Il
convegno organizzato dal Rotary alla bibblioteca di Tropea
DNA, applicazioni nella scienza e nella giustizia
Interessante la ricerca condotta dal dott. Pasquale Vallone su famiglie in cui erano stati contratti matrimoni tra consanguinei
di Caterina Pandullo
foto Salvatore Libertino
Tropea
13 maggio 2006 - Importante convegno alla biblioteca comunale organizzato dal
Rotary club di Tropea su “DNA – Applicazioni nella scienza e nella giustizia”.
IL programma prevedeva la relazione “Determinazione del Profilo Genetico” da
parte di G. B. Ferrara, professore di biologia molecolare e direttore del
laboratorio di genetica molecolare ed espressione genica di Genova, purtroppo
assente “per un improvviso e serio malore”, come ha comunicato il presidente del
Rotary di Tropea, Pasquale
Vallone.
Vallone ha introdotto la relazione affermando che il convegno rappresenta
l’epilogo di circa trenta anni di attività professionale sulla ricerca da lui
condotta a Brattirò insieme a Ferrara, ricerca che ha avuto una rilevanza
internazionale e ha aperto le vie al tema sugli omozigoti e sui trapianti.
Ferrara si è messo in contatto con lui nel lontano agosto 1975 sulla base delle
referenze avute dai proff. dell’università La sapienza, Stefanini e Cortesini,
di cui l’allora giovane Vallone seguiva i corsi di clinica chirurgica. E’
iniziato fin d’allora tra i due un sodalizio che dura tuttora. A Brattirò, paese
di origine di Vallone, è stata fatta una ricerca su un gruppo di persone
appartenenti a famiglie dove c’erano stati matrimoni tra consanguinei; sono
state selezionate 16 famiglie i cui membri di tre generazioni (nonni, figli,
nipoti) sono stati sottoposti a prelievi di sangue che veniva portato nei locali
del municipio di Nicotera ed era tipizzato dal personale dell’istituto tumori
di Genova. “Il risultato della ricerca, ha evidenziato Vallone, ha portato
all’individuazione di due omozigoti, cioè due geni simili, che sono stati
identificati con la sigla BR1 e BR2. I due soggetti sono stati sottoposti a
prelievi di sangue a ritmo trimestrale che sono stati inviati a Genova per 15
anni. E’ stata creata subito una banca mondiale di cellule dove sono stati messi
gli omozigoti”. Oggi quel sangue è conservato in azoto liquido nell’istituto
tumori di Genova. “Gli omozigoti, BR1 e BR2,
ha
continuato Vallone, hanno permesso la creazione di una metodologia di
tipizzazione del DNA per valutare il grado di compatibilità d’organo tra
donatori e riceventi nei trapianti di midollo e di organi permettendo così di
prevenire il fenomeno del rigetto”. Ha preso la parola poi
Giuseppe Cricenti, magistrato
presso il tribunale di Roma, che ha tenuto una relazione su “DNA:
biotecnologie e diritto”. Il magistrato ha affermato:“Oggi il DNA viene ammesso
come fonte di prova nel processo civile e penale e dal punto di vista
giuridico tutti gli ordinamenti ammettono la sua elevata efficacia e l’alta
attendibilità come prova nei processi.” Ha stimolato poi la curiosità del
numeroso e attento pubblico con questa domanda: “A chi appartiene il DNA?”. La
risposta per noi sembrerebbe scontata: a chi lo possiede. “ Ma non è così, ha
puntualizzato Cricenti, l’OMS ha stabilito che il patrimonio genetico non è
proprietà del soggetto che lo detiene ma è patrimonio dell’umanità, quindi è
una risorsa sfruttabile per l’umanità a fini terapeutici”. Sulla scia di questa
affermazione ha poi
portato
degli esempi di querelles sorte in America e in Francia circa l’utilizzo, senza
previa autorizzazione, da parte di alcuni medici di parti del corpo di alcuni
pazienti per salvare la vita ad altri. “Il diritto di proprietà su parti del
corpo, ha continuato il magistrato, è stato oggetto di studio da parte di una
commissione di filosofi istituita dal Consiglio di Stato che ha affermato che,
se viene riconosciuto un diritto di proprietà sul corpo, deve essere
riconosciuto anche il diritto di disporne”. Ha continuato Cricenti, “una legge
ha però annullato questo orientamento negando la possibilità di avere diritti
sul corpo e quindi di disporne”. Rispondendo ad una domanda dello stesso
Vallone, ha poi aggiunto “quando un organo viene staccato dal corpo diventa di
nessuno e pertanto può essere utilizzato per salvare una vita e comunque deve
prevalere il buonsenso, per cui il diritto viene dopo del buonsenso”. La
manifestazione si è conclusa con la consegna di una targa ricordo a Cricenti e
con il conferimento della Paul Harris, la massima onorificenza che dà il Rotary
(un attestato di benemerenza e riconoscenza), ad Antonio Pugliese, professore
ordinario di clinica medica veterinaria dell’università di Messina per i suoi
meriti di alto profilo scientifico tra cui la creazione della Pet Terapy, e al
professore Ferrara al quale la consegnerà personalmente a Genova il presidente
del Rotary,Vallone.
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