Amministrative
Giuseppe Rombolà attacca l’area censoriana del Pd
Sulla vicenda della scelta del candidato a sindaco alle prossime elezioni comunali di Drapia anche l’avvocato Giuseppe Rombolà vuol dire la sua. Prima di affrontare l’argomento, però, Rombolà ha voluto spendere due parole per il gruppo che sta giungendo a fine mandato: «Ritengo – scrive in una nota stampa – che quella uscente sia stata una buona amministrazione, che ha servito il territorio e la popolazione con abnegazione, competenza ed onestà, e proprio per tale motivo ritenevamo più che legittima e coerente la scelta di un candidato a sindaco che esprimesse una continuità amministrativa». Ma dalle parole di Rombolà traspare anche una punta di amarezza, poiché al momento le carte in gioco non avrebbero nulla a che vedere con la continuità auspicata. L’opinione del vicesindaco ancora in carica, come egli stesso la definisce, sarebbe «tutt’altro che isolata». «Questo progetto – prosegue l’avvocato -, per un certo periodo condiviso da quasi tutti, è andato via via tramontando per una serie di mie ingenuità, di qualche tradimento, vendette personali e, da ultimo, è definitivamente naufragato per l’intervento di influenti personalità politiche estranee alla comunità drapiese». Ingenuo sarebbe stato dunque Rombolà a fidarsi di chi, invece, lo ha tradito. E l’amarezza del vicesindaco traspare ancor più quando afferma: «Ho sempre pensato che i criteri selettivi per la scelta del candidato a sindaco fossero il programma, la formazione, l’esperienza, l’appeal elettorale, il rapporto con la gente e le forze vive della politica». Ma la politica a volte non è fatta soltanto di questo, quello che conta è che alla fine i conti tornino e l’intervento di personalità politiche esterne al contesto drapiese, a conti fatti, pare aver avuto un peso maggiore nella scelta del candidato. Costoro, secondo Rombolà, «in vista di prossimi e ben più importanti appuntamenti elettorali, hanno imposto una candidatura che garantisse un sicuro riscontro per le regionali 2010, ben sapendo che il sottoscritto, seguito da molti amici, si è sempre espresso nel senso di privilegiare candidati rappresentativi degli interessi della costa, da decenni abbandonata o, meglio, non politicamente interpretata a livello regionale». Ed è per questo che quindi egli si sarebbe tirato fuori dai giochi, poiché «di fronte ad un dispiegamento di contata forza bellica, il piccolo “Davide” ha dovuto cedere il passo». Ma su questo punto Rombolà non usa mezzi termini, manifestando ampiamente il suo dissenso quando scrive infatti: «Non si è trattato di una scelta della popolazione cariese, ma di una imposizione». Una politica, insomma, che di democratico avrebbe ben poco, ed un pensiero in merito che secondo il vicesindaco sarebbe «in realtà molto più che una semplice opinione, atteso che la stampa, che a più riprese si è occupata della vicenda, ha evidenziato in modo esplicito ed inequivocabile come la candidatura del sottoscritto non rappresentasse, per la componente del PD nota negli ambienti politici come “Partecipazione Democratica per Serra San Bruno”, una garanzia per il futuro». E su questo aggiunge che «come al solito la politica di Catanzaro si decide a Roma, quella di Vibo a Catanzaro e quella locale si decide a Vibo, ma a Drapia è la prima volta che ciò accade».
E Rombolà è stato critico anche con determinate esternazioni comparse in alcuni interventi della stampa di cui «solo oggi, a mente fredda, ricomponendo il puzzle, si comprende appieno il senso» e mira il dito verso qualcuno che, a suo dire, avrebbe avuto «comportamenti “spassionati”» ed oggi si scopre essere «particolarmente interessato all’esito dell’imminenti consultazioni amministrative in quanto direttamente coinvolto». In conclusione della pepata nota stampa, Pino Rombolà ha voluto far intendere che anche se ormai si gioca a carte scoperte la partita non è chiusa: «Nonostante la sicura vittoria più volte cantata da quest’ultimo credo che i risultati riserveranno qualche sorpresa». E che forse abbia davvero in serbo qualche asso nella manica per il futuro lo si era già capito, perché se Rombolà si è voluto paragonare al piccolo Davide, qualche motivo ci dovrà pur essere…