Fede e dintorni

A che serve accumulare soldi?

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

A che serve accumulare soldi?

– Tutti abbiamo davanti agli occhi il personaggio di Walt Disney, Paperon dei Paperoni, che passa il suo tempo ad immergersi nel suo denaro, come in una piscina, oppure come una montagna da scalare… oro, oro, oro… monete e dollari.
– Questa immagine ci ha fatto sorridere di gusto, trattandosi di un fumetto o cartone animato. Ma forse abbiamo sottovalutato il richiamo nascosto nel personaggio: a che gli serviva tanto denaro, quando i suoi nipoti (Paperino, Qui, Quo e Qua) erano felici e sereni, pur senza risorse?
– A che serve ancora oggi accumulare soldi, anche a danno degli altri, e chiudere gli occhi alla solidarietà e alla condivisione? – La letteratura abbonda su questo tema, ma trovare un modo nuovo e semplice può indurre a far riflettere. Ed è lo scopo della piccola storia di oggi.

L’uomo che ebbe il dono di moltiplicare i soldi.
C’era una volta un uomo che voleva davvero diventare ricco.
Una notte, mentre dormiva, gli apparve in sogno una fata con una moneta e disse: – Ogni volta che lanci questa moneta, diventeranno due; conservane una e lancia l’altra, e diventeranno di nuovo due.
Al risveglio, l’uomo si ritrovò con una moneta in mano e ricordò il sogno.
Subito la lanciò in aria e ne caddero due. Ne tenne una e lanciò l’altra, e diventeranno di nuovo due. e così via.
Egli non faceva altro che lanciare monete in aria.
Di conseguenza, diventò molto ricco e aveva tempo solo per lanciare in aria monete.

Il tempo passò …
Un giorno, un uomo bussò alla sua porta: doveva lasciargli un messaggio.
Ma egli non lo ricevette, sostenendo di avere troppi impegni.
Alcuni giorni dopo, si presentò un altro uomo, che voleva parlargli. Neanche questo volle ricevere, sostenendo di aver troppo da fare, cioè gettare in aria le monete e riprenderle raddoppiate.
Più tardi apparve ancora un terzo uomo, che voleva dirgli alcune parole. Non volle riceverlo, sostenendo, come prima, di avere troppo lavoro.

Poche settimane dopo, apparve un uomo molto forte e robusto.  Il ricco non volle accoglierlo, adducendo il motivo di aver bisogno di più soldi. E continuò a lanciare in alto le monete.
Superando la resistenza del portiere, l’uomo entrò nel palazzo, si presentò al ricco, che era accanto ad un alto mucchio di monete, e disse:
  “Gentilezza, misericordia e salvezza hanno bussato alla tua porta. Ma tu non hai voluto riceverle.
Io sono la morte, andiamo”.

Così arrivò la triste fine di quell’uomo che pensava solo ad accumulare denaro, trascurando i valori più importanti.

Dal Vangelo.
“Quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita?” (Mc 8.36).
Dobbiamo lasciare la frenesia della vita e dedicarci alle cose che ci rendono eternamente felici. Nessuno porta ricchezze dentro la bara, al cimitero.
  “Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. (Mt 6,19-20).

(fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).

A che serve ancora oggi accumulare soldi, anche a danno degli altri, e chiudere gli occhi alla solidarietà e alla condivisione? “Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. (Mt 6,19-20).

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