Cultura e Società

 La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana


Luglio 2011, seconda settimana: 11-16 luglio

1. Vangelo della domenica 10 luglio – XV Domenica T.O. – Anno A –  Il seminatore uscì a seminare.
2. Aspetti della vita – Il culto popolare alla Madonna del Carmine.
3. Un incontro con S. Alfonso – “San Pietro non andava in carrozza”.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 4-9 luglio 2011.
5. Curiosità calabresi del passato = Chi vannu a fari? (a la missa).

1. Vangelo della domenica – (Mt 13,1-23)
Il seminatore uscì a seminare.   

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole.
E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché parli con parabole?». Egli rispose loro: «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Una profezia di Isaia ci suggerisce la prospettiva con cui ascoltare il brano di Matteo. La Parola seminata è efficace e non ritorna a Dio senza avere prodotto il suo effetto. Questa è la speranza che anima Gesù quando racconta la parabola del seme.
Nonostante il rifiuto che il suo annuncio incontra, Gesù rimane certo che la parola che il Padre gli ha affidata porterà un frutto sorprendente! Ciò non toglie nulla alla responsabilità che dobbiamo esercitare come ascoltatori. Occorre vigilare per rendere la nostra vita terreno accogliente, rimuovendo tutti gli ostacoli che possono chiudere orecchi e cuore all’ascolto.
Riguardo a queste chiusure Gesù ci chiede di fare attenzione soprattutto a una, la più grave: udire senza comprendere, guardare senza vedere. È l’atteggiamento di chi ascolta, ma senza decidersi per Gesù. Le parabole di Gesù non mirano soltanto alla nostra comprensione, ma alla nostra conversione. Decidendoci per lui, sarà proprio la relazione con la sua persona, il seme efficace a renderci terreno buono, capace di accoglienza.  (fr Luca Fallica, in “La Domenica”).

Il Vangelo ci riporta la parabola del seminatore. Tutto comincia nella speranza e, nonostante questo, non tarda ad essere ridotto ad un nulla: gli uccelli mangiano il seme; il terreno pietroso gli impedisce di mettere le radici; le piante spinose lo soffocano… tutto segue il suo corso disperante.
Nella parabola del seminatore si incontra il “ma” di Dio: ci sono poche speranze, ma vi è almeno una terra buona per portare cento frutti.
È con gli occhi di Gesù che bisogna leggerle questo genere di storie catastrofiche. E bisogna leggerle con Gesù fino in fondo.
La prima parte mostra che tutto è vano. Eppure la storia di questa sconfitta porta ad una conclusione inattesa. Dio, nella sua infinita misericordia, non lascia che il seminatore soccomba come un personaggio tragico.
Forse abbiamo qui, davanti a noi, una legge che vale per tutte le azioni di Dio nel mondo. Poiché la causa di Dio nel mondo è spesso povera e poco appariscente. Quando la si prende a cuore, si può soccombere alla tentazione della disperazione. Ma le storie di Dio hanno un lieto fine. Anche se all’inizio nulla lascia presagirlo.
Forse Gesù non racconta solo questa storia alle persone che sono sulle rive del lago. Forse la racconta a se stesso per consolarsi. Si chiede: cosa sarà di ciò che intraprendo? Si scontra con la cecità, il rifiuto, la pedanteria e la violenza. Non è ignaro delle sconfitte. “Ma” la sua parola porta i suoi frutti nel cuore degli uomini.  (La Chiesa.it).

2. Aspetti della vita
 Il culto popolare alla Madonna del Carmine
Senza dubbio, la devozione alla Madonna del Carmine storicamente ha avuto una diffusione larghissima, in tutto il mondo. Anche in Calabria questa devozione resta salda in diverse località: e ciascuna canta la propria fede alla Vergine.
«Supra n’artaru c’è na gran Signura, / Madonna di lu Carminu si chiama: / a ccu nci cerca grazzii nci li duna, / a ccu avi lu cori affrittu nci lu sana ! / E jeu, Madonna mia, ti ndi cercu una: / l’anima netta e lu cori chi t’ama!». E in lingua italiana: «Sopra l’altare c’è una gran Signora, / Madonna del Carmine (Ella) si chiama: / a chi Le cerca grazie gliene dona, / a chi ha il cuore afflitto glielo sana! / E io, Madonna mia, te ne cerco una: / l’anima pulita e il cuore che t’ama!».
Così i Calabresi si rivolgevano a Maria, quale Madre amorevole. Il Santuario carmelitano di Palmi risale al 1540 e, come tutta la Calabria, vanta un antico rapporto con l’Ordine Carmelitano, perché il culto mariano importato dall’Oriente dai Crociati fu diffuso dai Carmelitani della Regione che aprirono, a partire dal XIII secolo, ben 47 conventi. Il culto a Palmi nei secoli scorsi era ravvivato da grande devozione al punto che la gente “apriva” i bagni di mare il giorno della Madonna del Carmine (16 luglio).
Ma la città di Cilea ha un motivo in più per venerare la Madonna del Carmelo: il 15 novembre di ogni anno ricorre la “memoria del patrocinio della Vergine”. Infatti, dalla fine di ottobre 1894, si verificarono violentissime scosse di terremoto e i fedeli, terrorizzati, ma fiduciosi, organizzarono una processione con la statua della Beata Vergine del Carmelo, ogni giorno fino al 16 novembre, quando lo scisma miracolosamente si fermò. (Filippo Marino)

3. Un incontro con S. Alfonso
“San Pietro non andava in carrozza”
La carestia del 1764 non si arrestava e i mezzi si assottigliavano. Per soccorrere i poveri S. Alfonso si privò di due anelli preziosi, ch’erano d’altronde cari ricordi: vendette quello regalatogli dalla nobildonna Giovanna Sersale, consorte del cugino Francesco Cavalieri, forse ricevuto in occasione della cresima della figlia, e l’altro del proprio zio vescovo di Troia, pervenutogli mediante Mons. Giannini. Vendette anche la croce pettorale di oro che parimenti gli era stata donata, servendosi di una di argento indorato nelle funzioni liturgiche.
In seguito si disfece delle ricche posate, dicendo: “Bastano a noi quelle di ottone”.
Gli restava la carrozza, necessaria per muoversi nella diocesi: non indugiò a mandarla al mercato. Suo fratello Ercole si adirò; si schierarono contro altri suoi amici. Monsignore non si scosse: “Non mi sento di sopportare la pena di star a vedere quasi tutto l’anno le mule a spasso nella stalla, il cocchiere dentro la taverna, e i poveri che mi gridano pietà”. Se la comprò più di quanto costava l’altro fratello sacerdote don Gaetano per non farla cadere nelle mani di altri, e la tenne a disposizione di lui. Il Santo lieto esclamò: “San Pietro era Papa e non andava in carrozza, ed io non sono da più di san Pietro”.

4. Vivere la settimana con la liturgia =  (11-16 luglio)  XV Settimana del Tempo Ordinario Liturgia delle Ore: III Settimana

11 luglio (lunedì) – Colore liturgico bianco.
Pensiero dalle letture bibliche di oggi  Gustate e vedete com’è buono il Signore. – San Benedetto, con la sua famosa Regola divenuta modello di vita per tutto il monachesimo occidentale, ha realizzato il significato del suo nome: «Renderò grande il tuo nome e sarai per tutti una benedizione».
Letture bibliche alla Messa di oggi  =    Proverbi 2,1-9; Salmo 33,2-11; Matteo 19,27-29.
Santi di oggi  =  San Benedetto, abate, patrono d’Europa.- Sant’Olga; San Leonzio.

12 luglio (martedì) – Colore liturgico verde.
Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Voi che cercate Dio, fatevi coraggio. – Con la lettura del libro dell’Esodo, che iniziamo da oggi, riviviamo l’epopea della liberazione del popolo di Dio. Il rimprovero di Gesù alle città dove ha operato prodigi deve farci riflettere: i doni del Signore portano frutto in noi?
Letture bibliche alla Messa di oggi  = Esodo 2,1-15; Salmo 68,3.14.30-34; Matteo 11,20-24.
Santi di oggi  =  Santi Nabore e Felice; San Giovanni Gualberto.

13 luglio (mercoledì) – Colore liturgico verde.
Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Misericordioso e pietoso è il Signore. – Il mistero di Dio è impenetrabile anche per i più grandi sapienti. Ma si rivela a chi, consapevole della propria piccolezza, accoglie il Figlio.
Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Esodo 3,1-6.9-12; Salmo 102,1-4.6-7; Matteo 11,25-27.
Santi di oggi  =  Sant’Enrico; Santa Clelia Barbieri; Beato Giacomo da Varazze.

14 luglio (giovedì) – Colore liturgico verde.
Pensiero dalle letture bibliche di oggi  Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza. – Il Signore invita tutta l’umanità sfinita e oppressa: solo in lui, Maestro mansueto e misericordioso, troverà finalmente pace.
Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Esodo 3,13-20; Salmo 104,1.5.8-9.24-27; Matteo 11,28-30..
Santi di oggi  =  San Camillo de Lellis; Beata Angelina da Montegiove.

15 luglio (venerdì) – Colore liturgico bianco
Pensiero dalle letture bibliche di oggi  Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. – Le nostre comunità cristiane non sempre sono esenti da una certa mentalità farisaica, attenta alle regole più che alle persone, più incline alla condanna che alla misericordia.
– Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Esodo 11,10 – 12,14; Salmo 115,12-13.15-18; Matteo 12,1-8.
– Santi di oggi  =  San Bonaventura, vescovo e dottore della Chiesa.- San Vladimiro di Kiev.

16 luglio (sabato) – Colore liturgico bianco.
Pensiero dalle letture bibliche di oggi  Il suo amore è per sempre. – Due modelli sono messi a confronto nel vangelo: quello dei farisei, che complottano per togliere di mezzo un rabbi per loro fastidioso; quello di Gesù, vero Servo di Dio, che agisce con discrezione e porta speranza ai più derelitti.
Letture bibliche alla Messa di oggi  =    Esodo 12,37-42; Salmo 135,1.23.24.10-15; Matteo 12,14-21.
Santi di oggi  =  Beata Vergine Maria del Monte Carmelo; Beata Irmengarda.

5. Curiosità calabresi del passato
Chi vannu a fari? (a la missa)

Vorrìa mu sàcciu jeu chi vannu a fari
a Santu Roccu, a la secunda Missa,
certuni, chi non vògghiu nominari,
(oh terramotu pe’ mu li subissa!).

Pàrtinu di la casa allicchettati
comu quandu ca vannu a lu triatu,
cu’ li giubetti e li saji pressati
mu su’ viduti di l’annamuratu.

Pecchì dà tanti e tanti giuvanotti,
parati, allerti, avanti a lu portedu
a nzo cu trasi, comu pira cotti
càdinu ‘i ncodu – povaru cervedu! –

Pe’ chissu poi non nd’hannu senzu letu
mancu a li vanchi dassusu, seduti,
e si la fannu occhijandu pe’ d’arretu
– lu scornu lu perdiru ‘ssi tingiuti

fìmmani! – Quandu sagra, speciarmenti,
sunnu daveru cosi ‘i meravìgghia
videndu rivotati tanti genti
chi pàrinu li pècuri a mandrìgghia.
Quandu nèscinu fora, atru baccanu!
Tutti li frischialepri, dà fermati,
fannu nzinghi cu’ l’occhi e cu’ la manu
mostrandu a l’atri li so’ innamurati.

No’ abbastava la Prisa e Marinedu
e la funtana di ntra lu cerdinu,
ca puru a Santu Roccu – me’ gioiedu! –
ndi fannu cchiù ‘i Guerinu lu Mischinu!

Salvatore Giovinazzo, detto il Leopardi di Cittanova.
(dal sito web Brutium di Domenico Caruso)

 

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