La riflessione di Franco Grillo, consulente del lavoro
Questa giornata ribadisce il legame tra partecipazione dei lavoratori e la costruzione di una democrazia, indipendentemente dal sesso, dalla razza, dalla lingua, dalla religione, dalle opinioni politiche, dalle condizioni personali e sociali
La festa del lavoro o dei lavoratori che si celebra il 1° Maggio in molti paesi del mondo fu stabilita nel 1889, l’episodio che ha ispirato la data avvenne a Chicago (Stati Uniti) il 1° Maggio 1886, in riferimento ad uno sciopero generale indetto quel giorno, con il quale gli operai rivendicavano migliori e più umane condizioni di lavoro. La protesta continuò per tre giorni e il 4 Maggio culminò con una vera e propria battaglia tra lavoratori e agenti di polizia, undici persone persero la vita in quello che sarebbe passato nella storia come il massacro di Haymarket. Circa tre anni più tardi (20 luglio 1889) a Parigi durante il primo congresso della Seconda Internazionale (l’organizzazione creata dai partiti socialisti e laburisti Europei), fu lanciata l’idea di una grande manifestazione, per chiedere all’autorità pubbliche di ridurre a 8 ore la durata della giornata lavorativa. Nella scelta della data si tenne conto proprio degli episodi di Chicago accaduti nel 1886, si stabilì che la festa del lavoro o dei lavoratori si dovesse celebrare il 1° Maggio. Il lavoro è fatica, impegno, creatività, talento, collaborazione. Questa giornata ribadisce il legame tra partecipazione dei lavoratori e la costruzione di una democrazia, indipendentemente dal sesso, dalla razza, dalla lingua, dalla religione, dalle opinioni politiche, dalle condizioni personali e sociali. Certamente oggi è difficile parlare di festa del lavoro o dei lavoratori, è un 1° Maggio particolare, celebrato in un contesto storico dove il lavoro e i lavoratori continuano a subire continue umiliazioni da parte dell’istituzioni che si sono susseguite finora, vedi l’abolizione dell’art. 18 e il job act, o altre leggi importanti ma vigenti solo sulla carta come la legge contro il caporalato, che contiene specifiche misure per i lavoratori stagionali in agricoltura ed estende responsabilità e sanzioni per i cosiddetti “caporali” e gli imprenditori che fanno ricorso alla loro intermediazione. L’inefficienza di queste norme si può misurare analizzando situazioni drammatiche quali la tendopoli di Rosarno o la baraccopoli di Foggia, dove vengono letteralmente calpestati i diritti dei lavoratori e la dignità umana di migliaia di persone. A fianco a questo tema vi è anche quello della sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma l’emergenza fondamentale del lavoro in tutto il Paese è la sicurezza sui luoghi di lavoro, diventata vera e propria necessità, come dimostrano le notizie di cronaca che quasi quotidianamente riferiscono di incidenti gravi e addirittura mortali che coinvolgono lavoratori su tutto il territorio nazionale. Non è giusto morire a causa del lavoro e, non ci si può ammalare sul posto di lavoro. Non si può e non si deve accettare di lavorare in condizioni pericolose e rischiose. In questo 1° maggio si sente ancora una volta di più l’esigenza di riportare il lavoro al centro della discussione politica in Europa e in Italia. Per non abbandonare definitivamente l’Europa all’esaltazione dei populismi, le istituzioni nazionali e comunitarie devono smetterla di parlare di fiscal compact e devono impegnarsi concretamente sul tema che più preme alle sorti dei lavoratori.
Mi piace citare qui papa Francesco: “È necessario denunciare l’atteggiamento di chi per manovre economiche o in nome di negoziati poco chiari toglie lavoro e dignità alle persone, affinché in ambito nazionale le istituzioni economiche perseguono l’obbiettivo della piena e dignitosa occupazione, perché il lavoro dà dignità”.
Si avverte la stanchezza di illusorie speranze, i lavoratori vogliono certezze e certezze significa investimenti seri, puntare sui giovani, restituire potere di acquisto ai lavoratori e dignità ai pensionati.
Consulente del lavoro
Franco Grillo