Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
7 gennaio, celebrato il Natale ortodosso.
– Mentre la maggioranza dei cristiani in tutto il mondo ha celebrato il Natale al 25 dicembre e con l’Epifania, 6 gennaio, hanno concluso le feste natalizie , una parte di cristiani ortodossi, lo hanno celebrato ieri 7, gennaio.
– Perché questa disparità di date? E’ questione di calendario differente: calendario gregoriano per i cattolici e calendario giuliano per gli ortodossi; non una volontà scismatica, anche se cambiano le tradizioni e il modo di festeggiarlo.
– Non sono mancati gli auguri dei cattolici ai nostri fratelli cristiani ortodossi che ieri hanno festeggiato la nascita di Cristo; non è mancato il caldo augurio di Papa Francesco: «Un augurio cordiale e fraterno nel segno della comunione tra tutti noi cristiani».
– L’uso del calendario giuliano (dal nome di Giulio Cesare che lo promulgò nel 46 a.C.) fu sostituito nel 1582 da papa Gregorio XIII con il calendario chiamato, appunto, gregoriano, più preciso dal punto di vista astronomico. Questo Natale ha riguardato diverse Chiese ortodosse, come quella russa, e alcune Chiese cattoliche orientali.
Dove si festeggia il Natale ortodosso?
In Medioriente, ma anche per la Chiesa cattolica greco-ucraina e per i cristiani ortodossi che vivono in Russia, Bielorussia, Serbia, Croazia, Macedonia e per altri ancora.
Particolare la situazione in Egitto, dove i cattolici del Cairo e di Alessandria, con le rispettive province, hanno già celebrato la nascita di Gesù il 25 dicembre, mentre quelli che vivono nell’ Alto Egitto festeggiano il 7 gennaio, insieme agli ortodossi.
Perché il 7 gennaio?
Bisogna tener presente che nel 1582 papa Gregorio XIII decise di modificare il vecchio calendario introdotto da Giulio Cesare, chiamato in suo onore giuliano. Per questo motivo i giorni tra il 5 ed il 14 ottobre 1582 furono cancellati e quindi il nostro 25 dicembre diventa il 7 gennaio. Alcuni ortodossi però hanno preferito adattarsi al cambiamento: in Grecia, ad esempio, il Natale coincide con quello cattolico.
La data del 7 gennaio non è dovuta a una volontà “scismatica” come ancora alcuni ritengono, ma per un mero motivo di calendario.
♦ «La maggior parte delle chiese ortodosse di tutto il mondo utilizzano il calendario giuliano, creato sotto il regno di Giulio Cesare nel 45 a.C., e non hanno adottato il calendario gregoriano, proposto dal latino papa Gregorio di Roma nel 1582», spiega l’ Archimandrita Christopher Calin, decano della cattedrale ortodossa russa. Il Natale anche gli ortodossi lo festeggiano il 25 dicembre, solo che nel loro calendario in uso questa data cade sul “nostro” 7 gennaio (per cui l’ Epifania per loro diventa la Vigilia di Natale): «il Natale è ancora conservato il 25 dicembre, che sembra appena cadere ritardo di 13 giorni sul calendario giuliano», conclude Calin.
Come si festeggia?
♦ Secondo la tradizione, il Natale ortodosso viene preceduto da un lungo periodo di digiuno e preghiera che dura addirittura quaranta giorni. Il digiuno non è totale, si può mangiare il pesce il mercoledì ed il venerdì. A Natale gli ortodossi usano offrire candele e germogli di grano. Nel giorno della vigilia, invece, il digiuno diventa rigidissimo e prevede il consumo di cibo “socivo” ovvero grano lesso e frutta.
♦ Il digiuno si conclude generalmente in chiesa con la solenne Messa di Mezzanotte. Terminata la preghiera i fedeli intonano l’ inno di Natale ed al centro della chiesa viene portata l’ icona che rappresenta la festività: una candela accesa che simboleggia la Stella Cometa. A quel punto il digiuno è terminato, i fedeli consumano il pane benedetto.
♦ A differenza dalla Chiesa cattolica, nei paesi ortodossi non esiste il presepe come rappresentazione della nascita di Cristo. Addobbare l’albero di Natale è invece una tradizione comune.
♦ Le tradizioni variano comunque da Paese a Paese: in Grecia, invece di Babbo Natale, i bambini ricevono i regali da San Basilio il 1° di gennaio. In Bulgaria i fedeli bruciano un tronco di legno per tutta la notte della vigilia, e le scintille simboleggiano la prosperità dell’ anno nuovo e alla fine del pranzo non sparecchiano il tavolo, per lasciare gli avanzi per i cari defunti.
Durante la cena della vigilia in Russia si consumano il miele e l’ aglio, che simboleggiano la dolcezza e l’ amarezza della vita.
Diversità anche per la Pasqua (festa mobile) ed altre feste.
Oggi – ricorda la teologa esperta di ecumenismo Dagmar Heller – la situazione generale nel mondo ortodosso è che per la data della Pasqua tutte le Chiese usano il calendario giuliano – a eccezione della Chiesa di Finlandia, che segue quello gregoriano – mentre per tutte le altre feste, alcune Chiese, in particolare quelle di lingua greca e la romena, usano il calendario gregoriano».
(fonte: cf famigliacristiana.it, 6 gennaio 2020).