A settembre, come ogni anno, amministratori comunali, operatori turistici e commercianti tentano, ognuno secondo i propri interessi, una sommaria valutazione sull’estate che è nella fase conclusiva. Le opinioni, ovviamente discordanti, fanno sempre discutere.
di Bruno Cimino
foto di Salvatore Libertino
Tropea – Puntualmente, a settembre di ogni anno, si ripete la storia sui bilanci dell’industria turistica tropeana e si azzardano le prime valutazioni economiche.
Si chiacchiera nei bar, dal barbiere, a passeggio nel corso principale e sotto gli ombrelloni che in questo settembre ospitano pochi villeggianti. Sono quelli che negli anni scorsi erano aggettivati come “bella gente”, quest’anno sembra di no ed il colpevole è figlio di una politica degenerata con l’euro. Insomma la “bella gente” e a maggior ragione la “massa” hanno inchiodato senza appello sul banco degli imputati il caro prezzi.
Le opinioni sulla presenza dei vacanzieri e su quanto si è lavorato sono discordanti a seconda delle campane che rin-toccano i propri interessi, forse intellettuali ma sicuramente speculative.
Qualche politico locale misura le presenze turistiche con il metro della quantità di spazzatura raccolta nei cassonetti e anche per terra. Un quadro grafico non attendibile per i negozianti i quali, con la praticità del conto dell’oste, verificano uscite ed entrate di cassa, con un occhio al magazzino. Per i gestori degli stabilimenti balneari la valutazione è più palese visto che le spiagge sono state super affollate solo nei quindici giorni a cavallo del ferragosto. Ovviamente la stessa cosa vale per i ristoranti. Ma la categoria che quest’anno “piange” più di tutte è quella che da sempre (impotente? semmai complice la Guardia di Finanza) fitta le camere in nero: un crollo totale. Non si sono mai viste a Tropea tante tapparelle chiuse come nell’estate 2004! Gli albergatori, infine, hanno poco da nascondere sui conti di cassa e sul tutto esaurito dei già accennati pochi giorni d’agosto. Ma le strutture alberghiere sono davvero il principale riferimento attendibile per le statistiche sull’affluenza del turismo a Tropea?
Certo Tropea, bella come sempre e con il mare più limpido d’Italia (gli altri sono più o meno imitazioni, per non parlare delle spiagge), ogni sera e per tutto agosto ha registrato il solito record per il caos di visitatori provenienti da tutta la costa di Italo, che va da Pizzo a Capo Vaticano sino a Nicotera. Gli ingorghi, intesi come traffico e disservizi multipli, però non fanno bene all’immagine che uno vorrebbe di una località turistica e questo ha penalizzato la vita vacanziera.
Un’estate dunque con molte ombre e poca luce? Sì, e bisogna avere il coraggio di ammettere che è stato così, abbandonando presunzioni (politiche) e menefreghismi (di singoli commercianti) se si vuole operare per una Tropea che non può continuare ad affrontare stagioni estive senza una seria programmazione.
Gli amministratori comunali hanno il dovere istituzionale di trovare le risorse adatte per rispondere alle esigenze di una città che non è un luogo qualunque ma è oramai un culto. Ed i commercianti, anche come cittadini, non devono limitarsi a chiedere ai vari assessori locali ma devono pretendere ciò che necessita alla città. Inoltre dovrebbero uscire dai loro mugugni da corridoio e passare ai fatti concreti tracciando programmi finalizzati a favorire un turismo annuale nell’interesse di tutta la collettività.
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