La morte di Soumayla Sacko, l’immigrato ucciso a fucilate sabato 2 giugno nelle campagne del Vibonese, comincia a scuotere seriamente coscienze e istituzioni. Richiama l’attenzione sulle drammatiche condizioni di questi lavoratori immigrati, regolari e sfruttati. Regolari, ma costretti a vivere in tendopoli o baraccopoli. E’ ora di migliorare l’accoglienza e garantire una vera simmetria tra diritti e doveri di tanti nostri fratelli e difenderli dai lupi rapaci travestiti a volte da benefattori.