evento sono intervenuti, tra gli altri, il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, il Prefetto Francesco Zito, il sindaco della città Maria Limardo, l’ex Direttore USR Giuseppe Mirarchi, i ragazzi dl coordinamento regionale delle consulte degli studenti e l’assessore all’istruzione e alle politiche sociali di Vibo Valentia Franca Falduto. Alcuni alunni dell’Istituto hanno inoltre letto in un Aula Magna gremita i principi fondamentali della Costituzione. Queste le motivazioni lette dal Rettore Capria: «Per i suoi costanti richiami alla necessità di istruzione ed educazione affiancata al doveroso rispetto di norme e leggi, anche non scritte, grazie al quale, ne siamo certi, il diritto vincerà sul delitto, la civiltà, la solidarietà e la democrazia sul triste clima di odio e violenza che, purtroppo, contraddistingue il nostro tempo». La presidente U.C.E.I. nel suo intervento ha voluto sottolineare che «l’ebraismo non è solo Shoah. È importante – ha spiegato – che voi abbiate modo di conoscere il racconto, la cultura, la storia ebraica anche per la parte luminosa che è l’ebraismo: le feste, il cibo, i matrimoni, l’allegria. E vorrei che non identificaste gli ebrei solo con la parola Shoah, perché il popolo ebraico è vivo oggi, è vissuto per secoli e millenni ed ha vissuto tante cose ed è importante che si conoscano anche questi lati di luce, allegri. È fondamentale conoscere la storia della Shoah, – ha concluso – ma non dobbiamo appiattire tutta l’esistenza ebraica solo sulla Shoah».

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Redazione
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