Patrono del paese
Martire di origine persiana
Cresce l’attesa nella comunità di Gasponi per la celebrazione della festa patronale in onore di Sant’Acindino Martire, celebrata da diversi anni il 3 di novembre, anche se la data di ricorrenza nella chiesa cristiana è il 2. Di origini persiane, Acindino, il cui nome deriva dall’appellativo romano “Acidinus”, fu sottoposto assieme ai suoi fratelli, ad interrogatorio e successivamente torturato, secondo la prassi del tempo, per la sola accusa di professare la fede cristiana. Tutti, però, furono poi miracolosamente risanati, le loro catene si spezzarono e si fusero. Come per altri racconti antichi sul martirio dei cristiani, il supplizio non si fermò qui. Si racconta, infatti, di altri tentativi omicidiari. Alla fine i cinque fratelli furono bruciati vivi nel 350 d.C.
Il culto verso Sant’Acindino a Gasponi, è antichissimo. Secondo la tradizione locale accreditata anche da alcune fonti storiche, la devozione verso questo santo,scelto poi come patrono, risale al lontano medioevo, quando ancora esisteva un monastero basiliano che contribuì alla sua diffusione. La comunità guidata da diversi anni da don Giuseppe Furchì, scomparso prematuramente nel marzo scorso, ora pone la propria fiducia nel giovane parroco don Sergio Meligrana, sacerdote di grande spirito e di grandi capacità, sempre pronto all’accoglienza, soprattutto dei giovani, ai quali prova a trasmettere i valori fondamentali della fede. Ricco di appuntamenti religiosi e civili il programma predisposto per la ricorrenza della comunità di Gasponi. Programma che terminerà domani sera con lo spettacolo dei “Taranta Nova”, gruppo di musica popolare molto apprezzato nel territorio.