Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
27 marzo, un venerdì pieno di misericordia.
– Un venerdì di quaresima particolare quello di ieri 27 marzo, segnato dal dolore per le vittime del virus, inquietato dai numeri del contagio, ma anche contraddistinto dalla speranza alimentata dalla preghiera.
– Ogni comunità ha potuto vivere i suoi momenti liturgici e tradizionali nell’intimità della famiglia o seguente le tante dirette streaming sulle celebrazioni parrocchiali a porte chiuse. –
Come ad esempio, i fedeli della città di Tropea, e ovviamente tanti tropeani nel mondo, hanno potuto seguire la Festa del Patrocinio della Madonna di Romania.
– L’appuntamento più straordinario di grazia e di misericordia è stato quello vissuto con Papa Francesco in diretta mondiale da una Piazza San Pietro “vuota” e battuta dalla pioggia, ma piena della presenza di Cristo con la Santa Eucaristia e con la Benedizione Urbi et Orbi, portatrice di Indulgenza plenaria.
– E poi i vescovi nelle loro rispettive sedi impegnati a portare la benedizione ai tutti i defunti, specialmente a quelli causa del coronavirus che non hanno avuto le esequie tradizionali.
La preghiera di Papa Francesco.
♦ Papa Francesco in preghiera, da solo, sul sagrato della Basilica di San Pietro, battuto dalla pioggia, per invocare la fine della pandemia. Nei pressi del cancello centrale della Basilica vaticana sono stati collocati l’immagine della Salus Populi Romani, l’icona bizantina della Madonna “salvezza del popolo romano” conservata nella basilica di Santa Maria Maggiore e invocata dagli abitanti per proteggerli dai drammi che hanno segnato la storia della città eterna, e il crocifisso di legno del XV secolo conservato a San Marcello al Corso, “miracolosamente” scampato ad un incendio che distrusse la chiesa nel 1519 e portato poi in processione nel 1522 per invocare la fine di una pestilenza che colpì Roma.
♦ Con il Pontefice solo pochissimi collaboratori, tra cui l’arciprete della Basilica di San Pietro, il cardinale Angelo Comastri. Quest’ultimo presenzierà anche alle altre cerimonie della Settimana Santa, sempre ristrette a un numero limitatissimo di collaboratori stretti.
♥ “Dio onnipotente e misericordioso guarda la nostra dolorosa condizione e non lasciarci in balia della tempesta”. Comincia così la preghiera che Papa Francesco ha recitato sul sagrato della Basilica di San Pietro per invocare la fine della pandemia da coronavirus. Dopo la meditazione è seguita a’adorazione del Santissimo Sacramento, silenziosa e profonda. Quindi una straordinaria benedizione “urbi et orbi” impartita con la SS. Eucaristia, con l’indulgenza plenaria.
♥ “Impauriti e smarriti, chiamati a remare insieme” “Da settimane sembra che sia scesa la sera”, ha proseguito il Papa. “Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città. Si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante e ci siamo ritrovati impauriti e smarriti, presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme”.
♥ “Dio non lasciarci in balia della tempesta” “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. Papa Francesco è partito dall’interrogativo di Gesù ai discepoli spaventati dalla tempesta nel Lago di Tiberiade per concludere l’omelia.
♥ “Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta la fede rocciosa di Pietro, vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, ci chiedi di non avere paura, ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta”.
I vescovi benedicono i defunti al cimitero.
♥ Una testimonianza che si fa ancora più concreta in questo “Venerdì della misericordia” in cui i vescovi che ne hanno la possibilità sono stati invitati a recarsi da soli a un Cimitero della loro diocesi per un momento di raccoglimento, veglia di preghiera e benedizione.
♥ L’intenzione è quella di affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questi giorni nonché di esprimere anche in questo modo la partecipazione della Chiesa al dolore di chi è nel pianto.
Tropea – Affidamento alla Madonna di Romania, 27 marzo 2020.
Al termine della messa a porte chiuse, ma trasmessa in diretta streaming si è levata la preghiera fiduciosa alla Madonna che in più occasioni ha mostrato il suo Patrocinio alla città. La preghiera è stata formulata dalla diocesi.
♥ O Mamma nostra di Romania,
tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza.
Noi ci affidiamo a te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede.
♥ Tu, Madre di misericordia, sai di che cosa abbiamo bisogno
in questo momento in cui siamo afflitti dalla pandemia del coronavirus
che ha messo a nudo la nostra umana fragilità.
♥ In questo giorno particolare, in cui facciamo memoria del tuo vigile patrocinio
con cui difendesti il tuo popolo dai danni dell’antico terremoto,
vogliamo affidare a Te questa nostra Diocesi e soprattutto gli ammalati e le loro famiglie:
porta guarigione al loro corpo, alla loro mente e al loro spirito.
♥ Aiutaci tutti e rafforza in ciascuno di noi lo spirito di solidarietà vicendevole.
♥ Sostieni e conforta i medici e gli operatori sanitari in prima linea e tutti i volontari
che si prodigano a favore dei deboli a rischio anche della propria vita.
♥ Tu che sei fonte di ogni bene, benedici con abbondanza la famiglia umana,
allontana da noi ogni male e donaci una fede salda nel momento della prova.
♥ Liberaci dall’epidemia che ci sta colpendo
affinché possiamo ritornare sereni alle nostre consuete occupazioni
e lodarti e ringraziarti con cuore rinnovato.
♥ Madre nostra di Romania, fiduciosi cerchiamo la tua protezione:
ascolta questa nostra preghiera e liberaci da ogni pericolo. Così sia.