Alle donne che piangono su di lui, Gesù rimanda loro il gesto di pietà ricevuto: «Non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli». – C’è qualcosa che rimane alla pietà dell’uomo e della donna: offrire le proprie lacrime per stare vicino a chi soffre. – C’è da piangere per coloro che sono nella tristezza, perché soffrono nel corpo e nello spirito; per coloro che sono perseguitati per la fede e la giustizia; per coloro che sono lontano dalla famiglia; per coloro che sono senza casa e senza lavoro. – Tutto ciò può essere un servizio di consolazione e solidarietà: il ministero della consolazione attivo in ogni comunità parrocchiale. – Si può diventare ministri della consolazione dimostrando atteggiamenti di cura e accompagnamento umano e spirituale dei sofferenti, diventando segno concreto della vicinanza di Dio e della comunità.