Politica

La lettera di Adolfo Repice

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera inviata alla stampa dal dr. Adolfo Repice, candidato alla carica di sindaco nela lista civica “Passione Tropea”.

Pregiato Direttore,
approfitto delle pagine del Suo giornale per chiarire quanto segue: ho aperto questa campagna elettorale sostenendo di volermi confrontare sui programmi e rimango, oggi più di prima, del medesimo avviso; pur tuttavia essendo rimasto lontano da Tropea per diversi anni sento l’esigenza di farmi conoscere meglio dalle persone più giovani e anche da chi, pur senza sapere niente o quasi di me, mi descrive come una persona altezzosa distante dalle esigenze della gente.

Politica

La lista di Gaetano Vallone

Presentata tra l’entusiasmo di una gremita sala di sostenitori all’ Hotel “La Perla la lista “Uniti per la rinascita – con Vallone sindaco”. Presenti il coordinatore provinciale Valerio Grillo ed il vice-coordinatore Francesco Bevilacqua, ma anche alcuni dei candidati alle regionali con Scopelliti tra cui Nazzareno Salerno, Franco Miceli Pasquale Purita e Pasquale Mazzeo che hanno portato il loro saluto e la loro vicinanza al candidato sindaco.

Attualità

Bisogna trovare maggiore coraggio

All’indomani dello spiacevole fatto di cronaca che ha visto coinvolto il candidato al Consiglio comunale della lista “Passione Tropea”, giunge il commento di Alfonso Del Vecchio, figura politica di primo piano nel recente passato della cittadina tirrenica nonché cognato dello stesso Paolo Ceraso. «Non si può ignorare – scrive Del Vecchio – che la comunità tropeana è diventata una comunità difficile, dove essere protagonisti della vita sociale e civile comporta correre altissimi rischi». Secondo Del Vecchio è come una «condanna, che ci portiamo tutti sulle spalle, un bagaglio pesantissimo da cui non riusciamo a liberarci» e non sarà possibile costruire una società nuova se non si innescherà un meccanismo di rivolta in città, «di sgomenta esecrazione, per non diventare tutti vittime dell’angoscia». Quel che serve a Tropea è quindi un «salto di qualità e di cultura, per liberarsi dalla presenza storica di violenza» che negli ultimi anni ha reso la città il sinonimo della «barbarie, sostanzialmente lontana dalla civiltà della convivenza e della solidarietà».